Musumeci show. Il governatore della Sicilia, dopo la magra figura rimediata, con l'assessore Turano, per il click day saltato che ha lasciato in mezzo ad una strada centinaia di imprese, dopo tutte le polemiche legate ai balletti sull'organizzazione degli ospedali su fronte Covid, adesso dice che in Sicilia non c'è alcuna emergenza coronavirus, che è assurdo vietare i matrimoni, e che i dipendenti regionali non sanno fare nulla.
"Ritengo assurdo e irragionevole il limite dei 30 invitati ai matrimoni. In Sicilia il matrimonio è una grande occasione per istituire e consolidare i rapporti di amicizia ma qui c'è un'attività imprenditoriale, quella dei catering dei ristoratori, delle dimore storiche assolutamente consolidata ormai, e rischiamo di metterla sul lastrico, perché 30 invitati in un salone di 2.000 metri quadri diventano veramente ridicoli". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in una videointervista nell'ambito dell'evento 'Innovation Days' del Sole 24 Ore, dedicato in questa tappa a Sicilia e Sardegna.
"Ho chiesto al presidente Conte di comparare il limite degli invitati alla dimensione reale del locale in cui si deve fare l'evento - ha sottolineato Musumeci - perché se la distanza fisica interpersonale è una garanzia per evitare o per allontanare il rischio del contagio non si capisce perché debbano essere 30 in un salone di 300 metri o in un salone di 1.000 metri. Ho contestato alcune misure contraddittorie del decreto del presidente del consiglio - ha sottolineato Musumeci - e mi auguro che si voglia dare ai governatori il compito caso per caso di decidere misure anche diverse, pur nel rispetto delle linee generali che il governo deve necessariamente dare".
“La Sicilia – spiega – in questo momento nella graduatoria nazionale non è in una condizione di emergenza, credo che siamo al sesto e al settimo posto, ma è però chiaro che non siamo neanche rilassati”. Il Governatore traccia anche un quadro della situazione ospedaliera “stiamo lavorando per avere 900 posti in terapia intensiva, oggi ne possiamo disporre di oltre 300 a fronte degli attuali 40 occupati”.
Poi, l'attacco ai dipendenti della Regione. Musumeci sferra l'attacco ai "suoi" lavoratori: "Il 70% dei dipendenti regionali è assolutamente inutile", cioè "gente non digitalizzata, non abituata a lavorare in un contesto assolutamente diverso, competitivo, come richiede oggi la pubblica amministrazione".
"La Regione - ha detto Musumeci, che non è nuovo a critiche ai "suoi" lavoratori - non era fatta per risolvere i problemi, era fatta per diventare un 'ammortizzatore sociale'. La Regione è stata la più grande industria per 70 anni; si poteva entrare anche senza concorsi, con un biglietto da visita, con una telefonata; questa è stata la Regione siciliana. E non avere il coraggio di dirlo è davvero criminale. Io ho il coraggio di dirlo. Avevamo 19.000 dipendenti: 5000 sono andati in pensione, ne abbiamo 13.000 e il 50% appartiene alla fascia A e B, assolutamente non funzionali a rendere efficiente la macchina regionale. Qui non si fa un concorso dal 1991. Il più giovane ha 58 anni. Ed è con questa macchina che io devo fare i conti giorno dopo giorno. E se richiamo un dirigente l'indomani ho lo stato di agitazione di tutte le sigle sindacali. Ho detto che l'80% dei dipendenti regionali è assolutamente inutile alle funzioni programmatiche della Regione. Lo ripeto. Anche.se siamo passati dall' 80 al 70% grazie al cielo. Il mio obiettivo è di arrivare almeno al 50%".
Le critiche del governatore non sono piaciute ai sindacati. "Crediamo - tuonano Gaetano Agliozzo e Franco Campagna della Fp Cgil, Paolo Montera e Fabrizio Lercara della Cisl Fp, Enzo Tango e Luca Crimi della Uil Fpl, Fulvio Pantano e Francesco Madonia del Sadirs, Dario Matranga e Marcello Minio del Cobas/Codir - che il presidente Musumeci ignori come funzionano realmente gli uffici della Regione che lui stesso guida, altrimenti non si spiegano questi attacchi ripetuti attraverso la stampa, volti forse più a impressionare un pubblico che alla risoluzione dei problemi. Stavolta, tra l'altro, il governatore ha attaccato direttamente il personale delle categorie A e B, di cui forse non sa che fanno parte dipendenti che portano avanti interi uffici pure senza il riconoscimento che spetta ai loro colleghi di altre categorie".
"Ribadiamo - proseguono i sindacalisti - che se il presidente Musumeci vuole sapere davvero come stanno le cose nella pubblica amministrazione regionale, come lavorano davvero i dirigenti e i dipendenti di A, B, C e D, noi siamo pronti al confronto. Possiamo illustrargli per filo e per segno cosa funziona e cosa non funziona nei dipartimenti e verificare con lui i dati sulla produttività in smart working, così da portare avanti un lavoro efficace che porti risultati concreti. Non possiamo più accettare che per spostare l'attenzione da alcuni disastri che riguardano la gestione di questa terra si buttino in pasto alla stampa sempre e solo i dipendenti regionali".
Per Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Cisal "sorprende che a fare la predica sia proprio il capo di un Governo che è riuscito, lui sì, a danneggiare le imprese siciliane con il flop del click day e della cassa integrazione: non ci risulta nessuno si sia dimesso, quindi farebbe meglio a tacere. Vorremmo ricordare a Musumeci – continuano Badagliacca e Lo Curto – che non ha rispettato nemmeno uno degli impegni presi coi dipendenti, che ha fatto rientrare tutti in ufficio in barba alle restrizioni anti-Covid di cui poi chiede il rispetto ai siciliani e che si attendono ancora i soldi promessi in Finanziaria e rimasti lettera morta. Musumeci vuole rendere efficiente la Regione? Inizi dal suo Governo”.
NUOVA ORDINANZA. Musumeci ha firmato la nuova ordinanza. Si tratta della numero 42 del 15 ottobre 2020. L’ordinanza di Musumeci riguarda per lo più il settore dei trasporti pubblici.
Per l'ordinanza è consentita l’occupazione fino all’80% dei posti omologati nei mezzi di trasporto pubblico regionale/locale di linea e non (bus,treno,navi,taxi,ncc)
Un articolo riguarda i soggetti positivi che devono comunicare il proprio stato di salute al medico di base e all’Aspe permanere in isolamento dal resto del nucleo familiare. I positivi devono inoltre comunicare i nominativi dei propri conviventi all’Asp, che trasmetteranno elenchi a Prefettura e Comuni di residenza.
I soggetti posti in isolamento poiché contatti di positivo devono comunicare il proprio stato di salute al medico di base e all’Asp e permanere in isolamento dal resto del nucleo familiare per 10 giorni e successivamente sottoporsi a test rapido. Le Asp avvieranno una campagna di screening sanitario mediante effettuazione del tampone rapido.
L’ordinanza del Presidente della regione arriva in attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 ottobre 2020. Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.