di Massimo Jevolella
Mentre centinaia di italiani muoiono ogni giorno atrocemente soffocati a causa del Covid, e senza il conforto di una mano amorevole che stringa loro una mano, come osano i delinquenti negazionisti, vandali, incendiari e razziatori, gridare nelle strade e nei salotti “libertà libertà libertà”? Di quale libertà osano cianciare questi teppisti devastatori, che sicuramente nei mesi scorsi se la spassavano incoscientemente in giro per spiagge e discoteche accalcandosi senza mascherine, mentre il nostro sistema sanitario nazionale perde mille posti letto al giorno per dare ospizio ai malati del virus, e decine di migliaia di operatori sanitari lavorano giorno e notte allo stremo delle forze rischiando la loro stessa vita, esattamente come già era accaduto nell'incubo della scorsa primavera?
Veramente in Italia in questi giorni stiamo assistendo a uno spettacolo vergognoso. Da una parte il dolore, l'angoscia, la morte, il sacrificio, e la tragica lotta di un governo che, pur tra inevitabili errori e imperfezioni, sta tentando disperatamente in ogni modo di salvare il Paese dalla catastrofe di un nuovo lockdown totale. Dall'altra lo scatenamento osceno e irresponsabile di orde di oppositori dementi, politicanti avidi, commentatori da salotto e da prima pagina, intellettualoidi bastiancontrari, rinomati filosofi sputasentenze, estremisti di destra e di ogni risma, che fanno a gara per dire la loro in modo più o meno becero sulle “imperdonabili colpe” di un governo “imprevidente”, “incapace”, “pasticcione”, “impreparato”, “arrogante”, e dunque meritevole di essere bocciato, vituperato, maledetto, e quindi rispedito a casa al più presto mediante il voto anticipato.
Non dico altro. Non aggiungo altro. Non faccio nomi. Dico solo che il senso di nausea, stavolta, è veramente insostenibile. Dico che appellarsi alla “libertà”, in questi giorni, è peggio che bestemmiare. E chi lo fa, non è che un volgare bestemmiatore. La libertà, quella vera, è una cosa troppo alta e sacra, “come sa chi per lei vita rifiuta”, diceva Dante. Questi facinorosi, esibizionisti, fanatici nichilisti di una pseudo-libertà del comodo loro, non possono avere invece la minima idea di cosa significhi “rifiutare la vita” per la libertà. Questi sono soltanto dei mazziatori di vetrine, vigliacchi ciarlatani, sciacalli, frustrati che “colgono l'attimo” della pandemia per sfogare sul web, in televisione, sui giornali e nelle piazze tutta la violenza e la stupidità della loro rabbia impotente.