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03/11/2020 06:00:00

Castelvetrano, la nuova giunta e l’appello di Alfano ai professionisti locali

 Ieri, il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano, dopo l’apertura alle opposizioni rivelatasi al momento senza esito (ne abbiamo parlato qui), ha nominato tre nuovi assessori, ai quali a breve dovrebbero essere assegnate le deleghe.

Si tratta dell’architetto marsalese Numinato Davide Licari, dell’avvocato agrigentino Filippo Pellitteri e dell’ingegnere castelvetranese Antonino Siculiana. Che si aggiungono ai già conosciuti Manuela Cappadonna, Irene Barresi e Filippo Foscari.

Abbiamo rivolto ad Alfano qualche domanda.

 

In tanti si sono chiesti perché nominare due assessori non Castelvetranesi? I più polemici l’hanno addirittura considerata un’offesa alla città, come se non la si considerasse in grado di esprimere valide figure competenti.

 

A Castelvetrano ci sono tante potenzialità spendibili. Persone molto valide che personalmente ho chiamato, ma mi hanno detto di no. Vuoi perché non vogliono sottrarre del tempo alle loro attività professionali, vuoi per esigenze familiari...

Non è affatto vero che gli assessori debbano per forza essere legati al Movimento. In occasione degli ultimi incontri, avevo chiesto a tutte le forze politiche di suggerire dei nomi di persone con adeguate competenze, in base ai criteri del Movimento 5 Stelle: no massoni, no indagati, no amministratori della  vecchia politica. Non ho ricevuto nessun nome e quindi ho scelto io tre figure tecniche di alto profilo, che possano dare una mano ad amministrare nel migliore dei modi la città.

Rimane da nominare ancora un assessore per completare la giunta.

Approfitto dunque di questa intervista per lanciare un appello, tramite Tp24, a tutti i professionisti che vogliono spendersi per la propria città: che presentino i propri curricula direttamente al sindaco.

La porta è aperta a tutti, tranne che ai massoni, agli inquisiti e a chi ha avuto un ruolo politico nelle vecchie amministrazioni.

E l’apertura nei confronti delle opposizioni rimane. Se verranno proposti degli spunti programmatici,  noi saremo pronti a prenderli in considerazione, per portarli avanti insieme alle forze politiche che vorranno condividerli.

Sia chiaro, il fatto di non rinunciare alla nostra identità non preclude affatto la condivisione di temi estranei al nostro programma elettorale, basta che non siano in contrasto.

 

Sindaco, lei è centrato sui programmi ed è certamente un punto di vista ammirevole. Ma come si risolve il problema dei numeri in consiglio comunale? Di solito, le aperture alle opposizioni, in politica, si concretizzano in termini di assessorati di riferimento, che aumentano la probabilità che le delibere consiliari proposte dalla giunta possano essere votate favorevolmente.

 

E’ una logica che non ci appartiene. Alla città interessa la condivisione di progetti per la soluzione dei problemi, non le quote assessoriali. Siamo d’accordo su questo e quest’altro punto? Bene, vediamo insieme a quale tecnico competente possiamo dare mandato per realizzarlo.  È questo l’approccio. Credo di aver interpretato la volontà del 65% dei cittadini che ci hanno votati.

 

E se per la politica d’opposizione, la difficoltà a fare dei nomi dipendesse dal timore di essere percepiti alla guida della città insieme ai 5 Stelle? Potrebbero aver paura di bruciarsi, nel caso altri dissidenti del Movimento, come già accaduto per i tre consiglieri transitati nel gruppo “Bene Comune”, abbandonassero la maggioranza?

 

Il nostro è un gruppo coeso, sia nell’ambito dei consiglieri che degli attivisti. Fare dei calcoli numerici sulle scelte importanti che servono per la comunità, non mi sembra il miglior modo di fare politica in un contesto difficile come il nostro. Ma che vuol dire? Che se siamo 18, posso suggerire un assessore, dando il mio contributo alla città (perché non lo si dà al Movimento 5 Stelle, ma alla città) e se siamo 14 è meglio di no perché si può rischiare di finire in minoranza? Vorrà dire che questo disimpegno dovranno spiegarlo ai castelvetranesi alle prossime elezioni.

Insomma, io credo che bisogna rendere conto ai cittadini che ci hanno votato, evitando di guardare sempre al proprio orticello. Io sono il sindaco di tutti, così come ogni consigliere è il consigliere di tutti, non soltanto dei propri elettori.

 

Il periodo non è dei migliori. Il comune è in dissesto finanziario e siamo nel pieno di una pandemia. Che risposte è possibile dare a chi si aspettava il cambiamento?

 

Un primo cambiamento è stato nell’imparzialità. La vera rivoluzione di quest’amministrazione sta nell’essere imparziali. Vuol dire andare in fondo alle cose senza guardare in faccia a nessuno. Vuol dire che da sindaco, se serve, non ho nessuna remora nel redarguire un capo di direzione. O che di fronte a determinate cose, non ho alcun tentennamento nell’inviare esposti alla Procura.

Purtroppo non abbiamo né soldi, né la bacchetta magica, ma non ci siamo mai sognati di avvantaggiare qualcuno a scapito di un altro. O peggio, a scapito di tutti.

 

Egidio Morici