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06/11/2020 07:30:00

Giordano Bruno Guerri alla Fondazione EriceArte: una polemica fuori contesto

In questi tempi incerti, avremmo bisogno di una parola. Non di una parola nuova, ne basterebbe una trascurata e dimenticata, una parola come “contesto”.

Contesto è oggi una parola trascurata e dimenticata, eppure è ancora enormemente necessaria per vivere il nostro confuso presente. Avere coscienza del contesto, o dei contesti, significa infatti possedere una spia che lampeggia ad ogni nostra impressione azzardata, a ogni giudizio confortato da poca riflessione.

In questi giorni, a Erice, si è accesa una polemica attorno alla figura dello storico Giordano Bruno Guerri, nominato sovrintendente della fondazione “EriceArte”. La nomina di Guerri ha suscitato molte perplessità, espresse soprattutto da Valentina Villabuona dell'assemblea provinciale del PD e dell’ANPI di Trapani.

Le loro perplessità si riassumono in alcuni punti:

- Non si discute il curriculum del professor Guerri; ma sarebbero motivo di biasimo alcune sue frasi di natura filofascista come: «Il rischio di fascismo non esiste, le minacce da temere sono altre, a cominciare da quella religione civile, imposta nel Dopoguerra, che ora resuscita fantasmi dal nulla».

- Si sottolinea la curiosa scelta di Guerri; in opposizione, si pensa, al colore politico della cittadina ericina. Erice è città del centro-sinistra; Guerri, a quanto si intende dalla note, sarebbe un nostalgico del "Partito".

- Si suppone che il nome di Guerri sia stato caldeggiato dall’assessore Alberto Samonà, anche lui noto alle cronache per le sue simpatie destrorse.

Adesso, proviamo ad applicare la parola “contesto” per ciascuna di queste posizioni, partendo dall’ultima e risalendo.

- Giordano Bruno Guerri è uno dei maggiori storici del Novecento italiano. L’importanza dei suoi studi - che hanno permesso di capire e conoscere in profondità il Ventennio fascista e non solo (non bisogna dimenticare che Guerri è anche un grande esperto di Risorgimento) - lo ha portato ad essere uno degli intellettuali italiani più riconosciuti e apprezzati all’estero. Non ha bisogno, quindi, che un assessore regionale lo raccomandi.

- E passiamo così al secondo punto. La nomina di Guerri non è una nomina politica. Il posto della sovrintendenza della fondazione “EriceArte” viene assegnato dopo una manifestazione di interesse e il vaglio dei curriculum e delle competenze. Guerri, poi, non riveste oggi alcun incarico politico. Attualmente è il presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera. Ma per proprietà transitiva, a quanto pare, viene percepito come membro di Casa Pound o Forza Nuova.

- E si arriva all’ultimo aspetto: le sue considerazioni sul fascismo. Qui la parola contesto è quanto mai indispensabile. Il fascismo storico (1922-1943) è una stagione storica chiusa, circoscritta, e non replicabile. Non si potrebbero mai verificare le stesse situazioni, gli stessi contesti, le stesse condizioni. Perché? Perché la Storia esiste, e noi ne abbiamo coscienza. E se il racconto di quella Storia esiste, e ci permette di non replicare situazioni, contesti e condizioni, è grazie a storici come Giordano Bruno Guerri, che hanno dedicato la loro vita allo studio di quei fenomeni. In Italia serpeggia sempre la convinzione che bisogna innanzitutto demonizzare, e poi riflettere. Però vedere i demoni del fascismo ovunque, non è certo il miglior modo per sostenere la causa antifascista. È vero, in Italia non mancano i nostalgici, e assistiamo sempre più spesso a loro violente manifestazioni: questo però non significa perdere la bussola, darsi alla caccia alle streghe, confondere uno studioso di fama internazionale con un militante di Forza Nuova. Perché, altrimenti, si ricade proprio in quello che diceva Guerri, «se in Italia c’è un pericolo, quello è l’Antifascismo». È lo studio, lo studio della Storia e lo studio dei suoi contesti, che ci fa forti contro il Fascismo e contro ogni fascismo.

Vorrei chiudere con un’ultima piccola nota a margine. In queste polemiche, il problema, in verità, è l’argomento. Le perplessità non riflettono sul curriculm del professor Guerri. Invece è lì che bisognerebbe puntare una giusta polemica, non sulla questione fascismo/antifascismo. A noi interessa sapere: Giordano Bruno Guerri, storico del Novecento, presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, è la persona giusta per sovrintendere alla Fondazione “EriceArte”? Le sue competenze possono portare beneficio alla città? Le sue competenze, di storico e di presidente di una delle più importanti fondazioni italiane, sono quelle che Erice cercava?

Se la risposta è sì, tutto il resto rimane fuori contesto.

Marco Marino