Non fu inquinamento ambientale. E’ quanto ha sentenziato il giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona assolvendo il titolare di un oleificio di Mazara, Giuseppe Accomando, legale rappresentante e amministratore dell’Accomando Services, e un autotrasportatore che ha operato su suo incarico, Francesco Zerilli.
Accomando e Zerilli (rispettivamente difesi dagli avvocati Salvatore Errera e Giovanni Galfano) erano finiti sotto processo perché responsabili dei reati di “abbandono incontrollato di rifiuti costituiti da acque di vegetazione per la molitura di olive in modo tecnicamente non corretto e non assicurando una uniforme distribuzione” tanto da creare fenomeni di ruscellamento e lagunaggio su un terreno di Campobello di Mazara, e per aver realizzato “in modo tecnicamente non corretto l'utilizzazione delle acque di vegetazione determinando una non corretta distribuzione” sullo stesso appezzamento di terra. Per il primo reato, però, il giudice ha sentenziato che “il fatto non sussiste” e per il secondo che “non è stato commesso”.
Nel corso del processo, sono stati ascoltati sia funzionari dell'Arpa, che agenti della polizia municipale di Campobello di Mazara. “A seguito di una approfondita ed attenta istruttoria – spiega l’avvocato Errera - è emersa la totale estraneità dell'Accomando da ogni responsabilità penale in quanto, l'azienda e per essa il suo amministratore avevano nei tempi previsti dalla norma provveduto a dare le dovute comunicazioni circa lo spandimento ed ottenuto l'autorizzazione unica ambientale proprio dal comune di Campobello conferendo contrattualmente incarico a società terza il compito dello sversamento. Si è fatta così chiarezza in ordine ad una vicenda per cui l'oleificio Accomando era stato addirittura ritenuto responsabile di inquinamento ambientale con tutte le conseguenze del caso. Di fatto, l'Accomando nello spandimento delle acque di lavorazione per la molitura delle olive si avvale di soggetti trasportatori terzi cui viene conferito espresso incarico per tale delicata operazione”.