di Katia Regina
Non si tradisce più come una volta. Rischia di apparire scorretto scrivere una sorta di elogio del tradimento, ma, alla fine, qualcuno potrebbe apprezzare. Seppur deplorevole, il tradimento, ci ha fornito le pagine più belle della letteratura di tutti i tempi, a cominciare da Elena e Paride. Se Elena fosse rimasta fedele a Menelao niente Guerra di Troia, e, di conseguenza, niente Odissea.
Chi potrebbe mai biasimare Francesca per aver tradito uno zotico di marito che le avevano imposto di sposare? Neppure Dante riesce a condannarli fino in fondo, così, mettendo in discussione lo stesso giudizio divino che li voleva all'inferno, ne canta il compimento del riscatto facendoceli trovare abbracciati, in eterno. Il Sommo poeta, poi, si spinge oltre mettendo tra le loro mani un libro galeotto che celebra un altro tradimento, quello tra la moglie di Re Artù, Ginevra, e Lancillotto. Senza quell'adulterio saremmo stati privati del Canto più struggente di tutta la Divina Commedia. Ma se Dante parla di amore puro, cortese, quasi a giustificare il gesto immorale, in letteratura c'è stato pure chi ha osato ancor più addirittura durante gli anni più bui del Medioevo. Giovanni Boccaccio, nelle novelle del Decameron, sospende ogni giudizio rispetto ai tanti tradimenti narrati, li giustifica persino, escogitando stratagemmi esilaranti per poter soddisfare mogli trascurate sessualmente da mariti bigotti.
Tra i tradimenti più noti della letteratura va citata l'ingenua (?) Madame Bovary, annoiata da un matrimonio infelice, corrotta dalle letture di romanzi d'amore, idealizza principi azzurri, ma tradisce suo marito con uomini mediocri. La storia non finisce bene, com'è noto, ma fa la fortuna del suo autore, Gustave Flaubert, che viene processato per immoralità e oscenità, ma il suo romanzo diviene il più chiacchierato e letto per molti anni e fino ai giorni nostri.
A finire sullo scaffale dei classici ci sarebbero ancora decine di volumi ispirati da un tradimento: Anna Karenina per esempio, ma anche Il Rosso e il nero, La lettera scarlatta. Un punto di svolta, su questa tematica, giunge grazie a D.H. Lawrence con L'amante di Lady Chatterley, dove il gesto si consuma attraverso una scrittura erotica potente.
Con Le Affinità elettive Goethe mostra invece una declinazione del tradimento inusuale, necessario, dominato dalla potenza della chimica. Un grazie dunque a quanti, attraverso il tradimento, hanno conquistato l'immortalità. Va da sé che tradire non implica necessariamente un adulterio, si può tradire infatti un ideale, un amico, un giuramento.. e perché no... il gestore telefonico. Succede spesso di cambiare operatore, quasi sempre per convenienza, ebbene, ero rimasta fedele per quasi un ventennio e non avevo mai ceduto alle lusinghe di tutti gli altri corteggiatori, fino a quando non sono stata invitata, sottovoce, a cambiare gestore per poi rientrare ed ottenere finalmente uno sconto.
Il messaggio che passa, in questi casi, mi pare avvilente. Tradisci e sarai premiata! Ecco perché ribadisco: non si tradisce più come una volta.