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23/12/2020 06:00:00

I fatti dell'anno, il naufragio del peschereccio "Nuova Iside" 

Tra le notizie del 2020 c’è quella che riguarda il peschereccio “Nuova Iside” affondato la notte del 12 maggio scorso al largo di San Vito Lo Capo.

Nel naufragio hanno perso la vita Matteo Lo Iacono, 53 anni, il figlio Vito di 27 anni comandante del peschereccio e Giuseppe Lo Iacono, 33 anni, cugino di Matteo.

La scomparsa dell’imbarcazione è un vero giallo - Il peschereccio era partito dal porto di Terrasini e navigava fra le acque del Trapanese e quelle del Palermitano prima di non dare più alcun segnale. Secondo le indagini della Procura di Palermo, in particolare dall’analisi del tracciato del radar, era emerso che la petroliera “Vulcanello” sarebbe stata sulla stessa rotta del peschereccio “Nuova Iside”.

L'indagine sul naufragio del "Nuova Iside" – Dopo un'inchiesta di Repubblica, l'indagine coinvolge la petroliera Vulcanello. E’ indagato per frode processuale e favoreggiamento Raffaele Brullo l'armatore e rappresentante legale della "Augusta Due Srl", la società titolare della petroliera, coinvolta nell'affondamento del peshereccio "Nuova Iside". Brullo avrebbe ordinato la pitturazione dell'opera morta dello scafo della nave, nonostante l'apertura dell'inchiesta della Procura. Oltre a Brullo, sono: il comandante Gioacchio Costagliola, il timoniere Mihai Jorascu e il terzo ufficiale Giuseppe Caratozzolo.

Il mistero continua, non ci sarebbero tracce della vernice della petroliera - Si sono susseguite diverse verifiche, anche sulla scatola nera della petroliera. Ma il quadro si è complicato perché a novembre sono giunti i risultati della perizia del consulente della Procura dalla quale si evince che non sarebbe stata ravvisata - nei campioni prelevati dalla petroliera - la vernice del peschereccio. Come affermato dallo stesso avvocato dei familiari dei Lo Iacono, Aldo Ruffino, «la perizia non ha risolto il mistero».

Dopo più di un mese dal naufragio viene  trovato un corpo in mare, in Calabria, dalla capitaneria di Porto di Goia Tauro. Potrebbe essere di Vito Lo Jacono, il 26enne che si trovava a bordo del peschereccio Nuova Iside. La Procura della Repubblica di Palermo ha contattato i colleghi di Palmi per le verifiche sul corpo ritrovato. Il cadavere è stato recuperato, ma solo l’esame del dna potrà svelarne l’identità.

Solo pochi giorni fa la conferma che è di Vito Lo Iacono, comandante del peschereccio di Terrasini “Nuova Iside”, il corpo ritrovato sulla spiaggia di San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria, lo scorso 11 giugno. A fugare ogni dubbio è stato l’esame del DNA, disposto dalla Procura. Sul corpo del giovane, infatti, erano stati individuati due tatuaggi, un timone e un cavalluccio, compatibili con quelli di Vito Lo Iacono, inducendo gli inquirenti a chiedere l’esame di comparazione con alcuni campioni prelevati dai familiari del giovane.