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30/12/2020 08:25:00

Oggi va in pensione Enrico Caruso, direttore del Parco Archeologico di Marsala

Oggi va in pensione l’architetto Enrico Caruso, direttore del Parco Archeologico di Lilibeo-Marsala.

Molti sono i meriti che vanno riconosciuti alla sua figura di studioso e di dirigente di siti archeologici. Negli anni si è distinto per la rivalorizzazione del patrimonio culturale della nostra isola: tutti ricordano il suo lavoro per il nuovo allestimento del Museo di Aidone, che accolse il ritorno della famosa Dea di Morgantina. Così come nessuno ha certo dimenticato il suo impegno al Parco Archeologico di Selinunte; nei mesi della sua direzione il Parco riuscì finalmente ad aprirsi al mondo, colpendo l’interesse della stampa nazionale e internazionale, che con entusiasmo ritornavano a raccontare i suoi riscoperti tesori archeologici.

Non a caso abbiamo usato l’espressione “aprirsi al mondo”. Perché il lavoro dell’architetto Caruso si è concentrato proprio su questo verbo, “aprirsi”. E' stata infatti una grande idea di apertura quella di porre in dialogo le architetture del mondo antico con il teatro contemporaneo, l’arte, la musica; è stata una missione continua tenere vivo il contatto tra la città antica e la città moderna, tra il racconto delle società antiche e le esperienze del presente; è stata una grande prova di professionalità e passione riuscire a pensare e organizzare i musei del territorio trapanese perché non avessero nulla da invidiare ai più rinomati musei internazionali.

Nei suoi ultimi anni di lavoro, Caruso è ritornato al Parco Archeologico di Lilibeo-Marsala. In questi anni, la città ha contratto con la sua figura un forte debito di riconoscenza: senza la sua pervicace azione non saremmo ritornati ad apprezzare la bellezza della Platea Aelia, che ha animato con spettacoli e concerti; il Baglio Tumbarello non sarebbe stato riaperto; non avremmo potuto apprezzare il fascino delle sale della Nave Punica e della Nave Romana, e soprattutto il viaggio nel tempo attraverso gli spazi del museo, dalla fondazione di Lilibeo fino all’epoca cristiana.

E sono tante ancora le idee che Caruso ha suggerito e che lascia in eredità a chi lo succederà. Un’eredità molto gravosa, che dovrà riprendere e rispondere all’entusiasmo di un uomo che ha donato alla sua comunità tutto il suo talento. Restituendoci tante, tantissime volte l’orgoglio di poterci dire figli di questa terra.