Che anno sarà il 2021 da un punto di vista politico? Intanto sarà, e questo è già una conquista. Non era così scontato che ci trovassimo a raccontarlo.
La pandemia ha cambiato il mondo della comunicazione politica, rendendola più agile da un punto di vista di collegamenti, tutto da remoto, ma allo stesso tempo più insidiosa e con un impegno h24.
I politici oggi si contattano con più facilità, c’è sempre qualcuno dello staff che risponde, che interloquisce con il cittadino, che fa da ponte. Quindi, almeno di facciata, è una politica più vicina al lettore e al popolo, grazie al lavoro certosino fatto dal team che gravita attorno al politico di turno.
Cosa chiedere a questo nuovo anno? Stabilità politica, basta alle curve, alle montagne russe, alle incertezze. Sono scenari che allarmano i mercati mondali, i cittadini che sono allo stremo delle forze economiche e psicologiche, la Pandemia ha davvero svilito il Paese e ha aperto scenari inimmaginabili.
A marzo ci sarà la prova del nove, sono sul tavolo le riforme sulle politiche attive per il lavoro, ma si dovrà affrontare ancora e seriamente il tema della scuola e dell’università. Necessari i fondi e gli investimenti in Sanità e per la povertà educativa.
I primi mesi del nuovo anno non saranno facili, peseranno i vari lockdown. Ci vuole una sintesi politica, perché di alta politica ci sarà bisogno.
C’è tanto da fare e la lezione arriva da Papa Francesco: “Basta piangersi addosso”.
Sarà un anno difficile ma anche ambizioso perché si getteranno le basi per il futuro, per questo non si potrà dimenticare l’Ambiente e l’attenzione la Clima.
Non sarà un anno per le debolezze ma per il coraggio e sarà un anno in cui le donne saranno il tema centrale del dibattito sociale e politico.
Si sono dimostrate tenaci e capaci, sensibili e decisive. La svolta arriva dalle donne, affidabili, precise, ambiziose, mai numeri ma persone.