La nomina dei due assessori regionali in quota Forza Italia ha creato non solo polemiche ma soprattutto problemi.
Dodici assessori, tutti uomini. Gli ultimi due acquisti sono Toni Scilla per la provincia di Trapani e Marco Zambuto per quella di Agrigento. Una strategia forzista che vede vittorioso Gianfranco Miccichè, che in un’ottica di prossime elezioni va coprire due territori che non avevano una presenza importante.
Il presidente della Regione Nello Musumeci ha un problema che deve risolvere nel giro di poche ore, la rappresentanza femminile in giunta. Qualora non dovesse riequilibrare si aprirebbe la possibilità di impugnare il provvedimento e pertanto l’intero esecutivo decadrebbe.
Chi lascerà? Musumeci ha chiesto un passo indietro ai centristi rappresentati da Cantiere Popolare e Idea Sicilia, ma in verità a lasciare potrebbe essere l’assessore alla Famiglia Antonio Scavone. Uomo poco comunicativo, del suo assessorato si conosce poco, non è riuscito ad imporsi nelle cronache politiche e per questo potrebbe essere sostituito. Del resto nel Catanese il governatore è già forte di suo, ha bisogno di bilanciare la sua posizione nel palermitano, in vista delle prossime elezioni regionali.
Il nodo verrà sciolto nelle primissime ore di questo lunedì, salvo colpi di scena dell’ultima ora.
Certamente non si vorrà continuare ad alimentare la polemica, che mina la credibilità dell’esecutivo e soprattutto arrocca il presidente su una posizione maschilista che lo vede perdere quota.
Non sono mancate le voci di critica in seguito alle esternazioni del deputo Vincenzo Figuccia, della Lega, che ha liquidato la questione come una sterile polemica, evidenziando come non sia importante cosa si abbia tra le gambe ma tra le orecchie.
Una caduta di stile che ha portato molti a prendere le distanze dall’infelice uscita.
Milena Gentile, responsabile del dipartimento delle Pari Opportunità del Pd Sicilia ne ha fatto nascere una campagna #inmezzoalleorecchie.
Figuccia sostiene che si tratti di una “polemichetta radical chic su un maschilismo inesistente. Francamente non comprendo in che cosa si concretizzi il maschilismo nel sostenere che le donne vanno supportate non perché donne ma perché sono brave. L’isterismo di una certa sinistra da salotto che spesso utilizza le donne come elemento decorativo mi conferma che le mie parole hanno smascherato una ipocrisia generalizzata che vuole le donne specie protetta e non protagoniste di una parità incentrata sul merito. Tuttavia alla loro cattiveria rispondo con un sorriso”.
Intanto 500 donne chiedono le dimissioni del deputato della Lega: “L’affermazione di Figuccia è la conferma, ancora una volta, di una subcultura presente oggi in una parte della politica, quella più violenta e conservatrice che crede ancora che il “potere di decidere della vita degli altri deve essere maschio”. Non accettando, invece, che “femmina è la possibilità di contribuire a generare eguaglianza, pari opportunità, apertura, melting pot. E dunque da escludere. L’esclusione di donne dal Governo regionale è una notizia desolante che fa cominciare nel peggiore dei modi il nuovo anno per la Sicilia e per tutte le donne che ogni giorno contribuiscono alla crescita culturale, economica e sociale dell’Isola”.
Anche la rete dei CPO Sicilia si è fatta sentire attraverso il proprio comitato, la lettera scritta a Musumeci è di disappunto per la mancata presenza in giunta regionale delle donne. Questione che oggi dovrebbe essere risolta e che porterebbe finalmente l’arrivo di una donna palermitana, vicina al presidente, non sgradita agli avversari, capace di dialogare con mondi politici trasversali.