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05/01/2021 22:25:00

In 25 anni confiscati 35 mila beni ai mafiosi. Don Ciotti: "Utili per la ripresa del Paese"

In Italia sono stati confiscati definitivamente oltre 35 mila beni immobili.

Sono circa 900 le associazioni e le cooperative che li gestiscono, più di mille i Comuni a cui sono stati destinati gli immobili confiscati alla criminalità organizzata. E' questa la sintesi del bilancio di Libera a 25 anni dall'approvazione della legge 109/96 che regolamenta l'uso sociale dei beni confiscati alla mafia.


Dei 35 mila beni confiscati sono 16.500 quelli destinati e consegnati dall'Agenzia nazionale per i beni confiscati e sequestrati. C'è da dire che altri 19 mila sono gli immobili ancora in gestione all'Agenzia, e di questi 11 mila confiscati in via definitiva. Deludente però è il dato di un monitoraggio fatto nel corso del 2019 dall'Agenzia. Su un campione di 6 mila beni immobili destinati alle amministrazioni comunali, si è avuto riscontro su 2600 beni e soltanto poco più della metà è stato effettivamente riutilizzato.


“Sono trascorsi venticinque anni dall'approvazione della legge n.109 del 7 marzo 1996 che andava a completare la Rognoni La Torre del 1982 sul versante della restituzione alla collettività dei beni tolti ai mafiosi. Un’intuizione e un sogno che si realizzava a Palermo, in Sicilia e poi in tutta Italia, tenendo viva la memoria delle vittime innocenti della violenza criminale e mafiosa”, ha dichiarato don Ciotti.
Libera avanza delle proposte per migliorare l’utilizzo e lo sfruttamento delle risorse ancora rimaste senza una destinazione. C’è un “contributo che il sempre più vasto patrimonio dei beni mobili, immobili e aziendali sequestrati e confiscati alle mafie, alla criminalità economica e ai corrotti può apportare agli sforzi per assicurare una ripresa nel nostro Paese post pandemia”, dice don Ciotti.