[Inizia oggi il nostro speciale dedicato al centenario della nascita di Leonardo Sciascia, nato a Racalmuto l'8 gennaio 1921. Cominciamo con una poesia inedita di Nino De Vita, tra i più cari amici di Sciascia, come testimoniano i molti ricordi raccolti nel suo libro Omini, pubblicato da Mesogea]
di Nino De Vita
Quella del 1999 fu una dura estate di grande siccità, una lunga estate. La campagna appariva come bruciata. Era anche, quell’anno, il decennale della scomparsa di Sciascia.
Io avrei voluto parlare con Leonardo, parlare con l’amico, dire di questa sete, della sete di noi uomini che qui in Sicilia viviamo.
Scrissi una lettera, in versi (A Leonardo Sciascia, Cutusìo 20 novembre 1999), che ho poi conservato in una busta che altre - da me a lui spedite, da lui a me spedite - ne contiene.
UNA GRANDE SETE
Dietro il pozzo, nell’ombra
del muricciolo giace
la cagna.
Io sto seduto
qui sotto i rami fitti
del pino.
Il sole è alto,
è caldo, il cielo troppo
azzurro.
È dall’inizio
di marzo a tutto questo
novembre che non piove.
Ieri, con lo scirocco,
volavano le foglie
secche, s’alzava in volo
una nube di polvere
terrosa, ed era tutto
cupo.
Tutti attendiamo, qui,
dal cielo qualche avviso
d’acqua per questa grande
sete.
Ci sono le radici,
il becco degli uccelli,
i semi e le grondaie
che attendono:
il ricordo
del tuono e della forza
del vento
lo scrosciare
dell’acqua sopra i tetti
e nei balconi
vuoti.
La foto di Leonardo Sciascia come immagine di copertina di questo articolo è tratta dal catalogo Leonardo Sciascia. Quasi guardandosi in uno specchio di Angelo Pitrone (Salvatore Sciascia Editore, 2019). La foto insieme a De Vita, invece, è di Giuseppe Leone.