Ore difficili per Giuseppe Conte alla ricerca dei «responsabili» necessari per una nuova maggioranza. Mancano voti, l’Udc si è sfilato. Pd in allarme. I giornali in edicola oggi raccontano i dubbi del premier e l’ipotesi di salire al Colle dopo una fiducia risicata.
Il premier Giuseppe Conte «senza Italia viva non ce la farà», dice Matteo Renzi, ma lui e i suoi «insistono a dirci di no». Così «daranno il Paese a Salvini e il Quirinale ai sovranisti». Matteo Renzi al Corriere spiega i motivi della rottura con il governo. «Abbiamo chiesto risposte su scuole, vaccini, infrastrutture e lavoro, ma non le abbiamo avute». Esiste ancora una via d’uscita: «Vogliamo che si formi una coalizione con un ruolo fondamentale per il Pd e per i suoi esponenti. I dem sanno bene che senza di noi non ci sono i numeri».
Nel Pd Goffredo Bettini prova a disegnare possibili scenari futuri per la crisi di governo: «Non so cosa accadrà in Parlamento. Ma lì occorre andare. Per verificare se Conte ottiene la fiducia — sottolinea l’esponente dem —. Se sì, la sola cosa politicamente opportuna e moralmente giusta è rimettersi al lavoro per affrontare l’emergenza». E sull’ipotesi di voto anticipato Goffredo Bettini commenta così: «Le urne sono l’ultima, davvero l’ultima, risorsa democratica a cui appellarsi quando non ci sono più speranze».
Scrive La Stampa: "Sarà un governo più debole di quello andato in crisi. E la strada per la fiducia alla Camera, domani, e al Senato, martedì, si presenta più ripida di quel che Conte poteva immaginare. Ad esempio, appare sempre più difficile che il governo possa raggiungere la soglia dei 161 senatori (maggioranza dei componenti) a Palazzo Madama".