di Katia Regina
Siamo tutti No Vax. Proprio così, anche quelli che si sono già vaccinati. Non è questo il momento per parlare di lobby farmaceutiche, e anzi, questo è il momento per ringraziare tutti i ricercatori, gli scienziati, insomma quanti hanno lavorato affinché si trovasse un vaccino il più presto possibile. Non intendo fare polemica sterile, non sono una complottista, sono davvero troppe le cose che non so per poter partecipare a questo tipo di dibattito. Vorrei solo affrontare un aspetto della vicenda che interessa tutti. Siamo tutti No Vax, perché stiamo privando della possibilità di vaccinarsi le popolazioni di interi continenti. Basta fare qualche veloce ricerca sulla rete per conoscere lo stato delle cose, nei dibattiti giornalieri non si parla di questa faccenda, confido in Sigfrido Ranucci, ormai uno dei pochi che affronta temi scottanti in prima serata. I Paesi ricchi (?) hanno già acquistato vaccini in quantità più che sufficiente per vaccinare ben due volte tutta la popolazione, il Canada addirittura può farlo ben cinque volte.
Una società guidata e mossa solo dall'Economia non può permettersi il lusso della generosità e, a quanto pare, neppure quello della prudenza. Chi ha scoperto il vaccino deve guadagnare, anche se ha avuto ingenti contributi statali per la ricerca, soldi pubblici, nostri... pertanto noi quel vaccino lo paghiamo due volte. Le aziende farmaceutiche non sono enti noprofit, e gli scienziati che non depositano i brevetti sono tutti morti. Non mancano tuttavia gli appelli da parte di alcune organizzazioni umanitarie affinché si liberi dal brevetto il vaccino contro il covid, Medici senza Frontiere in primis.
Non potendo estirpare il dioprofitto neanche quando c'è in gioco la salute di tutti, propongo allora un piccolo compromesso in stile napoletano: il vaccino sospeso. Quello sospeso lo dona la casa farmaceutica che lo produce, per contratto, ché tanto ha già guadagnato abbastanza con i cinque venduti. Un gesto di puro egoismo, avete letto bene, egoismo, sì perché il virus viaggia, muta, e poi torna da noi. Le migrazioni non le fermi alzando i muri, appartengono alla storia dell'umanità, da sempre.
Non tutti i paesi sono indifferenti rispetto a questo problema, la Russia e la Cina, ad esempio, si sono rese disponibili a donare i vaccini ai paesi africani. Una luce in fondo al tunnel? No, tranquilli. È tutto regolare. Un contratto, anche in questo caso, una donazione che contempla una clausola, ma non di quelle scritte coi caratteri piccoli, illeggibili, in questo caso non serve dissimulare, la controparte non è tutelata da nessuno. Ecco cosa stabilisce: noi vi diamo i vaccini gratis e voi partecipate in massa alla sperimentazione. Vuoi mettere che bacino d'utenza? Sono davvero tanti in Africa, così tanti e poveri che nessuno li ha mai contati. Inoltre 'sti africani nonconoscono neppure le class action.
Questa settimana vi consiglio un libro da non leggere: Vogliono farti ammalare di Kevin Trudeau, unitamente a tutti quelli che dimostrano lo stato di salute delle multinazionali del farmaco.
Per sopravvivere a tutto questo vi consiglio invece il libro della mia amica Sara Rattaro Il cacciatore di sogni, un intreccio narrativo di straordinaria bellezza, una scusa, forse, per raccontare la vita di Albert Bruce Sabin, lo scienziato che ha salvato il mondo grazie alla scoperta del vaccino contro la poliomielite, e che scelse di non depositare il brevetto.