Vediamo le principali notizie di oggi, 20 Gennaio 2021, sul coronavirus, in Italia.
Il coronavirus in Italia
Attualmente positivi: 535.524
Deceduti: 83.157 (+603)
Dimessi/Guariti: 1.781.917 (+21.428)
Ricoverati: 25.186 (-242)
di cui in Terapia Intensiva: 2.487 (-57)
Tamponi: 29.619.436 (+254.070)
Totale casi: 2.400.598 (+10.497, +0,44%)
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Il tasso di positività è sceso al 4,1% dal 5,6% di lunedì (dal 15 gennaio questa percentuale è calcolata contando anche i test rapidi, di conseguenza è più bassa rispetto a quella dei bollettini precedenti).
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La Sicilia ieri è stata la regione con più contagi (+1.641), seguita da Lazio (+1.100) ed Emilia-Romagna (+1.034). Tutte le altre regioni hanno avuto un incremento di casi a due o tre cifre.
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Il Piemonte sarà la prima regione in cui i medici di base potranno somministrare il vaccino contro il coronavirus. L’ha detto il presidente del Piemonte Alberto Cirio, dando per fatto l’accordo.
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«Una famiglia sterminata dal Covid: figlio, madre e padre tutti colpiti dal virus e deceduti nello stesso ospedale nell’arco di 18 giorni. È il tragico destino che il coronavirus ha determinato per Ivan Busso, 42enne, di professione falconiere, e i suoi genitori, Gina Smerghetto, 65 anni, e Gianni Busso, 72 anni. I tre risiedevano a Mira, nel Veneziano. Il primo ad essere colpito dal virus, all’inizio di dicembre, era stato Ivan, sposato e padre di una bimba. L’uomo è deceduto il 1° gennaio 2021. Nel frattempo i suoi genitori, rimasti anche loro contagiati, sono finiti in terapia intensiva. La madre è stata la prima a non farcela, seguita dal papà, spirato ieri alle 4 di mattina» lo scrive il Corriere della Sera.
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C’è un focolaio in una casa di riposo di via Varesina, a Como: si contano diciassette anziani morti e ottantatré contagiati.
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Lo sciatore Christof Innerhofer è stata trovato positivo al coronavirus. Per lui niente gare sulla Streif, a Kitzbühel, nel fine settimana.
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Come si esce dallo stallo attuale?
«Non andiamo peggio di altri Paesi, ma siamo nel limbo. Il lockdown duro ha senso dal punto di vista scientifico, ma susciterebbe una rivolta sociale. Si può continuare con zone rosse non troppo stringenti per regolare la velocità del contagio fino al vaccino».
Quando si potranno fare delle riaperture?
«Quando il 20-30 per cento della popolazione, compresa la parte più a rischio, sarà vaccinato»
Così Pregliasco in un'intervista a La Stampa.