Ieri su Tp24 abbiamo raccontato la singolare vicenda di uno dei due pescherecci sequestrati per 108 giorni in Libia, l'Antartide, che al rientro a Mazara del Vallo, ha visto il suo armatore multato dalla Capitaneria di porto.
In realtà la Capitaneria di Porto in una nota smentisce la ricostruzione dell'armatore del peschereccio e, anzi, spiega che la multa non ha a nulla a che vedere con il periodo del sequestro:
"La sanzione applicata non è in alcun modo legata alla vicenda del sequestro, ma si riferisce al mancato rispetto delle misure previste, per l’anno solare 2019, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali a tutela delle risorse ittiche, discendenti dalla politica Comune della Pesca dell’Unione Europea, la cui osservanza permette alle società armatrici di accedere a contributi economici.
Per accedere ai suddetti contributi l’armatore del Motopesca Antartide, nel mese di agosto 2019, ha dichiarato di aver osservato i giorni di fermo obbligatorio aggiuntivo previsti per quell’anno, già entro il mese di giugno.
Nel corso dell’istruttoria della pratica per l’accesso ai contributi, ultimata nel mese di dicembre 2020, è invece emerso che non tutti i giorni dichiarati potevano essere utilmente considerati ai fini del fermo pesca obbligatorio.
La circostanza era nota all’armatore già dallo scorso mese di maggio 2020, molto prima della vicenda del sequestro, ed a nulla rileva l’impossibilità di poter accedere ai dati del “logbook elettronico” sottratto dalla nave durante la detenzione. Tali dati, infatti, sono integralmente ed automaticamente trasmessi ai sistemi di controllo del Ministero delle Politiche Agricole, ai quali il personale della Capitaneria di porto preposta ai controlli accede normalmente e che gli armatori possono ottenere in copia con una semplice istanza alla Capitaneria.
Anche nel caso del Motopesca Antartide tale controllo è stato eseguito, con esito sfavorevole. La pratica si è quindi, conclusa negativamente con la conseguente applicazione delle sanzioni amministrative previste dalla legge.
La Capitaneria di porto, da sempre vicina alle legittime istanze del ceto peschereccio, pur comprendendo lo stato d’animo dell’armatore, continuerà con la massima trasparenza ad eseguire i controlli sull’erogazione di contributi pubblici, per garantire il pieno rispetto delle normative nazionali e comunitarie"