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27/01/2021 06:00:00

"Riabitare Alicia". Il piano per il recupero del centro storico di Salemi

 E’ trascorso poco meno di un anno da quando e’ stato premiato dalla Fondazione Sicilia un progetto di recupero e riqualificazione di una parte del centro storico di Salemi.


A presentarlo per conto del comune fu il dipartimento Architettura e design del Politecnico di Torino.
Dal beneaugurante titolo "Riabitare Alicia", fu addirittura indicato come un modello di riferimento per le politiche di rinascita dei borghi siciliani abbandonati, a conclusione di un bando, che intendeva stimolare studi e proposte finalizzati al recupero delle aree interne e per attuare una seria politica del territorio avendo al centro la valorizzazione dei centri minori.


E' un tema di straordinaria attualità, come si vede,  che vede accentuarsi negli decenni fenomeni di spopolamento drammaticamente collegati alla crisi dell'agricoltura e delle altre attività produttive tradizionali della Sicilia. 
L'andamento demografico oggi segna punti negativi e interessa gran parte dei piccoli comuni siciliani, compresa Salemi, colpita oltre che dal terremoto anche e soprattutto da scelte urbanistiche del passato, a dir poco scellerate, che condannarono il centro storico incentivandone l’abbandono.


L’esodo dal centro, spesso marcato da un sottile intento classista, da una parte verso le cosiddette residenze estive, dando a una ristretta cerchia la possibilità di costruirsi ville e villette con il denaro pubblico, a mo’ di indennizzo di casupole, catapecchie e catoi acquistati a prezzo vile, e dall’altra, erigendo anelli di cemento armato declinanti verso zone acquitrinose e malsane, ove operare trasferimenti in massa di uomini e cose.
Oggi, dopo che i buoi sono stati lasciati scappare, si tenta di salvare il salvabile, dando vita ad interventi orientati al recupero architettonico che diano valore ai luoghi non solo "in chiave nostalgica rispetto alla memoria del passato ma attraverso uno sguardo propositivo rivolto al futuro”, così come dal previsto dal bando a cui abbiamo accennato sopra.


Nel caso specifico di cui stimo parlando, si tratterebbe di ridare vita a una parte del centro storico di Salemi contribuendo a “finanziare l'idea di recupero e rigenerazione urbana che sta prendendo forma dal lavoro degli studenti del Politecnico di Torino sull'antico quartiere 'Piano Cascio'”.
E’ il tentativo che sta mettendo in atto il sindaco Domenico Venuti, utilizzando una quota dei dieci milioni di euro che la Regione Siciliana ha annunciato in favore della comunità della Valle del Belice a 53 anni dal terremoto.
L'intesa tra il Comune e il Politecnico universitario di Torino, che da diversi anni studia il centro storico di Salemi, ha già avuto un primo risultato grazie al progetto 'Riabitare Alicia', premiato dalla Fondazione Sicilia con circa centomila euro: risorse utilizzate proprio per finanziare lo studio di fattibilità del progetto, che è in corso di realizzazione.


L'obiettivo finale è la riqualificazione di una parte della città antica di Salemi, tra cui Piano Cascio:
un'area di circa 2.600 metri quadrati in cui far sorgere un centro polifunzionale universitario dedicato agli studi di urbanistica e archeologia.

"Il processo di ricostruzione dal terremoto del 1968 registra a Salemi lunghissimi ritardi sul fronte del recupero del centro storico, uno scrigno di storia che merita attenzione, salvaguardia cura – ha ammesso Venuti.
Ecco perché l'Amministrazione è intervenuta in questi anni sul fronte della prevenzione del dissesto idrogeologico, condizione senza la quale sarebbe impossibile qualsiasi ipotesi di recupero, intercettando e spendendo tante risorse.
Ora, finalmente, è tempo di intervenire con la messa in sicurezza avviando anche primi coraggiosi tentativi di riqualificazione.
'Riabitare Alicia' è uno di questi – sottolinea con forza Domenico Venuti.
Le idee e i progetti ci sono. Ora tocca si aspetta che siano lo Stato e la Regione facciano la loro parte con i fatti e non solo a parole. Unica condizione per potere affermare che si sta recuperando il tempo perduto accumulato in questi lunghi anni nei confronti di questo territorio che rischi di raggiungere un punto di non ritorno.


Franco Ciro Lo Re