Da semplice operaio a imprenditore, era riuscito a scalare le gerarchie per poter ottenere importanti appalti a Mazara del Vallo e non solo. Il tutto sotto le false spoglie della ditta della moglie. Un’impresa che lavorava per conto della mafia, e che aveva ottenuto diversi incarichi anche dal Comune di Mazara del Vallo.
A Fabrizio Vinci, però, le cose sono andate male, e nei giorni scorsi gli sono stati confiscati beni per circa 5 milioni di euro. Alle spalle, Vinci, ha una condanna a 12 anni per mafia, nel processo Visir. Un imprenditore a disposizione di Cosa nostra. Le indagini hanno riguardato il mandamento di Mazara del Vallo e della famiglia mafiosa di Marsala al tempo capeggiata da Vito Vincenzo Rallo, che operava secondo le direttive del latitante Matteo Messina Denaro.
È stato accertato come Vinci abbia stabilmente messo le proprie imprese a disposizione degli esponenti della famiglia mafiosa di Marsala per favorirne l’infiltrazione nel settore dell'edilizia e del calcestruzzo, nonché preso parte a riunioni della organizzazione in cui venivano trattate rilevanti questioni inerenti alla spartizione dei lavori da svilupparsi nel territorio di riferimento.
Le attività di Vinci, però, erano state messe sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, già diversi anni prima l’operazione Visir, che nel 2017 diede un duro colpo alla mafia tra Marsala e Mazara.
Mafia, Mazara: confiscati i beni di Fabrizio Vinci. Le immagini from Tp24 on Vimeo.
I primi sospetti sulle attività di Vinci risalgono ad indagini svolte addirittura già nell’aprile del 2007.
Vinci, era già sottoposto – assieme ad altri soggetti, tra i quali anche l’ex consigliere comunale e assessore mazarese Vito Martino (Pdl), poi arrestato, e l’imprenditore trentino, Luigi Franzinelli – ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, che poi diverranno, nel febbraio del 2009, il presupposto per un’altra operazione – coordinata dalla Procura antimafia di Palermo – denominata ‘Eolo’. Era il periodo in cui si stavano scoperchiando i loschi affari legati agli impianti per l’energia eolica, per i quali si erano già scatenati gli appetiti di colletti bianchi e mafia. “Dalle conversazioni esaminate – si legge nel decreto di fermo degli indiziati ‘Visir’ – emergevano i primi elementi dai quali si poteva ragionevolmente desumere una forte contiguità alle dinamiche mafiose dell’attività imprenditoriale di Fabrizio Vinci, il quale candidamente affermava di essersi sempre messo a disposizione di soggetti all’evidenza di spiccata influenza mafiosa”. I dialoghi del 2007, tra Vinci e Martino, tuttavia, sebbene non avessero consentito di delineare con chiarezza se l’imprenditore avesse un ruolo in ambito associativo mafioso, rendevano chiaro che Vinci fosse riuscito abilmente ad evitare che la ‘sua impresa’ Cucchiara Fina Daniela, che in realtà era intestata alla moglie, “non fosse estromessa o penalizzata nella spartizione dei lavori e delle forniture necessari per la realizzazione del parco eolico”. Fabrizio Vinci, classe 1970, operaio generico con la licenza di scuola media inferiore riesce a realizzare un piccolo impero, grazie alle sue amicizie.
Come quella che viene scoperta nel 2008, quando emergono contatti ‘pesanti’ tra Vinci e Vito Mangiaracina (padre dell’ergastolano Andrea, già reggente del mandamento di Mazara) in nome del quale, il primo, avrebbe ottenuto appoggi per garantirsi lavori legati alla realizzazione di un centro commerciale del gruppo Grigoli a Mazara (Despar Via Valdemone) e per la realizzazione di un impianto di produzione calcestruzzi. Siamo ancora nel periodo in cui era pienamente a regime la ‘Calcestruzzi Mazara’ della famiglia mafiosa degli Agate, alla quale, il nuovo impianto, avrebbe potuto dare fastidio.
Ma non solo eolico. Con la ditta intestata alla moglie, Daniela Fina Cucchiara, Vinci ottiene diversi incarichi con affidamento diretto, dunque senza gare d’appalto dal Comune di Mazara, per motivi di somma urgenza, con determine dell’allora sindaco Nicola Cristaldi. In un articolo di qualche anno fa elenchiamo tutti i lavori dell’impresa di Vinci per il Comune di Mazara. Un lungo elenco di lavori per somma urgenza, oppure per importi al di sotto della soglia necessaria per disporre le gare d’appalto.
Un operaio che ha fatto strada, in modo un po’ troppo spavaldo, con l’aiuto di cosa nostra. Ora le sue “fortune” sono nelle mani dello Stato.