Ieri, alle 17, sono cominciate le consultazioni al palazzo del Quirinale. Mattarella ha ricevuto nel suo studio i presidenti delle Camere e ha sentito per telefono il presidente emerito Giorgio Napolitano. Oggi si inizia con il partiti. Alle 17.30 tocca a Italia Viva: Renzi dovrà scoprire le sue carte. Ecco come i giornali oggi in edicola raccontano la crisi di governo.
«È oggi la giornata che può decidere la sorte di Giuseppe Conte. Alle 17,30 Matteo Renzi e i suoi sono attesi al Quirinale, e davanti a Sergio Mattarella dovranno scoprire le carte. Al Colle danno relativa importanza alle frasi che i vari politici stanno divulgando in queste ore: la vera partita si gioca nel chiuso delle consultazioni, iniziate ieri con i colloqui con i presidenti delle Camere. La presidente del Senato Maria Elisabetta è salita al Colle alle 17 e quello della Camera, Roberto Fico, alle 18; di quest’ultimo l’unica dichiarazione: “Tutti al lavoro per il bene del Paese”» spiega Repubblica.
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«Mai si era vista la presenza della stampa contingentata nei saloni del Quirinale, 13 giornalisti estratti a sorte più un fotorepoter che farà le foto per tutti. I giornalisti potranno accedere solo con un referto che attesti un tampone negativo. E per la prima volta, per ragioni sanitarie, non potranno sostare nel corridoio attiguo allo studio della Vetrata, ma nel grande salone delle Feste, la sala usata solitamente per il giuramento del governo […] Tutti i momenti pubblici saranno visibili in streaming sul sito del Colle. C’è poi un’altra differenza col passato: soltanto gli incontri con i presidenti delle Camere si tengono nello studio del Presidente, tutti gli altri si terranno nella sala del Bronzino e nella sala degli arazzi di Lille, alle cui pareti si possono ammirare cinque arazzi tessuti del Settecento. In questi due sale sono stati sistemati due lunghi tavoli dotati di microfoni e divisori in plexiglas. Vi possono trovare posto fino 16 persone, distanziate l’una dall’altra. Alla fine dell’incontro la sala verrà immediatamente sanificata, e l’incontro successivo si terrà nel secondo salone» sempre Repubblica.
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«Mattarella ha deciso di procedere spedito come un treno. Ai suoi consiglieri ha fatto capire di non voler cincischiare: “Per la prima volta l'Italia si darà un governo in dieci giorni”. Come? La road map è tracciata: consultazioni lampo con i soli gruppi parlamentari, snellendo la rituale procedura che - in questi casi - vede salire al Colle tutto il cucuzzaro (ex presidenti, i sindacati, Confindustria e compagnia cantante). A tutti farà un discorso papale-papale: il periodo è drammatico, la pandemia non molla la presa, è necessario far ripartire l’economia per contenere l’enorme deficit e debito pubblico, bisogna predisporre un Recovery plan credibile e autorevole per non farci riconoscere dall’Europa come i soliti peracottari» rivela per Dagospia.
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«Ieri Mattarella ha consultato per telefono il presidente emerito Giorgio Napolitano» precisa Repubblica.
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Oggi e domani saliranno al Colle i gruppi parlamentari. Si inizia alle 10 con il gruppo per le Autonomie, poi i gruppi Misti, Leu, Italia Viva e il Pd. Domani pomeriggio toccherà al centrodestra e al M5S.
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Domani sarà ricevuto anche il nuovo gruppo Europeisti-Maie -Centro democratico, che si è formato ieri al Senato. Ne fanno parte i senatori Maurizio Buccarella, Adriano Cario, Andrea Causin (vice presidente), Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Raffaele Fantetti (presidente), Gianni Marilotti, Ricardo Merlo, Mariarosaria Rossi e Tatjana Rojc.
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«A sera, la notizia che riaccende qualche speranza: Luigi Vitali, iscritto a Cambiamo ma nel gruppo di Forza Italia, arriva in soccorso del governo. Novità di rilievo, visto che Vitali è vicino a Mariarosaria Rossi, l’ex berlusconiana uscita da Forza Italia, che sta lavorando per attrarre altri senatori» è il retroscena del Corriere della Sera.
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«L’ultima capriola del Conte-zelig è stata quella di comunicare al Colle di essere pronto a formare il Conte Ter con il detestato Matteo Renzi. Puff! Rimangiato in un nanosecondo il proclama belligerante (“Mai più con Italia viva”) con cui l’avvocato pugliese, “sotto dittatura” di Travaglio e Casalino, aveva salutato l'uscita del Bulletto di Rignano dalla maggioranza. A forza di seguire i suggerimenti dei due Rasputin, Conte ha sbagliato tutto in queste ultime settimane, riuscendo a indisporre (eufemismo) il Quirinale che ai tempi e alle forme tiene tantissimo.
Il rinculo su Renzi dell’Avvocato di Padre Pio arriva a buoi scappati. Prima del voto di fiducia in Senato, Mattarella, in un colloquio interlocutorio con Conte, aveva fissato due paletti grossi come baobab:
1) è assolutamente necessaria una maggioranza stabile e numeri certi;
2) è assolutamente necessario risolvere in fretta la crisi per non lasciare il Paese allo sbando.
“Giuseppi” è riuscito a disattendere entrambe le richieste. Non solo si è lanciato in una grottesca caccia al peone voltagabbana, lasciando subodorare una toppa posticcia alla traballante maggioranza, ma ha perso giorni preziosi prima di lasciare la cadrega» sempre Dagospia.