L'indagine sul depistaggio della strage di via D’Amelio a carico degli ex pm Carmelo Petralia ed Annamaria Palma, accusati del reato di concorso in calunnia aggravato dall’avere favorito Cosa nostra è stata archiviata.
L’archiviazione era stata chiesta dalla stessa Procura di Messina. All’istanza si erano opposti i legali delle persone offese dal reato. "La corposa attività d'indagine svolta dalla Procura non ha consentito di individuare alcuna condotta penalmente rilevante a carico dei magistrati indagati che fosse volta a indurre, consapevolmente, Scarantino a rendere false dichiarazioni e a incolpare ingiustamente qualcuno", scrive il gip di Messina.
Secondo l'accusa, i due pm con tre poliziotti tuttora sotto processo a Caltanissetta - Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo - avrebbero depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio imbeccando tre falsi pentiti, tra cui Vincenzo Scarantino, e suggerendo loro di accusare dell’attentato persone ad esso estranee. La falsa verità, a cui per anni i giudici hanno creduto, è costata la condanna all’ergastolo a 7 persone: Cosimo Vernengo, Gaetano La Mattina, Gaetano Murana, Gaetano Scotto, Giuseppe Urso e Natale Gambino.
I sette, ora persone offese dal reato, si erano opposti alla richiesta di archiviazione presentata dai pm. A Palma e Petralia si contestava, oltre all’aggravante di avere favorito Cosa nostra, anche quella che deriva dal fatto che dalla calunnia è seguita una condanna a una pena maggiore di 20 anni.