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11/02/2021 06:00:00

La Sicilia dell’energia solare. Tra grandi progetti e qualche anomalia

La Sicilia, come tutto il Sud Italia, potrebbe essere una sorta di Emirati Arabi dell’energia solare.

Sono numerosi i progetti e gli impianti realizzati o in fase di studio in tutta l’isola e che potrebbero portare ad ipotizzare la strada dell’autonomia energetica. Anche con tecnologie innovative, come il solare termodinamico.
Recentemente Report, in una puntata sulla transizione energetica, ha dedicato ampio ed entusiasta spazio su due impianti di energia rinnovabile in provincia di Trapani. (qui è possibile rivedere la puntata)

Il primo impianto è già costruito, e operativo, nel comune di Partanna, ed è di proprietà della società Sol.In.Par. Il secondo impianto è della società Stromboli Solar, al momento è solo progettato, e sarà realizzato nella Piana di Misiliscemi, a Trapani.

Guardando la puntata di Report colpisce il tono entusiasta del giornalista e ill calibro dei partner, ENEA e Danieli, in primo luogo, e dall’amministratore della società committente , la C&C, l’ingegner Vito Aurelio Campanella. Questo nome non è nuovo alle cronache siciliane, ma ci torneremo dopo.

Il servizio di Report, dicevamo, colpisce per alcuni aspetti. L’entusiasmo per i progetti e la corsa al solare in Sicilia raccontati contrasta, ad esempio, con quanto scriveva circa un anno fa Il Sole 24 Ore in un articolo dal titolo lapidario: “Il solare termodinamico chiude”, a firma di Jacopo Glberto.. Nell’articolo si esprimeva amarezza per lo scioglimento dell’Anest, l’associazione di categoria, guidata dal dott. Angelantoni. La Angelantoni è la società titolare del brevetto per i tubi dei concentratori solari, inventati all’ENEA quando il presidente era il Nobel per la fisica Carlo Rubbia.

Pur essendo presente ENEA come partner tecnologico, la tecnologia usata a Partanna, non è quella degli specchi parabolici, ma quella degli specchi di Fresnel. In parole semplici: è una tecnologia un po’ più semplice ed economica, non ancora dimostrata a livello commerciale. E in questo senso Partanna risulta essere quasi pioniera in questo campo.
Tutto molto interessante, ma non guasta dare un’occhiata ai protagonisti di questi progetti. Come le società Sol.In.Par e Stromboli Solar. Non trovando i siti proprietari, è utile consultare il Registro Imprese.
Qui la faccenda diventa interessante, innanzitutto perché entrambe queste società hanno sede a Bolzano, in piazza Walther 8 (notevole per due società trapanesi) e poi perché ci si trova di fronte una catena di società piuttosto lunga.

Proviamo a dipanare la matassa e a riassumere.
- La Sol.In.Par (capitale sociale 10mila euro) è al 50% di Ghadda srl (sede a Palermo) e al 50% di una società lussemburghese Ikav Geis sarl. La Ghadda ha dato in pegno la propria quota alla Ikav Geis.
- La Stromboli Solar (capitale sociale 10mila euro) è al 50% di William West 1 srl (sede a Milano) e al 50% di una società lussemburghese, Idility CSP sarl. Notevole: due società lussemburghesi.
- La Ghadda srl (capitale sociale 10mila euro) è al 100% della William West 1 srl.
- La William West 1 srl (capitale sociale 10mila euro) è al 100% della William West srl (sede a Milano)
- La William West srl (capitale sociale 10mila euro) è al 50% della I.T.E.MI srl (sede a Milano) e al 50% della Qis spa (sede a Palermo)
- La ITEMI srl (capitale sociale 10mila euro) è interamente di proprietà della signora Bogoni Paola (di Verona). Finalmente si chiude una filiera.
- La Qis spa (capitale sociale 120mila euro, sede a Palermo) è al 50% dello stesso Vito Aurelio Campanella e al 50% della signora Orlando Caterina. E quasi tutto il collegio sindacale sia costituito da persone di Verona.



L’ingegner Campanella è presente nei consigli di amministrazione di tutte queste società, tranne ITEMI.


Tornando al servizio di Report la narrazione che si fa di Campanella è quella di un figlio di braccianti che ha creduto nella sua terra e nel solare. Una narrazione a cui si contrappone la fittissima articolazione degli assetti societari e altre vicende passate.
Dicevamo di Campanella che il suo nome qualche anno fa è spuntato nelle cronache siciliane.
Nel 2006, allora 35enne, Campanella venne coinvolto in una inchiesta per una maxi truffa da 60 milioni di euro sui fondi europei che si concluse per l’ingegnere trapanese con l’assoluzione.
Un’altra storia che riguarda Campanella risale al 2011, e riguarda un progetto per la realizzazione di un parco eolico offshore, che all’epoca sarebbe stato forse il più grande del mondo. Ne avevamo parlato qui.

38 bestioni che dovevano nascere nello specchio di mare tra Castelvetrano e Pantelleria. Quel progetto era stato presentato dalla Four Wind, società nelle mani di una sola famiglia, quella degli imprenditori Campanella da Alcamo.
In questa famiglia di imprenditori, spicca soprattutto Vito Aurelio, ingegnere, project manager del contestato rigassificatore di Porto Empedocle e noto negli ambienti che contano per la sua vicinanza a Marcello Massinelli (uno degli uomini di fiducia dell'ex governatore Totò Cuffaro).
L’impianto eolico offshore venne contestato dagli ambienti politici e dalle associazioni ambientaliste, perchè sarebbe stato messo a rischio l’equilibrio biologico di quel tratto di Mediterraneo.
Quelli che qualche anno fa erano visti come gli inquinatori del mare oggi godono di una narrazione entusiasta e forse poco approfondita.