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18/02/2021 06:00:00

Dalle prime petizioni ad oggi. La storia della nascita del Comune di Misiliscemi

Sul suo territorio ricadrà una buona fetta dell’aeroporto di Birgi. Può godere della spiaggia di Marausa.

Ma tutto il resto è da costruire per Misiliscemi, il 25esimo comune della provincia di Trapani. Il referendum popolare di 3 anni fa, l’iter legislativo all’Ars, il voto dei deputati regionali dei giorni scorsi. E così, dopo oltre 15 anni di mobilitazioni Misiliscemi è diventato Comune indipendente staccandosi da Trapani. Troppe “dimenticanze” da parte della politica trapanese nei confronti degli abitanti delle otto frazioni che andranno a comporre il nuovo comune. Misiliscemi è nata, ma è tutta da costruire. Non ci sono servizi urbanistici, non c’è un municipio, non ci sono infrastrutture. I misilesi partono da zero. Come da zero è partito l’iter già diversi anni fa.

L'ASSOCIAZIONE MISILISCEMI E I PRIMI PASSI - Centrale nella storia del nuovo Comune è l’associazione Misiliscemi, che nasce nel 2005 per reagire allo “stato di degrado in cui versavano (e versano) le nostre contrade”.
La cose si muovono in fretta, e nella mente dei promotori, con in testa il presidente Salvatore Tallarita, c’è già l’idea di rendere le otto frazioni indipendenti da Trapani. Nell’estate del 2006 c’è il primo convegno dal titolo “Misiliscemi un Futuro Possibile!”. Si propone che il progetto Misiliscemi entri nelle dinamiche di sviluppo della pianificazione economica e urbanistica della città stessa.
A fine 2008 viene presentato al sindaco di Trapani un documento, sottoscritto da tutte le associazioni che operano nel comprensorio di Misiliscemi, dove si evidenziavano inefficenze, disservizi e si prospettavano soluzioni. E’ il preludio alla scelta di secessione.
Il 7 e l’8 marzo 2009, all’agriturismo Fontanasalsa, il convegno “Grande città piccolo comune … Costruiamo Insieme Misiliscemi!” in cui “ci fu detto palesemente che potevamo gridare quanto volevamo, tanto le cose non potevano cambiare”. Da qui, l’assemblea dei soci dell’associazione che dal 2010 cominciò a lavorare per avviare le procedure per il Referendum sull’Autonomia!”. I membri dell’associazione fanno il giro delle contrade, distribuiscono il progetto, e poi, nel settembre 2010, vengono raccolte le firme per chiedere l’autonomia di Misiliscemi: vengono raccolte 3 mila firme.


UN ITER LUNGHISSIMO - E’ il primo passo, ma non basta una raccolta firme per istituire un nuovo comune. L’iter è abbastanza lungo. Nelle scorse settimane è stata approvata la legge regionale che istituisce il Comune di Misiliscemi. Questo è stato, invece, l’ultimo passo, ma ancora c’è tanto da fare, dal quantificare il patrimonio comunale, al localizzare la sede del municipio, organizzare gli uffici, eleggere sindaco e consiglieri comunali. E anche l’iter che è stato seguito negli anni passati è stato abbastanza tortuoso. La petizione del 2010 ha permesso di raccogliere le oltre 3 mila firme necessarie per chiedere il referendum, serve infatti un terzo degli abitanti del territorio interessato per presentare l’istanza.
Passa qualche anno, e non pochi bastoni tra le ruote: “tra le altre cose la Regione ci chiedeva di avere certificata la superficie, il funzionario del Comune era scettico nel voler misurare con la squadretta il territorio. Ma noi siamo riusciti a produrre anche questo dato. Per il resto hanno impiegato più di sei mesi nel consegnarci il dato preciso della popolazione, hanno cercato pure di alterarla, perché la legge prevede che dovevamo raccogliere 1/3 delle firme della popolazione avente diritto al voto, ne abbiamo presentate circa 3000 e ci hanno detto che la popolazione era cresciuta. In verità il numero dei votanti era rimasto invariato” raccontò Salvatore Tallarita, presidente dell’associazione Pro Misiliscemi.


Dopo la raccolta firme, nel 2014 l’associazione Misiliscemi fa il primo passo. Prima di tutto devono essere i cittadini a volere la nascita di un nuovo comune. Allora c’è da fare un referendum, così viene depositata al Comune di Trapani l’istanza. E’ il consiglio comunale di Trapani, nel 2015, a dare l’ok all’istanza referendaria e trasmetterla all’assessorato Autonomie Locali della Regione. Un voto, quello del consiglio comunale di Trapani pieno di polemiche e reazioni. Per i contrari alla secessione è una follia, in un momento in cui si parlava di grande città con Erice. Per i promotori dell’indipendenza è la conferma che alle istituzioni non interessava nulla delle sorti di quelle frazioni.


 

Solo nel gennaio 2018 arriva l’ok dalla Regione. Si può fare il referendum.


IL REFERENDUM- Il 27 maggio del 2018 i trapanesi vanno al voto. Devono decidere se le otto frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Salinagrande, Palma e Pietretagliate potranno rendersi indipendenti e costituire il Comune di Misiliscemi.
Sono bastate le otto frazioni per raggiungere la percentuale del 52,04%.
Quorum raggiunto e superato, bastava il 50% più uno per un totale di 3606 elettori.
Vince il Si in queste otto frazioni, mentre nel resto del territorio, Trapani città compresa, poca l’affluenza, appena 3788 elettori, un numero troppo distante dal raggiungimento del quorum, pari al 7,19%.
A votare sono andati gli elettori delle frazioni interessate, per il resto ha vinto l’astensione, il disinteresse per quello che stava accadendo in una porzione di territorio vicino.

 

NON E' FINITA- A inizio 2020 la giunta Musumeci ha approvato la delibera di istituzione del nuovo ente locale che, all'inizio, sarà retto da un commissario in carica fino alle elezioni.
Il personale del comune di Trapani residente nelle frazioni scorporate passerà alle dipendenze del nuovo ente locale. Come dicevamo l’iter per la formazione di un nuovo comune non è molto semplice. I passaggi burocratici spettano praticamente tutti al Comune di Trapani. La Regione Siciliana sulla base dei dati forniti dai promotori del referendum diede l’ok al referendum. Palazzo d’Alì deve dare un valore alle cose, dare un valore al costituendo Comune. E’ soprattutto una questione economica, perchè bisogna dare un valore al patrimonio immobiliare del futuro Comune, edifici comunali, scuole, opere di urbanizzazione. E poi predisporre gli organi politici e amministrativi. E soprattutto gli atti ufficiali. Ma si attende la legge che dà l’ufficialità. A luglio la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana dà il nullaosta. Il 3 febbraio scorso l'Ars ha detto Sì alla sua costituzione, scrivendo la parola fine ad un iter lungo e complesso. Il disegno di legge è stato approvata con 21 voti favorevoli e 13 contrari.

  

I NUMERI DEL NUOVO COMUNE - Misiliscemi avrà 8.669 abitanti, circa il 12,5% degli attuali abitanti di Trapani (67.531), ma nel periodo estivo la popolazione arriverà a 25mila persone per via della presenza del lido Marausa. Il territorio di Misiliscemi, che comprende le frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Salinagrande, Palma e Pietretagliate, ha un’estensione di 93 km quadrati, rappresentando il 34% del Comune di Trapani da cui si è staccato. E l’aeroporto di Birgi ricade, adesso, in buona parte, sul territorio di Misiliscemi. Anche questa sarà una partita importante sul fronte degli oneri e dei vantaggi economici derivanti dallo scalo.



I promotori dell’indipendenza hanno calcolato che all’anno gli abitanti di Misiliscemi versano 12,1 milioni di euro di tasse al Comune di Trapani e che di questi solo l’1% viene investito sul territorio. Da qui ne deriva lo stato di abbandono: niente fognature, nè acqua corrente, niente servizi sociali, carenza di servizi essenziali.


Numeri che hanno portato gli abitanti di Misiliscemi a scegliere la via dell’autonomia. Una via non facile, che ha portato alla nascita del 25esimo comune della provincia. Una scissione che è stata accolta in maniera festosa dalla gran parte dei misilesi. Ma che ha generato molte polemiche, soprattutto negli anni passati, a Trapani. Una città, il capoluogo, che perde un pezzo importante del suo territorio, dopo anni in cui si è parlato di “grande città” ipotizzando l’unione con Erice. Un'unione di cui si sta tornando a parlare in questi giorni, per cercare di cancellare la delusione di aver lasciato perdere un territorio importante.