di Dorotea Rizzo
E’ una mattina come tante a Palermo. Decidiamo di metterci in macchina e andare verso il Viale della Regione Siciliana che attraversa il centro urbano di Palermo, noto anche come “Circonvallazione”. La strada rappresenta l’unica via di comunicazione veloce tra l’autostrada A19 Palermo-Catania e l’autostrada A29 Palermo-Mazzara del Vallo. Arrivati in prossimità del Viale della Regione Siciliana, iniziamo subito a intravedere file di macchine di pendolari che, ogni mattina, percorrono chilometri dai comuni limitrofi verso la città per andare a lavorare. Il Ponte Corleone per loro diventa un passaggio obbligato per raggiungere Palermo, così come per noi palermitani diretti verso altre provincie siciliane.
Ci sono strade alternative per evitare il ponte, ma percorrerle significherebbe procedere “a passo di lumaca” per ore. Non resta che passare per il cavalcavia. Ponte Corleone però “non è sicuro”, cosi ci è stato riferito tante volte in seguito alle perizie che attestano un cattivissimo stato di salute della struttura. L’ansia sale nel momento in cui dalla circonvallazione iniziamo a percorrere l’asfalto all’altezza del famoso bar “Baby Luna”, storico punto di riferimento per le gite fuori porta. Proseguiamo e il rumore delle ruote sulle giunture del ponte inizia a farsi sentire.
Menomale che da sopra non si vedono i piloni consumati dal tempo. Il Ponte Corleone è, infatti , il più antico dei ponti che attraversano il fiume Oreto. Le origini sono sconosciute, costruito nel 1962 è stato sempre oggetto di continue manutenzioni ai giunti di dilatazione.
Da vent’anni si aspettano soluzioni per potere effettuare i lavori di messa in sicurezza e consolidamento della struttura, con il progetto di un doppio ponte dal costo di 21milioni di euro. Una vera e propria odissea. Oggi, però: “I lavori di messa in sicurezza e ammodernamento del ʽPonte Corleoneʼ di Palermo “non possono più attendere.” Sono le parole del Presidente del Consiglio Comunale di Palermo, Totò Orlando, in una lettera rivolta al ministro delle infrastrutture nel gennaio di quest’anno: “Per questo ho chiesto al ministro per le infrastrutture Paola De Micheli di valutare la nomina di un commissario straordinario per gli interventi necessari, e di individuare un canale di finanziamento dell’opera”. La nomina di un Commissario scrive sempre Orlando “permetterebbe di presidiare celermente il ponte attraverso strumenti di monitoraggio strutturale di ultima generazione, di individuare la struttura tecnica in grado di predisporre nel più breve tempo possibile il progetto esecutivo di manutenzione ed adeguamento strutturale del ponte anche dal punto di vista sismico, e di rendere cantierabile l’intervento e provvedere all’affidamento delle opere garantendo la massima trasparenza delle procedure di legge e l’affidabilità dell’operatore economico incaricato”.
Intanto continuiamo a cavalcare il ponte, seguendo il limite di velocità previsto e quasi sempre non rispettato di 30 km/h. Sappiamo che il transito è vietato ai mezzi pesanti, con peso di 11 tonnellate per asse, perché si possano ridurre le pericolose vibrazioni. Ma questo non scongiura completamente il pericolo, ancora meno se pensiamo che la situazione precaria del ponte risale a periodi più remoti. I consiglieri comunali ,Giulia Argiroffi e Ugo Forello, del gruppo Oso, segnalando lo stato di precarietà del Ponte Corleone soggetto a “pericoli concreti e attuali per l’incolumità pubblica”, hanno accompagnato l’esposto ad una abbondante documentazione risalente addirittura al 2002. All’interno, è contenuta la relazione dell’ingegnere Marcello Arici secondo il quale: “Si sono determinate gravissime situazioni di dissesto strutturale in corrispondenza degli appoggi .Il dissesto è tale da generare una grave condizione di instabilità nella parte di impalcato semplicemente appoggiata con pericoli di crollo della stessa per una luce di 12,5 metri.”. Di conseguenza i due consiglieri chiedono alla Procura della Repubblica il sequestro preventivo, sia del Ponte Corleone che del Ponte Oreto.
Oggi, una vera e propria opera di consolidamento della struttura, un incisivo intervento, non è ancora stato fatto perché mancano i fondi . Eppure, il ponte è stato inserito nel 2016 tra gli interventi prioritari del “Patto per Palermo” che prevedeva lo stanziamento di una somma anche per la riqualificazione della circonvallazione, compresi i ponti stessi.
I lavori finanziati per il raddoppio della struttura non sono mai partiti, sarà necessario reperire altri fondi. Per giunta manca il cosiddetto “ monitoraggio dinamico”, il controllo quotidiano delle strutture a rischio che riguarda anche altri ponti nella stessa condizione . Siamo già arrivati a più della metà del ponte, mentre le macchine continuano a sfrecciare veloci...e noi ancora a passo lento a goderci, quantomeno, il “panorama”.