"Cosa nostra resta un modello criminale di riferimento. Ed è un modello vivo, non uno spettro che riaffiora dal passato. Se vogliamo, depotenziato, ma ancora estremamente pericoloso, richiedendo un'attenzione costante". Lo dice il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Teo Luzi, sull'Eurispes.it.
"Guardando agli sviluppi delle strategie operative di Cosa nostra - afferma Luzi -, direi che oggi il volto della mafia è 'mercatista': cavalca le logiche del mercato, offrendo beni e servizi. Droga, prostituzione, sempre richieste da migliaia di persone. Ma anche prestazioni in grado di abbattere i costi d'impresa. Penso allo smaltimento illegale dei rifiuti o alla fornitura di manodopera sottopagata o schiavizzata. La mafia non ha più un rapporto aggressivo con il territorio, ma tipicamente collusivo. La violenza è pronta ad essere impiegata. Ma deve essere indispensabile".
Secondo il generale Luzi "la crisi generata dalla pandemia sta gradualmente erodendo la struttura portante dell’economia del nostro Paese e le organizzazioni criminali sono alla continua ricerca di imprese moribonde da 'rianimare' attraverso liquidità di provenienza illecita. Una forma di estorsione che si presenta apparentemente per salvare l’imprenditore mettendogli a disposizioni capitali anziché sottraendoli, ed è per questo che spesso è la stessa vittima a cercare il suo carnefice che gli proporrà inizialmente strategie economiche e stratagemmi per evadere il fisco, chiedendo in cambio 'soltanto' una partecipazione ai profitti. Ma in poco tempo l’organizzazione criminale spingerà per aumentare il debito fino ad una stretta sempre più asfissiante che finirà per strozzare completamente l’impresa".