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02/03/2021 06:00:00

"Abbandonati tra i topi". La brutta fine dei dipendenti dell'ex Casa di Riposo di Marsala

 Non percepiscono stipendio da oltre 70 mesi. Ogni giorno fanno diversi chilometri per andare a “lavoro”, timbrano il cartellino, ma non hanno nessuno da accudire. Da qualche mese, poi, sono senza luce, senza acqua, e con la struttura invasa dai topi.


Sono i dipendenti dell’Ipab Giovanni XXIII di Marsala, l’ormai ex Casa di Riposo. Una situazione che abbiamo raccontato diverse volte su Tp24, e che è figlia di anni di promesse mai mantenute dalla politica, gestione poco attenta dei vari commissari che si sono succeduti. Alcuni impegnati soltanto a tirare a campare, piuttosto che salvare il salvabile. Altri ancora impegnati, poi, a liquidarsi le indennità, anzichè pensare ai lavoratori.


Loro, i lavoratori, nonostante tutto continuano ad andare ogni giorno nella struttura che era fiore all’occhiello nell’ospitalità agli anziani. Quando le strutture private erano soltanto roba da ricchi, quando le badanti non esistevano, ai “Cappuccini” andavano quegli anziani soli, con poche risorse economiche, che passavano in una struttura accogliente gli ultimi anni della loro vita. Adesso, dopo un periodo in cui hanno trovato accoglienza immigrati, la struttura è vuota. Un paio d’anni fa c’è stato un incendio che ha confermato l’inagibilità della struttura, da allora anziani e immigrati sono stati trasferiti. La struttura dà ospitalità solo a topi e abbandono. “Siamo trattati come animali”, dicono i dieci dipendenti dell’Ipab di Marsala ai nostri microfoni, ancora una volta. “Nessuno ci ascolta, non sappiamo come andrà a finire”. Eppure di promesse ne sono state fatte tante in questi anni. Dalla donazione a favore dell’Ipab che permetterebbe di coprire alcune spettanze, a quella del trasferimento dei lavoratori in “comando” al Comune. Niente. Neanche la luce hanno lasciato. Secondo la denuncia del sindacato Osservatorio Giuridico l'ex commissario Norrito, e il direttore amministrativo Ingargiola hanno utilizzato una somma di 20.000 euro che si è resa disponibile, per pagare le loro competenze e dei tecnici, dimenticandosi dei lavoratori.


Dopo questa denuncia è intervenuto uno degli ex commissari straordinari, Ignazio Genna. “Quando, nel maggio 2016, ho lasciato l’Ipab al mio successore, Francesco Mannone, con tanta dedizione e abnegazione ero riuscito a costruire un futuro per l’Ente e una speranza per i lavoratori. Ciò con tutti gli standard e le autorizzazioni necessarie per rinnovare le convenzioni alle scadenze, che al momento del passaggio di consegne erano ancora attive sia con la prefettura che con il comune di Marsala. Inoltre, da una richiesta fatta dal sottoscritto - continua Genna - all'Assessorato Regionale alla Famiglia Serv. VII di accesso agli atti in cui si chiedevano i bilanci di previsione e consuntivi dell'IPAB Giovanni XXIII 2016 - 2017 la risposta è stata che non sono stati prodotti bilanci da parte dell'Ente malgrado i solleciti, eccetto un bilancio consuntivo del 2018, prodotto nel mese di Giugno del 2019”.

Genna rileva che nonostante ciò sono state spese somme “per qualche milione di Euro”.
“Inoltre è in atto un procedimento penale a carico del Direttore Segretario della Casa di Riposo Giovanni XXIII dott.ssa Reina Caterina Ornella.
Si rammenta che le IPAB sono Enti Morali sottoposti al controllo dell'Assesssorato Regionale alla Famiglia operano su autorizzazioni di questa, con precisi obblighi e adempimenti da parte del Consiglio di Amministrazione e/o Commissari Straordinari”.
Una storia che non finisce, quella dell’Ipab di Marsala, come non finisce la sensazione di essere stati abbandonati dei dipendenti.