Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
08/03/2021 06:00:00

Tornano le Sardine, guardano al PD e ad una coalizione con il M5S

Mentre gli italiani sono bloccati subendo il divieto di spostamento tra una regione e l’altra, causa Covid-19 e relative varianti, ecco che le sardine, che si erano inabissate per qualche mese, rispuntano fuori.

Un colloquio lungo con la presidente del Pd, Valentina Cuppi, ma soprattutto un presidio con tanto di tende e di sacco a pelo, seppure le sardine tengono a dire che si sono tutti tamponati, davanti il Nazareno.

E’ Mattia Santori, il ragazzo che non viene dal nulla, che chiede a Nicola Zingaretti di continuare a fare il segretario del Pd ma soprattutto di certificare il percorso di “Piazza Grande” all’interno dell’assemblea dei dem. Insomma, le sardine non sono apartitiche e non sono nemmeno un movimento giovanile che nasce dal basso, per come vorrebbero far credere. Sono uomini e donne prevalentemente del Pd, condividendone azioni e sostanza e pretendendone di marcarne stretta la linea dettandola.

E’ Santori la mente delle sardine, vicinissimo a Romano Prodi, giovane ma vecchio politicamente, sta già delineando la sua di carriera politica e spingendo i dem verso una coalizione ampia con il M5S, a cui strizza l’occhio.

E mentre questo ragazzo, dal tono pacato e dall’aspetto pulito, chiarisce cosa intende per futuro del Paese ha di fatto violato le norme contenute nell’ultimo DPCM, figli e figliastri di una Italia sempre più in corto circuito.

Santori si definisce un apolide, poi con le sue dichiarazioni social smentisce se stesso: “Ci sono mattine in cui vorresti startene a letto. Giorni in cui ti dici "chi me lo fa fare". Mesi in cui rimpiangi di non essertene stato zitto e buono. Poi ti guardi intorno e vedi ancora schiere di opinionisti, flotte di disillusi, plotoni di culi pesi e tastiere pesanti. Apprezzo i benpensanti ma non è con le penne fini che le cose cambieranno. Stimo gli intellettuali ma credo che quando si tratta di ricostruire serva soprattutto chi si sporca le mani. Pensate quello che vi pare, ma la crisi del PD è la crisi del centro sinistra, una crisi che ci riguarda e che vi riguarda anche se la politica vi fa skifo o vi ha stancato. Datemi del pazzo ma ho visto troppa bellezza quest'anno per riuscire a rassegnarmi. Oggi si va al Nazareno a dire che le assemblee tra pochi non bastano più. Oggi andiamo a chiedere che inizi una nuova fase costituente: aperta, democratica, innovativa. Non per il PD, non per le sardine. Ma per tutti gli apolidi della politica”.

Per parlare di bellezza bisognerebbe intanto scrivere correttamente. Quella “k” della parola schifo racchiude la fretta di una imposizione politica che diventa raffazzonata e anche fuori luogo, perché si può indirizzare un partito o indicarne la linea solo se si è tesserati dello stesso, altrimenti è uguale che arrivare, senza invito, a casa d’altri e pretendere di mettersi a sedere e magari mangiare anche.

E il Pd che è il partito della continua tormenta li ingloberà, consentirà loro di esprimersi in nome dei dem, salvo poi implodere e formare altre mille correnti. Storie già raccontate e sempre tutte uguali.

L’unica cosa dimostrata al momento è la richiesta, ottenuta, di estrema visibilità in un momento in cui milioni di italiani rispettano le norme anti covid, per poi ritrovarsi le sardine che sfidano non solo il senso di responsabilità ma tutte le attività martoriate da tutte le limitiazioni. La politica è una cosa seria, per poterla fare bisognerebbe esserlo anche.