Dopo il sequestro della maxi discarica abusiva a Marsala, è ancora più evidente che in città c’è un serio problema ambientale. Un’emergenza che se non affrontata con decisione rischia di creare danni irreparabili all’ambiente e all’immagine della città.
Il caso della discarica sequestrata ieri è eclatante, e non è esagerato definire ciò che succedeva alle spalle dell’area artigianale “bomba ecologica”.
Rifiuti di ogni tipo, compreso amianto, sversati e sotterrati. Un'area di oltre 20 mila metri quadrati trasformata in un’enorme discarica.
La Polizia Municipale di Marsala con un'importante operazione di tutela ambientale ha sequestrato l’area e denunciato il proprietario del terreno e un operaio individuato nell'atto di sversare e sotterrare i rifiuti con una ruspa.
Per circa un mese gli agenti della Polizia Municipale hanno osservato degli strani movimenti nell'area che si estende tra l'area artigianale di Amabilina e via Colajanni, nel centro urbano di Marsala.
Le indagini seguite dal Commissario Salvatore Pocorobba e dall'Ispettore Raimondo La Rosa, coordinati dal comandante Vincenzo Menfi, hanno permesso di individuare l'abbandono incontrollato di rifiuti di ogni tipo. Nell'area vasta circa 20 mila mq sono stati sversati rifiuti anche pericolosi, come materiale di scarto dell'edilizia, Eternit e amianto. Non solo l'abbandono dei rifiuti. E' stato scoperto, infatti, che con una ruspa i rifiuti venivano miscelati al terreno e sotterrati. Uno smaltimento nel sottosuolo che va a compromettere le falde acquifere.
Nel corso delle indagini sono stati individuati i mezzi per interrare i rifiuti. Un'area non di facile accesso, e che da anni viene utilizzata per lo sversamento illegale di rifiuti che talvolta vengono anche bruciati. Nell'area, tra l'altro, sono presenti diverse cave dismesse. Anche queste sono state utilizzate negli anni per occultare rifiuti.
Materiale pericoloso che va sotterrato e che piano piano si infiltra nel sottosuolo per andare ad inquinare le falde acquifere.
Una bomba ecologica non molto distante da quell’area artigianale che doveva essere zona dello sviluppo produttivo della città, dove le aziende avrebbero dovuto trovare l’isola felice per insediarsi e crescere. Invece, c’è il deserto (e i rifiuti). Solo un’azienda è riuscita a realizzare il proprio stabilimento, e come abbiamo raccontato poco tempo fa il Comune, dopo aver speso milioni di euro per la realizzazione delle infrastrutture, adesso sta tornando indietro i soldi alle imprese che avevano prima acquistato i lotti e poi vi hanno rinunciato. Tra queste anche le imprese sequestrate a Michele Licata.
Ambiente e produzione, vanno a braccetto. Perchè non molto tempo fa i produttori vinicoli marsalesi sono intervenuti proprio per denunciare lo stato in cui versano le campagne marsalesi, piene di microdiscariche abusive. Rifiuti che inquinano e che non favoriscono l’immagine della città, di un territorio incontaminato in cui germoglia uno dei vini più buoni al mondo.
Nei giorni scorsi gli stessi produttori hanno incontrato l’amministrazione comunale per cercare di fare “fronte comune” contro l’abbandono dei rifiuti nelle campagne.
“Collaborare al rafforzamento del senso civico e alla formazione di una coscienza ambientale fin dalle scuole; avviare una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza, anche attraverso cartellonistica da collocare nel territorio; posizionare più isole ecologiche in centro, periferia e borgate; promuovere incentivi, quali premialità o riduzione Tari, per i cittadini virtuosi; azioni di controllo e vigilanza con l'utilizzo di droni” è la strategia dichiarata dall’amministrazione comunale. La Giunta del Sindaco Massimo Grillo, che sui rifiuti ha promesso in campagna elettorale grandi cambiamenti, in realtà sta riscontrando gli stessi problemi della precedente amministrazione nell'affrontare le discariche abusive e i tanti limiti della raccolta differenziata in città.
In queste settimane molti giovani volontari si sono adoperati per ripulire le spiagge e lo Stagnone, altre bellezze del territorio invase dai rifiuti. Ne è seguita la solita foto di rito dell’assessore Milazzo: “è uno spettacolo vederli all’opera”.
Nel frattempo arrivano ancora segnalazioni dal territorio.
Le foto che pubblichiamo sono state scattate in zona Sant’Onofrio. I rifiuti sono stati sversati direttamente nel letto del fiume Sossio. Pneumatici, barili, scarti alimentari, materiale plastico.
Tutto nel letto del fiume che sfocia in mare, e che nel tragitto incontra vigneti. Un percorso, quello della fiumara del Sossio, che negli ultimi anni è entrato anche negli itinerari degli appassionati del trekking e delle passeggiate in natura. E così un altro angolo suggestivo della città viene aggredito dai criminali che abbandonano i rifiuti.