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25/03/2021 13:59:00

"Senza lavoro si muore". A Palermo, flashmob delle imprese

di Dorotea Rizzo

Il Presidente della Confcommercio di Palermo, Patrizia Di Dio, chiede che venga fatta una maggiore chiarezza sulla gestione rivelatasi insufficiente dell’emergenza sanitaria e sostegni economici adeguati a seguito di errori madornali nel calcolo dei contagi: “Scopriamo da un post del sindaco che c’è stato un errore madornale e i positivi a Palermo non sono 11.315 come ricordato pochi giorni fa ma 2.943.

E adesso i dati sono finalmente chiari e puliti. Noi però abbiamo dovuto subire provvedimenti restrittivi basati su dati falsati e fuorvianti, frutto di rilevazioni elaborate in modo dilettantistico e, ancora, sostiene il presidente, “non possiamo credere che tra le pieghe di un bilancio miliardario non si trovino le risorse per dare ossigeno ad aziende che da oltre un anno pagano, senza alcuna colpa, un prezzo troppo alto alla crisi sanitaria e alla inadeguatezza del sistema di gestione”. Proprio per questo, ieri, è stata organizzata alle 13 e 30 una manifestazione a Palermo dalla Confcommercio, davanti all’Assemblea Regionale Siciliana a Palazzo dei Normanni. Tutti i partecipanti hanno indossato per provocazione una maschera di gomma, da togliere insieme per “metterci la faccia”. Per la prima volta dall’ inizio della pandemia, imprenditori e imprenditrici della Confcommercio sono scesi in piazza per chiedere sostegni economici e rivendicare i propri diritti al lavoro e alla libera impresa. Lo slogan è questo: “Adesso le aziende. Anche senza lavoro si muore”.

Il Presidente di Confcommercio chiede il “diritto al lavoro”: “Il diritto al lavoro è stato accantonato rispetto al diritto alla salute, ma entrambi devono coesistere. Siamo in emergenza. La Sicilia è maglia nera d’Europa per tutti i dati congiunturali. Abbiamo indossato la maschera che non è quella di protezione indossata ogni giorno ma quella della paura anche a fare una manifestazione come questa dopo che da un anno ci sentiamo lesi dei nostri diritti. Noi abbiamo raschiato il barile. Abbiamo dato fondo a tutto quello che potevamo mettere in campo. Adesso basta! Facciamo appello a tutti i nostri rappresentanti del popolo che, a qualsiasi titolo rivestono una carica per il popolo siciliano. Mattarella non si può occupare di cose territoriali, ma è palermitano. Noi creiamo reddito e adesso siamo senza lavoro. L’articolo1 della costituzione recita che il lavoro deve essere garantito, ma in quale Paese di diritto ci troviamo se siamo un posto dove da un anno ci viene tolto. Noi siamo l’unica vera economia reale di questa terra. Non esiste altro. Adesso basta, tocca a noi. Chiediamo aiuti seri e veri, ma anche le garanzie per ritornare tutti a lavorare. Ci diano le soluzioni per tornare a lavorare tutti oggi, non domani. Non possiamo più aspettare”.

Diverse categorie sono state presenti alla manifestazione come Federalberghi Palermo – Cefalù, le associazioni sportive, hanno chiesto garanzie allo Stato sulle riaperture e sul futuro che non prevede alcuna certezza. “Sulla base dell’ultimo decreto i titolari degli impianti sportivi non hanno diritto a nessun ristoro. E in Sicilia dove la maggior parte delle aziende sono medie piccole questo rappresenta un dramma. Vanno avanti fino a quando hanno capitali da parte”, sostiene Fabio Gioia, presidente dell’Asc Confcommercio Palermo.

Salvare il lavoro, ripartire dal lavoro deve essere lo scopo essenziale dopo un periodo sciagurato per molte imprese. Uscire dalla crisi per continuare a produrre “valore”, perché il lavoro non garantisce solo i bisogni materiali ma contribuisce, anche, alla formazione etica e umana di una intera società. Ripartire dal lavoro significa riattivare le fondamenta di una società civile. Nel rispetto chiaramente di tutte le linee guida previste.