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05/04/2021 06:00:00

Vaccini: tutto quello che c'è da sapere

 Facciamo il punto sui vaccini contro il Covid e sulla campagna di somministrazione, quando siamo giunti già al mese di Aprile, che dovrebbe essere un mese chiave per vincere insieme questa battaglia.

Ci sono attualmente tre vaccini a disposizione (Pfizer-Biontech, Moderna e AstraZeneca) e uno in arrivo il 19 aprile (Johnson&Johnson); 2.066 punti vaccinali; una media di 200 mila somministrazioni al giorno, che a fine mese dovrebbero arrivare a 500 mila; 50 milioni di dosi in arrivo nel prossimo trimestre, di cui 8 ad aprile.

I dati dicono che la campagna vaccinale sta accelerando e, salvo imprevisti, l’obiettivo finale di immunizzazione dell’80 per cento della popolazione è fissato a fine settembre

 

I vaccini disponibili
Nel mese di aprile è prevista la consegna di otto milioni di dosi di vaccino, il 15% di tutti gli arrivi programmati nel secondo trimestre (aprile-giugno) del 2021, ovvero 50 milioni. Con l’arrivo di oltre 1,3 milioni di dosi di AstraZeneca si è concluso l’approvvigionamento di vaccini del primo trimestre: in tutto quasi 14 milioni (ne erano previsti oltre 28 milioni). Pfizer ha inviato gli 8,7 milioni di dosi pattuite entro il 31 marzo e Moderna i suoi 1,3 milioni. AstraZeneca ha consegnato appena un quarto — 4 milioni — delle dosi promesse. Al di là delle consegne di Pfizer e AstraZeneca previste la prossima settimana, il nuovo vaccino monodose Johnson & Johnson sarà distribuito in Europa dal 19 aprile e per l’Italia sono previste inizialmente 400 mila dosi.

Come funziona il vaccino anti Covid?
Pfizer-Biontech e Moderna si basano sulla tecnica dell’Rna messaggero. Una volta iniettato, il vaccino stimola produzione di anticorpi contro la proteina Spike. AstraZeneca utilizza invece un virus (dello scimpanzé), innocuo per l’uomo, che funge da navicella per trasportare nelle cellule umane il codice genetico delle proteine del virus . Il quarto vaccino, made in Usa, è il monodose Johnson & Johnson. L’Unione Europa ha stipulato accordi anche per avere Sanofi e CureVac. Ancora in fase di valutazione dell’Ema, l’ente europeo, e poi dell’Aifa, il russo Sputnik.

Quanto sono efficaci?
Tutti i vaccini cominciano ad essere efficaci dall’inoculazione della prima dose e aumentano la protezione con il passare dei giorni, dal richiamo. Quelli a mRna (Pfizer e Moderna) danno una buona protezione anche contro la trasmissione del contagio. La protezione dei vaccini a mRna dura da 9 a 12 mesi. L’efficacia della seconda dose di Pfizer, dopo una settimana, è del 95%. Stessa percentuale per Moderna, ma bisogna aspettare due settimane. La protezione di AstraZeneca comincia tre settimane dopo la somministrazione della prima dose. L’efficacia è del 59,5%. Se si effettua il richiamo nella dodicesima settimana, a distanza di due settimane, l’efficacia raggiunge l’82,4%. Johnson & Johnson ha un’efficacia compresa tra il 72% e l’86%. Per la seconda dose di Pfizer bisogna aspettare 21 giorni, per Moderna 28.

AstraZeneca, Moderna e J&J si usano per i soggetti a partire dai 18 anni. Pfizer per persone in età pari o superiore ai 16 anni. Alcuni studi dimostrano come quest’ultimo sia molto efficace anche nei ragazzi tra i 12 e i 15 anni. Gli effetti collaterali più comuni — dolore al braccio, affaticamento, mal di testa, dolore muscolare, brividi e febbre —, sono rari e spariscono in genere entro 48 ore. Sono più intensi nei giovani e nelle donne. Per Pfizer e Moderna si verificano normalmente dopo la seconda dose, per AstraZeneca dopo la prima.

Mal di testa, dolori muscolari e affaticamento sono più comuni in chi ha ricevuto la seconda dose di Pfizer-BioNTech e Moderna. Isintomi sono spesso uguali a quelli di una brutta influenza. Questi effetti collaterali possono anche non manifestarsi, ma è meglio prevedere la possibilità di doversi prendere un paio di giorni di riposo.  Gli effetti collaterali sono il segnale che il sistema immunitario si sta attrezzando a respingere virus.

Molte persone non manifestano alcun effetto collaterale dopo il vaccino, ma questo non significa che il sistema immunitario non ha
reagito.