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13/04/2021 08:38:00

Due settimane per riaprire. A cena fuori da metà Maggio 

Quindici giorni per riaprire. Dopo le proteste degli ultimi giorni Draghi accelera sulle riaperture. E si prende quindici giorni, con la speranza che la curva continui a scendere. Nel frattempo si pensano a nuovi aiuti per gli esercenti: stop alla rata Imu di Giugno, suolo pubblico gratis, eccetera.

L'obiettivo è riuscire ad avere condizioni tali, dal punto di vista sanitario, di poter tornare a cena fuori già a metà Maggio, come in Inghilterra: posti all'aperto, e ben distanziati. Lo fanno nel Nord Europa, perché non si può fare da noi dove ormai è piena primavera?

In questo modo le attività commerciali avrebbero ossigeno e il motore dell'economia riprenderebbe a girare. Ma è importante fare presto sulla vaccinazione. Se a metà maggio gli over 70 saranno per lo più vaccinati, la fine del coprifuoco potrebbe essere fattibile.

L'importante è che l'Rt, l'indice di trasmissione del virus, non salga oltre lo 0,8%. Prevista, con il ritorno della zona gialla, la riapertura di teatri e cinema, senza tampone all'ingresso, ma con poltrone distanziate (o meglio ancora, all'aperto) e anche quella di piscine e palestre. 

«Per giugno avremo 45 milioni di dosi». Lo assicura il commissario all'emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sul Corriere della Sera. Sullo scontro con i governatori regionali, il commissario è netto: «A fine maggio saremo comunque in grado di passare alle categorie produttive per far ripartire il Paese. Lo dicono i numeri: nel trimestre che va da aprile a giugno avremo 45 milioni di dosi, vuol dire 15 milioni al mese. È la quantità giusta». Al governatore della Campania De Luca non lascia spazio di manovra: «Sbaglia chi pensa di poter trascurare anziani e fragili. Anche io voglio riaprire l'Italia, ma soltanto quando avrò messo al sicuro chi rischia la vita». Con riferimento alla questione dei vaccini nelle isole, Figliuolo pensa di poter risolvere la polemica entro fine maggio: la pianificazione è «già stata affidata agli uffici, ma non potrà essere operativa prima che siano vaccinate le persone che hanno più di 60 anni». Se non ci saranno altri ritardi nelle consegne - viene riferito dal Corriere della Sera - il piano prevede di individuare in ogni isola uno o due centri vaccinali; nei parcheggi, negli aeroporti e se non ci saranno spazi sufficienti - osserva Figliuolo - «useremo le navi».

AstraZeneca, Palù (presidente Aifa): Il richiamo è sicuro, necessario ritardare seconde dosi
«Siamo in guerra contro un nemico terribile, non possiamo ragionare come se vivessimo nella normalità». Lo ha detto Giorgio Palù, virologo, presidente dell'Agenzia del farmaco Aifa, in un'intervista al Corriere della Sera. Palù spiega che «quando un vaccino passa dalla sperimentazione su poche decine di migliaia di persone all'applicazione sul campo con decine di milioni, le evidenze possono consolidarsi e i piani subire modifiche. Non ci basiamo su opinioni ma su dati pubblicati. Nuove ricerche indicano che la seconda dose può essere ritardata. Così è accaduto per il vaccino AstraZeneca: la seconda dose viene praticata nel corso della dodicesima settimana. Bisogna riconoscere agli inglesi il merito di aver avuto un approccio pragmatico, sulle prime non condiviso. I risultati ottenuti dal governo Johnson sono premianti e contiamo lo siano anche per noi». Secondo il virologo «in linea teorica sarebbe meglio rispettare l'intervallo di tempo tra le due dosi. Ma dobbiamo correre ai ripari. C'è carenza di vaccini e bisogna proteggere il più alto numero di cittadini: anche poche settimane guadagnate ritardando la seconda dose sono utili». Quanto alla possibilità di mettere al sicuro i fragili rispettando i tempi, Palù spiega: «In un mondo ideale sarebbe così, ma è proprio per queste persone che dobbiamo correre, vaccinandone il più alto numero possibile».