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17/04/2021 06:00:00

Castelvetrano. L’Istituto "Ferrigno” in prima linea per il contrasto ad ogni forma di violenza di genere

 “In alcune circostanze lo stupro è giustificato”. A pensarla così è il 32% degli italiani.
Battute da trivio? Assolutamente no!


E’ la scioccante affermazione venuta fuori, in  un paese in cui si dichiarano credenti per l’82% (di cui il 66,7% cattolici), da una indagine commissionata nel 2019 da Amnesty International Italia.
I giornali e le tv che quotidianamente ci raccontano di stupri, femminicidi e altre violenze sessuali spesso relegano questo tipo di notizie nella cronaca nera.


Errore imperdonabile.
Non ci si dovrebbe invece stancare di mettere in risalto che la violenza esercitata sulle donne costituisce una seria violazione dei diritti umani. Per non parlare del fatto che questo tipo di violenza oltre a segnare le vittime nel fisico le ferisce più profondamente nella psiche, compromettendone spesso per lunghi periodi la salute.
Sono queste le premesse che hanno spinto dott.ssa Caterina Buffa ( Dirigente scolastico dell’I.S.S. I. T. P. ”G.B. Ferrigno – V. Accardi “ di Castelvetrano) ad aderire al progetto “Io lo chiedo”, di Amnesty International in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione europea ed Interessere-Mindfulness in Azione.
L’obiettivo è di grande spessore culturale prima ancora che sociale. Si vorrebbe favorire la diffusione della “cultura del consenso” al fine di contrastare la violenza di genere.


Un argomento, questo, molto sensibile che occorrerebbe trattare con e tra i giovani infrangendo forse anche qualche tabù che ancora permane a causa di taluni fraintendimenti in materia di una adeguata educazione sessuale.
Occorre chiarire a questo punto che la normativa italiana attualmente considera lo stupro un reato solamente nel caso in cui sussistano l’elemento della violenza, della minaccia, dell’inganno o dell’abuso di autorità e non nel caso di un “rapporto sessuale senza consenso”. Ecco, quindi, l’importanza della diffusione della “cultura del consenso”.


Occorre dire senza mezzi termini che con questa formula ci si intende riferire ad un rapporto sessuale che sia consenziente da entrambi le parti e frutto di una intesa amorosa, e poco importa se di breve durata.
Il progetto voluto da Caterina Buffa, attualmente in corso, vede protagonisti quattro allievi delle classi 3^A Servizi commerciali e 4^A SIA.
Guidati da alcuni docenti dell’Istituto, stanno attivamente partecipando a wokshop esperienziali per sperimentare diverse proposte formative e progettare dei percorsi da proporre agli altri studenti.
L’intero progetto – riunito e raccontato attraverso una pubblicazione online - sarà presentato alle Istituzioni, insieme alle firme dell’appello per la modifica articolo 609bis del codice penale, nel novembre 2021 nel corso di un convegno organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, in collaborazione con Amnesty International e Interessere - Mindfulness in Azione, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre).
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Caterina Buffa, una dirigente scolastica che non si lascia sfuggire l’occasione di legare la scuola alla società, di spiegare i motivi della scelta del tema oggetto del progetto.
“Senza dubbio diffusione degli episodi di violenza che, con cadenza quotidiana, tristemente riempiono le cronache nazionali e locali”
, ci ha subito risposto senza esitazione. Aggiungendo che “occorre un intervento sempre più deciso in favore della cultura del consenso per vivere con consapevolezza nella libertà e nel rispetto.


“Partiamo dunque dalle giovani generazioni che, adeguatamente formate, sono chiamate a promuovere cambiamenti, a scardinare pregiudizi e stereotipi. Il nostro Istituto – ha continuato la Dott.ssa Buffa – è seriamente impegnato nell’attivazione di percorsi di sensibilizzazione rispetto alle tematiche connesse alla violenza di genere e all’adozione di corrette pratiche educative”.

Per poi concludere dicendo che “Si inserisce in questo contesto, oltre che la partecipazione al progetto Io lo chiedo, anche la recente individuazione di un docente che, in qualità di referente, si interfaccerà con gli operatori dello Sportello Antiviolenza del Tribunale di Marsala, in base a quanto previsto dal protocollo di intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia – Ambito territoriale di Trapani e la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione della violenza di genere.
Da parte nostra non possiamo che plaudire a iniziative di questo tipo. In questo modo, ci sembra di potere dire che il mondo della scuola non si richiude in una torre d’avorio, ma si proietta verso la società, affrontando alla radice problemi che, se ancora trascurati, rischiano di diventare endemici.


E’ il caso di ricordare che quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza (20,2% violenza fisica, 21% violenza sessuale con casi nel 5,4% di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro).
Come anche, che nel mondo si registrano ogni giorno 137 femminicidi, il 58% dei quali è stato commesso dal partner, da un ex partner o da un familiare.
E il lockdown per il Covid-19 non ha fatto che aumentare gli episodi di violenza domestica.
E ci sembra di potere dire che iniziative di questo tenore vanno nella direzione giusta per produrre un profondo cambiamento culturale che consente di passare dalla subcultura dello stupro alla cultura del consenso.
Almeno, ce lo auguriamo.


Franco Ciro Lo Re