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21/04/2021 13:53:00

Fusione Trapani-Erice, "il referendum si deve fare"

Con una lettera aperta l'ex sindaco di Trapani, Vincenzo Augugliaro, lancia un appello ai consiglieri comunali di Trapani ed Erice affinchè venga indetto il referendum per la fusione territoriale. Ecco il contenuto. 

“Rimane quanto mai opportuna l’esigenza di procedere alla variazione dei confini amministrativi fra i Comuni di Trapani e Erice al fine di consentire il recupero di una identità socio-urbanistica ampiamente perduta. Oggi da parte di alcuni autorevoli rappresentanti della politica e delle istituzioni, a volte con autentica convinzione, altre in modo strumentale, se ne sostiene, invece la non opportunità. Io vorrei tornare a ricordare le forti iniziative degli anni ottanta che, avviate a concretizzarsi per il fattivo concorso di volontà politiche manifestate da tutti i partiti, nelle massime espressioni di rappresentanza e responsabilità, non pervennero a conclusione solo perché governi e classe dirigente della cosiddetta “prima repubblica”, agli inizi degli anni novanta, vennero travolti da un rivolgimento politico non sempre foriero, però, di positivi risultati. Il 10 febbraio 1989 veniva presentato dai deputati regionali del Gruppo PCI, La Porta, Vizzini, Colombo, Colajanni e D'Urso il disegno di legge: "Norme per la tutela , la valorizzazione, lo sviluppo del Comune di Erice e nuova delimitazione dei confini fra il Comune di Erice e quello di Trapani" che, nei suoi 9 articoli, prevedeva sostanzialmente la costituzione di un Comune di Erice vetta con una serie di prerogative e agevolazioni finanziarie prevedendo “…..la ridefinizione dei confini fra Erice e Trapani soprattutto in direzione dell'inserimento delle frazioni ericine di Casa Santa, Trentapiedi e Fontanelle......per regolarizzare una situazione di fatto diventata un problema sia dal punto di vista sociale che prettamente amministrativo". Un altro disegno di legge di iniziativa governativa, veniva presentato all’Assemblea Regionale Siciliana, dal Presidente della Regione, On. Nicolosi, il 14 Luglio 1989. Si poteva leggere, tra l’altro: “……… I territori dei comuni di Trapani ed Erice si intersecano formando un irrazionale groviglio di confini … La proposta di legge prevede pertanto l’assegnazione al comune di Trapani di quella parte di territorio ericino, del tutto avulsa da ogni contiguità con il centro di Erice e che viceversa presenta connotati di sostanziale continuità con il centro abitato di Trapani…..”. In data 3 febbraio 1989 il Consiglio Comunale di Trapani, all’unanimità dei presenti, approvava, dopo ampio dibattito, un Ordine del Giorno che , fra l’altro, affermava: “……….Accertato che i tentativi messi in atto tendenti a trovare una soluzione consensuale al problema della rettifica dei confini territoriali fra il comune di Trapani e quelli di Erice e Paceco non hanno più sortito alcun effetto a causa dell’espressa mancata disponibilità per un riassetto territoriale…. 1……...Preso atto che neanche l’autorevole intervento dell’Assessorato regionale agli Enti locali,tendente a trovare una soluzione concordata della rettifica dei confini, ha avuto esito positivo per la cennata indisponibilità formalmente espressa dai consigli comunali di Erice e Paceco con gli ordini del giorno approvati rispettivamente nelle sedute del 16/1/1989 e del 12/1/1989; Si impegna il Governo Regionale e l’Assemblea Regionale Siciliana ad approvare urgentemente una legge che consenta di superare interessi particolari e strumentali che si frappongono al pieno recupero della identità socio-urbanistica della Città di Trapani oggi largamente mortificata……”. Conservo ancora copia della minuta di quell’O.del G., da me manoscritto e controfirmato da tutti i Capigruppo consiliari e dal Segretario Generale del Comune. Lo considero tappa importante e coronamento di quel processo cui parteciparono tutte le forze sociali e politiche del tempo. Importante perché dette concretamente il via alle iniziative della Regione prima richiamate. Cosa si può fare oggi per porre fine, con una azione forte e risolutiva, ad un fatto fisicoamministrativo-demografico-economico abnorme oltre che singolare. Quasi 30.000 trapanesi, emigrati nel tempo, che risiedono fuori dai confini amministrativi della loro città. L’auspicio è che si crei una città di 100.00 abitanti che potrebbe disporre di maggiori risorse finanziarie per la gestione dei servizi del territorio (sicurezza stradale, igiene, erogazione idrica, servizi socio-assistenziali, trasporti, pianificazione urbana, sviluppo culturale e turistico), ma che potrebbe anche vantare, per le sue nuove dimensioni demografiche e territoriali, il diritto ad uscire da una incombente condizione di sudditanza cui sembra destinato il proprio territorio. Solo una forte iniziativa politica, portata avanti da tutti i partiti e fatta propria dai Consigli Comunali di entrambe le città potrà risolvere nell’immediato tale annosa questione. I Sindaci di Erice e di Trapani, supportati dai propri Consiglieri, dovrebbero cogliere questo diffuso sentimento popolare per rispondere alle attese dei cittadini, chiamandoli a pronunciarsi attraverso il previsto istituto referendario. L’eventuale mancanza di tale disponibilità dovrà indurre tutte le forze politiche, come avvenne alla fine degli anni ottanta, a rivolgersi alla Regione perché, come previsto dalla legge, dia avvio al procedimento di variazione dei confini indicendo i referendum, direttamente, con atto formale della Giunta Regionale”.