di Dorotea Rizzo
Ora, il progetto di un’arte che interpreta gli spazi urbani simbolici di Palermo ha un nome e si chiama Spazi CapaciComunità Capaci. Si tratta di un progetto di design sociale curato da Alessandro de Lisi e prodotto dalla Fondazione Falcone e il Ministero dell’Istruzione per il 29esimo anniversario della strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
L’idea è quella di riconquistare gli spazi e tornare a riviverli attraverso le opere, in un progetto sperimentale di “memoria 4.0” Si parte da luoghi di Palermo simbolo della lotta contro la mafia compiendo un viaggio attraverso tutto il Paese, in un cammino lungo tre anni con traguardo nell’anno 2023 in cui ricorre il 30ennale delle stragi di Firenze, Roma e Milano. Il progetto, a cui hanno dato sostegno parte privati e First Social Life, sarà inaugurato il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci, con la presenza del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e delle massime autorità dello Stato. I “cantieri” delle opere saranno realizzate all’aperto, rispettando tutte le norme anti-covid e partiranno dal 25 Aprile. Saranno quattro le opere che daranno il via all’iniziativa: La porta dei Giganti di Andrea Buglisi, due grandi ritratti su parete, uno di Giovanni Falcone sulla facciata di un palazzo di via Duca della Verdura e l’altro di Paolo Borsellino, tutte e due si trovano a pochi metri dall’Aula Bunker dove si è svolto il maxiprocesso, nel carcere Ucciardone.
Una statua sorgerà, invece, sotto l’albero Falcone: “l’attesa” di Peter Demetz. Una giovane donna rappresenta l’attesa di una città per la giustizia. Sarà allestita una installazione di Velasco Vitali nel cortile dell’aula Bunker, il titolo è “Branco”. Cinquantaquattro cani a grandezza naturale rappresentano l’abuso della mafia sulla società, la fame di potere criminale. A Brancaccio, spazio periferico per anni possesso dei clan, l’arte si riprende Piazza Anita Garibaldi. Dove sorge la casa museo dedicata a don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia, Igor Scalisi Palminteri sarà l’autore di un polittico monumentale urbano “Roveto Ardente”, che ritrae il sacerdote. Il progetto coinvolgerà gli studenti di diverse scuole, perché la lotta alla mafia non può prescindere dalla cultura. Maria Falcone presidente della Fondazione Giovanni Falcone e sorella del giudice ucciso spiega: “Consapevoli che la cultura è determinante per il rinnovamento dello spirito dei popoli abbiamo chiesto ad alcuni artisti italiani di contribuire alla realizzazione di un programma speciale di interventi urbani, nei luoghi simbolo del riscatto civile contro le mafie”.
Del resto “la mafia non si combatte con la pistola ma con la cultura” come sostiene una celebre frase di Felicia Impastato, la madre di Peppino e che trova tutti concordi nella realizzazione di un progetto di produzione per la città, direttamente in strada con le opere degli artisti e il coinvolgimento delle scolaresche.