Crollo del consumo dei beni durevoli per le famiglie siciliane nell'anno della pandemia. Ma tra la province, quella a registrare la decrescita più contenuta è Trapani.
L’andamento negativo del mercato dell’auto (la spesa dei privati è calata del 14,3% nel segmento del nuovo e del 9,2% in quello dell’usato) trascina al ribasso la spesa in beni durevoli delle famiglie siciliane nel 2020: il calo del 6,8% è comunque più contenuto rispetto alla media italiana del -10,3% rilevata dall’Osservatorio dei Consumi Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia.
In Sicilia risulta in controtendenza il comparto dei motoveicoli: +8,2% a fronte del -6,9% registrato a livello nazionale. In forte espansione tutti i segmenti tech legati all’abitare, sull’onda della digitalizzazione degli ambienti domestici: +36,5% per l’information technology, +5,1% per gli elettrodomestici e +4,3% per l’elettronica di consumo. La contrazione è accentuata, invece, sia per i mobili (-10,8%) che per la telefonia (-5%). «In regione il mercato dei durevoli si attesta a 3,549 miliardi con una perdita di 260 milioni di euro - commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic -. La spesa media per famiglia è di 1.742 euro, risultato che colloca la Sicilia alla terzultima posizione nella graduatoria delle regioni italiane. Il reddito pro capite, invece, ha subito un ridimensionamento dell’1,1%, in linea con i dati degli altri territori del Mezzogiorno e meno marcato rispetto alla media nazionale del -1,8%».
L’ANALISI PROVINCIALE. «Le province con una dinamica migliore della spesa complessiva in durevoli rispetto alla media siciliana sono Trapani (-5,8%), Enna (-6,4%), Ragusa e Catania (entrambe -6,5%), mentre Palermo risulta allineata alla media regionale (-6,8%) - sottolinea Bardazzi -. Fanno peggio Siracusa, Agrigento (ambedue -7,2%), Messina (-7,3%) e Caltanissetta (-8,1%). Sul fronte della spesa familiare, il primato spetta a Catania (1.841 euro per famiglia) davanti a Siracusa (1.836) e Palermo (1.797), rispettivamente 78esima, 79esima e 80esima nella classifica delle 107 province italiane. Ancora più in basso si collocano Ragusa (1.719 euro per famiglia), Trapani (1.706), Messina (1.694). Infine, Caltanissetta (1.614), Agrigento (1.562) e Enna (1.482) continuano a posizionarsi in fondo alla graduatoria, occupando le posizioni numeri 103, 105 e 106 tra le 107 province italiane».
TRAPANI. Il decremento dell’1,2% ha fatto slittare il reddito pro capite dei trapanesi a 13.064 euro. Il giro d’affari dei beni durevoli in provincia di Trapani nel 2020 è stato di 295 milioni con una perdita del 5,8% pari a 1.706 euro a famiglia. Negativo, come attesta l’Osservatorio Findomestic, l’andamento di mercato delle auto nuove: -11,4% per 52 milioni in totali. Profondo rosso anche per le auto usate: -9,9% per 79 milioni. Performance particolarmente positiva, invece, per i motoveicoli: il +39,2% che ha spinto il segmento a un valore di 7 milioni rappresenta la crescita più ampia della regione. Tra i beni per la casa, sono state pesanti le perdite nel comparto dei mobili, che non è andato oltre i 75 milioni (-10,8%). Al contrario, hanno preso letteralmente il volo gli acquisiti IT: 13 milioni di fatturato grazie ad un aumento record del 41,5%. Bene anche elettronica di consumo (+5,6% per 10 milioni) e elettrodomestici (+6,3% per 25 milioni). In sofferenza, invece, la telefonia con un - 4,9% che ha fatto arretrare il mercato provinciale a 33 milioni.