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30/04/2021 06:00:00

La festa, l’inganno, lo stupro. Campobello sotto shock per la ragazza violentata dal branco

Campobello di Mazara è sotto shock per il caso della ragazza violentata dal branco in una casa di Tre Fontane.


Ed è un contesto desolante di violenza gratuita quello che emerge dalle indagini che ieri hanno portato all'arresto di quattro giovani che, insieme ad un minorenne, hanno stuprato per una notte la ragazzina, che da pochi giorni aveva compiuto 18 anni.
La violenza sessuale di gruppo è avvenuta nella notte tra il 6 e il 7 Febbraio. La vittima con la scusa di una festa (nonostante il coprifuoco imposto dalle norme anti Covid) è stata attirata in quella casa di Tre Fontane.
Dopo la sua denuncia, sono state le intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonchè gli esami dei telefonini sequestrati ai ragazzi, a confermare le sue accuse. E le indagini non si fermano: i Ris di Messina stanno infatti valutando i campioni biologici sul luogo del delitto.


Gli arrestati
Si tratta di E.B., del 1998, nato a Mazara e residente a Campobello; il marsalese F.B. del 1997; G.T, nato nel 2001, anche lui di Mazara ma residente a Campobello. E infine D.C. nato a Salemi nel 1999 e residente a Campobello.
I primi due sono finiti direttamente in carcere, gli altri due ai domiciliari.
C'è anche minorenne coinvolto. Le sue iniziali sono G.V. e per lui si procede separatamente, proprio perché non ha ancora 18 anni.

La violenza
E' stata attirata con la scusa di una festa a casa di un conoscente. Sono andati a prenderla in auto alle 18. Arrivati a Tre Fontane, nella casa della festa non c'era in realtà nessuno. Hanno cominciato tutti a bere vodka e birra, fino a ubriacarsi. La situazione era sotto controllo fino alle 21 e 30, quando la vittima è stata informata che in realtà le altre ragazze non sarebbero venute. La ragazza ha chiesto allora di essere riaccompagnata a casa. E' andata al bagno per sistemarsi, al primo piano. Uscendo, ha incontrato davanti la porta uno dei ragazzi, che l'ha portata in camera da letto per un rapporto sessuale. Ma, mentre erano nudi, lui ha chiamato gli altri, e gli ha detto di salire. L'hanno tenuta per le braccia e l'hanno violentata. Per tutto il tempo della violenza, la povera ragazza ha urlato, ha implorato ai due di smetterla, ha cercato di resistere, tanto da sbattere la testa contro il muro. Il tutto davanti agli altre tre ragazzi, che, consapevoli di quello che sta accadendo, ridevano e insultavano la ragazza. "Non riuscivo a divincolarmi dalla presa - racconta lei ai carabinieri ed iniziavo a gridare a squarciagola disperatamente perdendo anche la voce". La ragazza, sotto schock, viene poi riaccompagnata a casa. Grazie ad un'amica e alla famiglia il giorno dopo ha il coraggio di denunciare.

 

 

 


Il fratello
E' stato anche all'aiuto del fratello che la giovane di 18 anni di Campobello di Mazara ha deciso di denunciare i cinque ragazzi che l'hanno violentata. La giovane ha trovato la forza di raccontare tutto ai genitori grazie al fratello, preoccupato per quello che era successo: doveva andare ad una festa, tornando per le 22, perchè c'era il coprifuoco. Ma la ragazza non tornava a casa ed i genitori erano preoccupati.
Quando il fratello si è insospettito, ha chiamato uno dei ragazzi che sospettava fosse con la giovane, ed è stato anche ingannato. Gli hanno detto che erano insieme, ad una festa, mentre in realtà, in quella casa c'erano solo loro. E solo dopo le insistenze del fratello la povera ragazza è stata "restituita" alla famiglia, intorno alle due, con i genitori svegli e preoccupati, perchè era visibilmente sotto shock.
"Voi non capite" è stato quello che ha detto la ragazza ai genitori, in stato confusionale, prima di crollare nel suo letto. Il giorno dopo si è svegliata tardi, ha visto un film, ha studiato. Poi non ce l'ha fatta più, e al suo fratello, in lacrime, davanti la migliore amica, ha raccontato tutto.
Da lì la scelta di raccontare tutto anche ai genitori, e poi di andare dai Carabinieri, dove, senza voce (la sera prima aveva urlato a squarciagola per tentare di fermare i suoi stupratori) ha raccontato quello che era successo.


Il padre e i “bravi ragazzi”
E' un giorno agitato la domenica in cui la giovane di Campobello di Mazara decide di denunciare i cinque giovani che l'hanno violentata. Dalle carte dell'inchiesta emerge infatti un particolare. Ovvero che dai Carabinieri, subito dopo che la ragazza, senza voce per le urla della sera prima, e ancora scossa, ha fatto la sua denuncia, grazie all'aiuto del fratello e dell'amica, si presenta il padre. Per dire cosa? Che sua figlia sta denunciando "fatti non veri", perchè, a suo dire, era ubriaca, e quindi non ha capito nulla. E si presenta dai Carabinieri proprio con i quattro ragazzi nominati dalla figlia per dire al Comandante della stazione che "sono bravi ragazzi". Testuale. E aggiunge che le ferite della figlia non sono per la colluttazione con suoi aggressori, ma sono solo "riconducibili al tentativo dei ragazzi di riportarla a casa", dato che era ubriaca.


I ragazzi dai carabinieri cominciano a dare una loro versione dei fatti: dicono che non erano soli, danno i nomi di gente presente alla "festa" che in realtà non c'era, e rilasciano dichiarazioni definite dal Gip "prive di fondamento e ingannevoli", del tipo : "La ragazza vomitava dappertutto" e "la serata è stata tranquilla senza problemi di nessuna natura" e anzi, è stata la ragazza "a sferrare calci e pugni".
E il padre della ragazza? Torna anche lui dai Carabinieri. Racconta che la notte della violenza ha visto tornare la figlia a casa ubriaca e in stato confusionale, e che la notte stessa la giovane aveva tentato di togliersi la vita con un coltello preso in cucina. Solamente il giorno dopo aveva confessato ai genitori quello che aveva subito. Il padre conosceva uno degli "amici" coinvolti. Decideva di incontrarlo a solo. Lui invece si presentava con gli altri giovani, e gli raccontavano che non era vero nulla e che la figlia era solo molto ubriaca. Ecco perchè per lui erano "bravi ragazzi". Ma poi parla di nuovo con la figlia, che vuole ritirare la denuncia, e lui, invece, le spiega che se ritira la denuncia potrebbe essere denunciata dai ragazzi per calunnia.

Il sindaco
Sul terribile episodio è intervenuto il sindaco di Campobello di Mazara, Giuseppe Castiglione che in un post parla di fatti "che non possono e non devono lasciarci indifferenti, imponendo una seria e profonda riflessione alla società tutta, dalle famiglie, alla scuola alle istituzioni, sulla grave e preoccupante deriva che stiamo vivendo e sull’importante questione della formazione e dell’educazione dei nostri giovani".