di Dorotea Rizzo
“Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote è negli umani”. Scriveva Foscolo nel suo carme a proposito dei “Sepolcri”. Siamo, però, ben lontani da questa idilliaca situazione, visto che non ci sono i presupposti per poterla realizzare all’interno dei tendoni bianchi del cimitero di Santa Maria dei Rotoli, nel quartiere “Vergine Maria” di Palermo, sprovvisti di aeratori per garantire persino la ventilazione.
E’ lo spaventoso scenario che si presenta agli occhi dei parenti dei defunti, ammassati nelle tensostrutture, in ambienti fatiscenti in cui si entra in apnea per non respirare l’odore acre dei fiori appassiti e altro ancora… in cui “si piange per due volte” come qualcuno, amaramente, sostiene.
Non ci sono sepolture disponibili nei loculi e nemmeno nella terra. L’affidamento del servizio per la collocazione, almeno, di due aeratori è stata firmata il 14 dicembre scorso per un costo di 12.556 euro, ma dopo quattro mesi e mezzo dalla richiesta d’acquisto non sono stati ancora installati. Secondo gli uffici dei servizi cimiteriali gli aeratori sono stati già consegnati, solo che “si attende il parere della Sovrintendenza per installarli”.
Ma la Sovrintendenza stessa si è espressa, facendo sapere che “ad oggi non è pervenuta alcuna richiesta” e che “considerato lo stato di d’emergenza in cui riversa il cimitero dei Rotoli non avanzeremo alcuna opposizione”. Il consigliere Randazzo: “E’ surreale che gli uffici sostengano di attendere l’autorizzazione della Sovrintendenza, quando dentro al cimitero c’è una baraccopoli. Le tensostrutture sono state installate senza alcuna autorizzazione, adesso si confondono per due aeratori che potrebbero soltanto migliorare l’aria che si respira all’interno?”.
Intanto è stato pubblicato il bando per la riattivazione di funzionamento dell’impianto crematorio, fermo dal 15 aprile dello scorso anno, mentre i feretri in lista di attesa per la sepoltura aumentano fino ad arrivare a oltre 850 bare. L’emergenza al cimitero ormai si prolunga da oltre un anno, senza soluzione e pure con una inchiesta giudiziaria.
Fa troppo male vedere le bare ancora “parcheggiate” in deposito, in attesa di una degna sepoltura. Se il cimitero, il culto dei morti, rispecchia la civiltà di un popolo non possiamo andare fieri di una situazione arrivata, ormai, oltre il limite della inciviltà e che, ahimè, ha già fatto il giro del mondo insieme a quella della città di Roma, dove i cimiteri sono al collasso e le cremazioni impossibili. “Scusa mamma se non riesco ancora a farti tumulare”. Così si legge in un maxi manifesto sui muri della capitale d’Italia e che risuona come un grido di dolore e di sconfitta.