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06/05/2021 06:00:00

Il Recovery Plan e la Sicilia. Pochi interventi e tante critiche: le reazioni

 Dopo avere affrontato ed approfondito, nei giorni scorsi, quanto emerge da quelle che comunque, al momento, sono solo le grandi linee previste dal ‘Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza’ (PNRR) per l’Isola, passiamo alle molteplici critiche che lo hanno accompagnato da subito.


RECOVERY PLAN, L’ANCI SICILIA CHIEDE A QUANTO AMMONTANO LE RISORSE – “L’Associazione Nazionale Comuni Italiani - Sicilia – nella persona del presidente Leoluca Orlando – in sintonia con quello che viene evidenziato da tante realtà  e sindaci meridionali, chiede al Governo nazionale – nelle persone della ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna e della ministra per gli Affari regionali e per le Autonomie locali, Maria Stella Gelmini – un incontro per  conoscere l’esatto ammontare delle risorse previste e destinate al Mezzogiorno nel ‘Recovery Plan’ e per valutare la ricaduta sui territori di tale fondamentale intervento finanziario”. Tale richiesta è pervenuta, nei giorni scorsi, durante il Consiglio regionale dell’Associazione, svoltosi in modalità  digitale.

RINVIARE L’APPROVAZIONE DEI BILANCI – “Ribadiamo, inoltre, la richiesta di  un rinvio del termine di approvazione del Rendiconto 2020 e del Bilancio di Previsione 2021/2023, ad oggi fissato per il 30 aprile, proroga motivata dalla necessità di conoscere le provvidenze per i Comuni, annunciate dal Governo nazionale e di porre in essere urgenti interventi in tema di allentamento dei vincoli finanziari per i Comuni. È necessario – aggiunge il presidente Orlando – infatti, un intervento normativo, che alleggerisca i vincoli nell’applicazione delle regole legate al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), al Fondo di garanzia per i debiti commerciali (FGDC), al nuovo Canone Unico Patrimoniale”.

ARMI PARI COL NORD PER LE PROFESSIONALITÀ – “In merito alla revisione delle norme in materia di personale e di irrobustimento della capacità della P. A. – continua Orlando – è necessario mettere gli Enti locali e le imprese del Sud nelle condizioni di operare ad armi pari con gli omologhi del centro Nord avendo a disposizione le professionalità necessarie a porre in essere tutte le azioni finalizzate a spendere le risorse”.

SCARSA LIQUIDITÀ DA AFFRONTARE CON LA REGIONE – “Chiediamo infine al Governo regionale – conclude il presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani – un incontro urgente per definire le partite aperte in tema di  trasferimenti del Fondo Perequativo e del Fondo Investimenti degli Enti Locali per l’annualità 2020, i cui fondi, assegnati e non ancora accreditati ai Comuni, creano una gravissima crisi di liquidità nelle casse dei Comuni siciliani con effetti drammatici sugli operatori economici dei nostri territori e per affrontare il tema della crisi del sistema integrato dei rifiuti e della gestione sanitaria della pandemia”.

MILAZZO (PPE): “BEN POCO PER LA SICILIA COL RECOVERY” – “I parlamentari siciliani e calabresi che lo voteranno sono servi di partito che tradiscono gli elettori”. La tocca piano, verrebbe da dire, l’eurodeputato del Partito Popolare Europeo, Giuseppe Milazzo. La dichiarazione giungeva, alcuni giorni fa, direttamente da Bruxelles. “Apprendo dalla stampa che dei tanti annunciati fondi del Recovery per la Sicilia è previsto ben poco.

“NÉ ALTA VELOCITA, NÉ HUB PORTUALI” – “Si parla di risorse per velocizzare i treni, non dell'alta velocità – denuncia Milazzo – vero snodo per allineare il Mezzogiorno al resto del Paese. Non ci sarà nessun porto hub per le merci provenienti dai paesi extra europei. Eppure siamo al centro del mediterraneo. Non ci sarà ovviamente il Ponte sullo Stretto. È vero, sono previste risorse per l’innovazione tecnologica nella PA e nella sanità. Unico appunto: in Sicilia non abbiamo una sanità che si possa chiamare tale e, per quanto riguarda la PA, specie sul fronte tecnologico siamo davvero indietro. Con i miliardi del Recovery – continua l’eurodeputato – ci daranno la velocizzazione dei treni che al Nord esiste dagli anni ‘80. Per fare un esempio: Milano/Torino in 1 h; Messina/Palermo in oltre 3,40h. A questo punto – conclude l’esponente del PPE – i parlamentari eletti in Sicilia e Calabria, con quale coraggio o per meglio dire, con quale faccia voteranno a favore di questo Piano? Vedremo. Il voto sarà palese. Ognuno di loro dovrà dimostrare se essere servo di partito o al servizio degli elettori. Ognuno di loro dovrà dimostrare se alla coerenza preferiscono la poltrona di deputato o senatore e quindi lo stipendio da parlamentare ed i bonus conseguenti. Avete tradito il presente – conclude l’eurodeputato del PPE, Giuseppe Milazzo – non rubate il futuro del Sud”.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo