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20/05/2021 06:00:00

La propaganda contro il Ddl Zan. Le reazioni del mondo politico e dell'associazionismo

Continua a tenere banco a Marsala e non solo, il dibattito che è scaturito a causa delle due "vele" pubblicitarie apparse  davanti al Liceo Scientifico, in Via Falcone, con due pubblicità del movimento "Pro Vita" contro il disegno di legge Zan.

Pubblicità piazzate in strada proprio il 17 Maggio, Giornata internazionale contro l'omofobia. Diverser le reazioni del mondo politico, sindacale e dell'associazionismo, alcuni di condanna, altri che sono invece a favore. Qui alcune delle reazioni:

Pd unione provinciale di Trapani - Vergognosi e inaccettabili i cartelli giganti apparsi a Marsala, addirittura vicino ad alcuni istituti scolastici e proprio nella ricorrenza della Giornata Mondiale contro l’Omofobia, la bifobia e la transfobia. Appare chiaro che con quei messaggi ingiuriosi, colmi di menzogne e fuorvianti, che condanniamo fortemente, si è voluto esprimere contrarietà al disegno di legge Zan, che invece il Partito Democratico in maniera convinta sostiene con forza oggi più di ieri. Abbiamo intrapreso una battaglia di legalità e con il DDL Zan vogliamo continuare a portarla avanti per contrastare ogni forma di discriminazione sul sesso, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, promuovendo una società plurale e rispettosa delle diversità. E’ questo quanto dichiarano Domenico Venuti Segretario provinciale del Partito Democratico e Rosalba Mezzapelle Segretaria Circolo PD di Marsala.

Prc Marsala - circolo Enrico Berlinguer - Oggi avremmo dovuto pubblicare una nota sulla questione dei graffiti, oggetto di condanne morali da parte di alcuni esponenti politici, anche esterni al contesto marsalese. Tuttavia abbiamo dovuto rimandare la pubblicazione della nota a causa di un fatto che questo pomeriggio ci ha colto di sorpresa. Come un fulmine a ciel sereno sono comparse alcune gigantografie contro il cosiddetto ddl Zan. Chi ci conosce sa bene che, in quanto circolo Enrico Berlinguer, abbiamo fatto del dialogo laico e civile il nostro metodo d'azione. Eppure davanti a espressioni disarmanti quali: “Una draq queen insegna ai bambini la fiaba del bambino zaff, ‘principessa con il pisello’. Vuoi questo per i tuoi figli?”, oppure "Bruce, detto 'la Bestia', 2 metri, 95kg. Combatte contro le donne perché si 'sente donna'. Vuoi che lo sport femminile finisca così?", non possiamo non reagire. Perché quelle frasi sono indirizzate a diffondere una propaganda subdola e meschina contro il ddl Zan, contro l'estensione dei diritti a chi, purtroppo, di alcuni diritti civili ancora non gode. E tutto questo è sporco.

Condanniamo con fermezza questa propaganda falsa e distorta. Condanniamo le modalità adottate, la scelta del luogo dove è stata messa in atto, nel quartiere popolare di Sappusi, davanti le scuole che ogni giorno vengono frequentate da minori che oggi si sono scontrati con un linguaggio brutalista e pregno di luoghi comuni da tempo sfatati. Chiediamo la ferma condanna da parte delle Istituzioni di questa iniziativa, e che i vigili urbani procedano con gli adeguati controlli per verificare il possesso delle autorizzazioni necessarie ad una simile iniziativa. Chiediamo che la comunità scolastica si unisca contro questo scempio. Viva la Libertà e i Diritti Umani!

Iustitia in Veritate - I camion vela a Marsala irritano i numi tutelari del pensiero unico. L’uomo naturalmente tende all’ordine. L’ordine fondato sul diritto naturale. Per convincere l’uomo, contro ogni evidenza reale, che i rapporti contro natura siano un bene è quindi necessaria una propaganda capillare e incessante. E’ quello a cui stiamo assistendo con l’indottrinamento gender dall’asilo all’università, sui media, nei corsi di educazione al pensiero unico per insegnanti, giornalisti, medici, avvocati, magistrati ed imprenditori.

Eppure non è sufficiente: la censura imposta da Big Tech (Facebook, Twitter, YouTube, Google, Amazon …), la minaccia di radiazione dall’albo per i medici che sostengono l’esistenza e l’efficacia di terapie riparative non basta; si vuole imporre una legge che costringa, sotto minaccia anche di gravi condanne penali, a conformarsi a quel pensiero unico, che nega la verità sull’uomo e sulla famiglia. Uno spettro si aggira per l’Europa: sotto la maschera del buonismo ipocrita, si cela il più feroce dei totalitarismi, che pretende di imbavagliare non solo le nostre bocche, ma soprattutto le coscienze.

Quando accade che qualcuno si sollevi dall’appiattimento generale per affermare alcune ovvietà censurate - i bambini nascono da un padre e da una madre e per crescere armonicamente hanno bisogno di entrambi i genitori, che hanno contribuito a dar loro la vita – si attiva subito l’attacco mediatico per imporre il silenzio e diffamare chi osa sollevare la testa dal gregge.

Stiamo vivendo i tempi profetizzati un secolo fa dallo scrittore inglese Chesterton quando scriveva: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi d’estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.” (dal saggio Eretici, 1905)

Questo potere e queste previsioni abbiamo avuto modo di sperimentarli di recente anche a Marsala, dove al Liceo Scientifico Statale “P. Ruggieri” il 3 maggio scorso si è tenuta una lezione online di vero e proprio indottrinamento gender, rivolta agli studenti con un solo relatore, legato al partito democratico.

Nonostante Iustitia in Veritate avesse chiesto via PEC alla dirigente scolastica quanto meno una par condicio, invitando anche altri relatori, dal Liceo non è pervenuto neanche un cenno, un riscontro di dialogo - pur sollecitato - per contribuire a fornire agli studenti un’informazione corretta e completa su questa tematica fondamentale. Ma v’è di più.

Al silenzio dell’istituto scolastico, assistiamo oggi all’ira del PD e della stampa locale che si sono scagliati contro i camion vela, recanti due manifesti dell’associazione ProVita e Famiglia, che invitano a riflettere su alcune conseguenze del ddl Zan, per cui in futuro, se dovesse venir approvato, non ci sarà più alcuna possibilità di manifestare liberamente il proprio dissenso: l’indottrinamento gender imposto ai bambini e la fine dello sport femminile con l’ammissione degli uomini transgender nelle competizioni olimpiche.

Attuando un vero capovolgimento della realtà, questi detentori del pensiero unico li hanno addirittura definiti manifesti shock, un pugno allo stomaco, violento e prepotente, che utilizza scientificamente il linguaggio della più bieca propaganda per gettare discredito sul ddl Zan. Un’accusa talmente falsa, che risulterebbe ridicola, se non fosse sintomatica della tragedia che stiamo vivendo. Ancora più paradossali sono i toni di un roboante comunicato del PD locale, forse in affanno per la profonda crisi in cui versa, avendo perso ultimamente circa il 70% del proprio consenso, dove si invoca la censura mediatica contro quello che viene definito un agghiacciante esperimento sociopolitico in cui si dettano i canoni di un’eticità omofoba, patriarcale e suprematista, che dal registro dei bambini mai nati ad oggi vede un susseguirsi di episodi reazionari di una presunta moralità superiore, che alla fine è soltanto medievale.

Questi nostalgici delle dittature totalitarie, che si sentono profondamente turbati e offesi dai due manifesti di ProVita e Famiglia, tacciono ad una richiesta di confronto democratico su temi che dovrebbero interessare tutti e su più aspetti e non fanno un plissè di fronte alle esuberanze oscene e spesso blasfeme dei gay pride, ritengono una conquista di civiltà inviare le drag queen nelle scuole materne in veste di cantastorie o far giocare i bambini dell’asilo con i sex toys.

Il succitato comunicato del Circolo online PD Nilde Iotti, invoca inoltre come aggravante il fatto che i camion vela abbiano fatto la loro comparsa in prossimità della giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia, che già oggi parecchi istituti scolastici celebrano, secondo la liturgia imposta dal mainstream, nonostante non sia prevista da alcun provvedimento di legge.

Stupefacente è infatti rilevare che l’istituzione di un simile anniversario, che è contenuta come proposta nel ddl Zan ancora da approvare, di fatto sia già stata ampiamente adottata.

Come i 4 milioni di euro destinati all’associazionismo LGBT per l’indottrinamento gender nelle scuole, che sono stati già stanziati nel 2020, nonostante si potesse e si possa presumere che le emergenze economiche fossero e sono altre, e addirittura prima che un eventuale dibattito parlamentare possa per l’appunto discutere un progetto di legge ancora in itinere.

Tutto già pronto dunque? O è davvero un sorprendente e premeditato attacco alla convivenza civile? Ma non solo: è un pericoloso attacco alla salute psicofisica dei nostri figli, già gravemente provati dalle restrizioni imposte dalla dittatura sanitaria ancora vigente, con l’inganno di un’emergenza continua, destituita di fondamento.

Nell’ultimo anno abbiamo assistito, quasi impotenti, all’annientamento di libertà fondamentali (di impresa, di studio, di movimento, di cura, di associazione …); non dobbiamo quindi cedere di fronte all’arroganza e alla prepotenza di quanti vogliono sottrarci l’ultima e la più importante di tutte: la libertà di pensiero. La posta in gioco è il nostro futuro e quello dei nostri figli. Iustitia in Veritate, segnala questo pericolo ormai sempre più reale, mentre attende ancora una risposta dalla dirigente scolastica del Liceo, che ha sin qui preferito tacere.

Popolo della Famiglia: "Apriamo gli occhi sul ddl Zan!" - "Perché i manifesti dell’Associazione Pro Vita e Famiglia contro il ddl Zan fanno tanto discutere? Unico obiettivo di tali manifesti è dare alla gente la possibilità di riflettere sui reali contenuti di tale disegno di legge che troppo semplicisticamente viene presentato come un rimedio a violenza e discriminazione." Questo ha dichiarato Elena Di Pietra, responsabile del Popolo della Famiglia in provincia di Trapani.

"Apriamo gli occhi sul ddl Zan! – ha continuato Di Pietra - Leggiamolo e cerchiamo di comprendere! La definizione di “identità di genere” ad opera dell’art. 1 di questo provvedimento e la relativa tutela che si vuole assicurare a tale aspetto della vita di una persona potrà facilmente comportare (come già succede in altri Paesi dove sono in vigore normative similari) che persone di sesso maschile che si percepiscono donne e che tali si dichiarano, potranno gareggiare negli sport femminili con risultati chiaramente eccellenti. Persone di sesso maschile che si percepiscono e si dichiarano donne potranno occupare le quote rosa (come è avvenuto in Messico), avere accesso in luoghi riservati alle donne come bagni o spogliatoi femminili, ed eventualmente anche in carceri femminili (in Canada e in California le donne carcerate hanno protestato fermamente in quanto ciò ha comportato anche un aumento di violenze e stupri nei loro confronti).

Uno dei due manifesti in questione riporta una vicenda realmente accaduta: nel 2019, in una scuola dell’infanzia di Alessandria, un drag queen ha letto ai bambini la fiaba del bambino Zaff “principessa con il pisello”. Crediamo che si tratti di espressioni volgari? Ci indigniamo se una cosa del genere viene scritta su un manifesto e riteniamo utile che i bambini, già dalla scuola dell’infanzia, vengano confusi con racconti del genere? L’art. 7 del ddl Zan istituisce la Giornata nazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia e prevede che in tale circostanza vengano organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa anche nelle scuole: se già in passato in molte scuole sono stati trasmessi a bambini e ragazzi concetti più che discutibili su temi sensibili e delicati come quelli legati al concetto d’identità di genere senza alcun consenso da parte dei genitori e a loro insaputa, possiamo immaginare cosa succederà se il ddl Zan dovesse diventare legge. Eppure l’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 stabilisce che ai genitori è universalmente riconosciuto il «diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli», e lo Stato «nell’esercizio delle funzioni che assume nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, deve rispettare il diritto dei genitori di assicurare tale educazione e tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche» (art. 2 del Protocollo addizionale alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali)."

"Non è odio e non si tratta di messaggi fuorvianti, – ha concluso Di Pietra – diamo piuttosto alla gente la possibilità di conoscere ciò che il ddl Zan pretende d’imporre per legge. Sono tante le voci che chiedono di non approvare tale provvedimento nella sua formulazione attuale, ma i sostenitori del ddl Zan non sono aperti ad alcun confronto e non intendono ascoltare né la voce di tanti giuristi e magistrati, né le richieste delle femministe, né le perplessità di Arcilesbica e di tanti omosessuali, né i messaggi della Cei. E’ bene che si sappia."

Cartelli contro il Ddl Zan, Tumbarello e Parisi (Uil): “Fatto grave. Le istituzioni si impegni contro discriminazioni” - “La Uil Trapani esprime rammarico per un gesto che mira a contrastare un disegno di legge di civiltà attraverso la diffusione di autentiche, e a dir poco fantasiose, fake news, fatto ancor più grave se si pensa che sia avvenuto davanti ad una scuola”. Il segretario generale e la responsabile Pari opportunità Uil Trapani Eugenio Tumbarello e Antonella Parisi commentano così la collocazione di due vele pubblicitarie del movimento “Pro vita” contro il Ddl Zan nella giornata di ieri dedicata a livello internazionale al contrasto dell’omofobia, della bifobia e la transfobia.

“La Uil – aggiungono - chiede a tutte le istituzioni locali e alle comunità, prima fra tutte la scuola, un serio impegno contro ogni atteggiamento discriminatorio. Diciamo basta ai crimini d’odio basati sul genere e sull’orientamento sessuale e riteniamo quantomai urgente diffondere la cultura del rispetto e dell’inclusione”.

Marsala Coraggiosa -  Nella giornata di ieri, 17 maggio 2021, non a caso la “Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia”, sono apparsi a Marsala dei manifesti posizionati davanti alle scuole, con l’intento di creare paura e disinformazione nei confronti del disegno di legge contro l’omotransfobia, l’abilismo e la misoginia. Troviamo che sia grave creare disinformazione tramite degli episodi in cui tutti noi potremmo essere in disaccordo, per screditare un disegno di legge che non tratta assolutamente determinate tematiche, ma che tutela i cittadini dalla violenza per motivi basati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Approvare una legge volta a sancire più diritti, senza privare i diritti altrui, è indispensabile per un paese definito “civile”. In questi mesi, il DDL Zan è stato vittima di diverse falsità, divulgate da chi disconosce il testo che comprende i dieci articoli già approvati alla Camera dei Deputati, e che presto verranno discussi in Senato. Ad oggi, risulta indispensabile cercare di creare la giusta informazione su un disegno di legge atto ad estendere la cosiddetta Legge Mancino, già in vigore, inserendo accanto alle discriminazioni per razza, etnia e religione, anche le discriminazioni per i motivi sopracitati.

Molti politici sostengono che il disegno di legge sia inutile, in quanto la violenza per motivi abietti o futili sia già punita dal codice penale. In questi casi, però, non ci troviamo di fronte a motivi abietti o futili, bensì ad atti discriminatori e violenti per motivi specifici, pari ai motivi sanzionati dalla Legge Mancino, dunque, riteniamo che sia giuridicamente corretto, tramite il DDL Zan, estenderla a specifici motivi altrettanto gravi.

Oggi più che mai, bisognerebbe informare e sensibilizzare, per smentire le accuse sullo stesso DDL, riguardanti soprattutto l’introduzione di insegnamenti che potrebbero indurre i genitori degli studenti a protestare contro una legge intenta, invece, ad introdurre nelle scuole cerimonie ed incontri anti-discriminazione proprio per la giornata del 17 maggio.
Condanniamo fortemente qualsiasi strumentalizzazione volta a creare disinformazione su una legge che possa concedere più diritti a tutti gli individui ingiustamente discriminati, invitando i cittadini e le istituzioni a leggere ed interpretare il testo del disegno di legge per evitare futili allarmismi volti a far credere lo stesso come “liberticida”.
Ricordiamo, inoltre, che il ddl Zan non nega la libertà di pensiero, bensì di trasformare il proprio pensiero in violenza o istigazione al compimento di atti discriminatori o violenti, tutelando la libertà altrui di poter vivere la propria vita con la consapevolezza dell’esistenza da una legge anti-discriminazione in caso di violenze subìte.
La libertà di pensiero viene tutelata proprio dall’articolo 4, “Pluralismo delle idee e libertà delle scelte”: ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti ed opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
 

Associazione Scirocco - L’Italia è rimasto uno dei pochi paesi, insieme a Polonia e Ungheria, a non riconoscere l’omolesbotransfobia e la misogina come crimini d’odio. Il DDL ZAN viene infatti ancora ostacolato da una destra (e non solo) che sostiene ci siano altre priorità in questo momento. Eppure episodi di violenza di genere e sulle donne sono all’ordine del giorno, in particolare in questo periodo di emergenza che stiamo vivendo in cui i casi di violenza sono aumentati in modo esponenziale. Il fatto stesso di rivendicare, dopo tanti mesi, un DDL ancora non approvato che tuteli le libere soggettività, ci fa capire quanto la società in cui viviamo sia sessista, maschilista, transfobica.

Oggi più che mai è necessario contrastare gli stereotipi e la violenza di genere in tutte le sue forme. La violenza è uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali non solo le donne ma anche le soggettività LGBT*QIPA+, sono relegate in una posizione subordinata, perciò la sua natura è “strutturale” in quanto basata sul genere: è la punizione quotidiana indirizzata contro chi, partire dalla loro identità e/o scelta di genere e sessuale, non accetta passivamente di ricoprire il ruolo che la società patriarcale ha deciso per loro, è l’esercizio di potere che essa esercita su queste soggettività affinché il loro comportamento risponda alle loro aspettative.

L’ esposizione delle vele contro il DDL Zan ad opera del movimento Pro Vita è un episodio che ben si inserisce in questo contesto di violenza e oppressione, con l’ aggravante che queste sono state esposte vicino alle scuole, fucina del pensiero critico. Ma non dimentichiamo che questo non è un episodio isolato: ricordiamoci che qualche mese fa il consiglio comunale di questa città ha approvato la delibera del registro dei bambini mai nati; ricordiamoci le parole di Padre Bruno De Cristofaro, Prete di Marsala, che ha paragonato l’olocausto all’aborto.

Tutto ciò è inaccettabile, e siamo felici di constatare come la città di Marsala sta reagendo, tuttavia è anche necessario ribadire ancora una volta che la violenza di genere è un fenomeno sociale e culturale e come tale deve essere affrontato e combattuto. Non in sporadiche occasioni, ma quotidianamente e in ogni dove. E per farlo è necessario un impegno costante e collettivo.