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26/05/2021 06:00:00

La brutta telenovela del Marsala Calcio

 Diversi anni fa i programmi, che oggi chiameremmo “serie”, bloccavano milioni di appassionati cultori davanti lo schermo televisivo con la piena consapevolezza che la puntata sarebbe stata “lasciata in tredici" e che per goderne della prosecuzione si sarebbe dovuto attendere 24 ore meno mezz'ora, al netto della pubblicità.

Era il tempo delle telenovelas, milioni di italiani, in effetti più italiane, si beavano di storie contorte al limite del surreale o dell’impossibile, con trame che, di giorno in giorno, venivano modificate, nel testo e nella sceneggiatura, da autori televisivi senza scrupoli, in base alle preferenze della maggioranza dei telefruitori.

Ma le “serie” non è detto che si debbano vedere necessariamente in TV in panorami o location sconosciute, ci sono telenovelas che articolano la propria trama in un contesto locale sicuramente conosciuto dai fruitori di turno e che propinano, nella migliore delle ipotesi la stessa sceneggiatura tanto cara alle massaie con trentennale memoria. Ne è illustre esempio il Calcio, che invischiato nelle sue moderne trame giallistiche, impone le stesse caratteristiche cinematografiche di una telenovela allo Sport più famoso al mondo, stavolta prevalentemente guardato dai maschietti.

A Marsala, in questo ultimo periodo, si sta scrivendo una sceneggiatura grazie a diversi autori che, sembra, stiano fornendo risvolti da film giallo di assoluta qualità tanto da far impallidire chiunque abbia dimestichezza con una trama ordita a perfezione. Quindi, ciò che manca, in questo caso, è il punto di vista del telefruitore, il tifoso, colui che vive il dramma con emozione e che cerca nella storia sempre il lieto fine. Storia che ha un suo trascorso che il tifoso ricorda con emozione, come ad esempio il Marsala anni 80 di Mister Mimmo Rizzo e del Presidente Silvano Lombardo con la formazione che iniziava con Chini, De Francisci, Scalone e finiva con Pitino, Ferretti e Marescalco; ha un presente, che non avremmo mai voluto raccontare, con Akragas-Marsala 9-0, match figlio di una stagione orribile affidata alla buona volontà di giovani che mai avrebbero potuto affrontare squadre ben rodate in un corto campionato come l'Eccellenza di questa stagione; ed avrà un futuro che non conosciamo e che speriamo non sia nuovamente affidato al caso, che in questi giorni porta tanta confusione in casa dei tifosi Azzurri.

Una decente telenovela inizia con una veloce carrellata delle ultime puntate precedenti:

Esce di scena Domenico Cottone con i problemi giudiziari che tutti conosciamo che aveva provato a mantenere la serie D, addirittura rifacendo il manto erboso a sue spese, ma qualche operazione di mercato sbagliata ed una scellerata decisione della Lnd, nella scorsa stagione, invece, ce la toglie;

Esce di scena Jiehd Gharbi che aveva cercato di appianare i debiti, parzialmente riuscendoci, per poi litigare con l’Amministrazione Comunale, riuscendo, così, a farsi togliere l’affidamento dello Stadio ma non dopo aver iscritto la squadra in questo mini torneo di Eccellenza del 9 a 0 che gli annali ci ricorderanno per sempre;

In ultimo la contrattazione tra i soci Marsalesi, che ancora detengono le quote societarie e che intendono uscire il più velocemente possibile dal mondo del calcio, con l'imprenditore Ettore Minore che incontra più volte anche l’Assessore allo Sport Michele Gandolfo ma che, però, decide di partecipare al bando per l’acquisizione del Trapani Calcio partendo veramente male nei confronti di una tifoseria che, ovviamente, ci tiene tanto a quel campanilismo che ha fatto la storia del Calcio in provincia.

Ma l'ordito è di rara fattura e, come se non bastasse, si aggiungono alcune sirene poco lontane di voci che raccontano di una società calcistica di serie D che vorrebbe fare Calcio a Marsala, trasferendo armi e bagagli a Capo Boeo e che farebbe ripartire il tutto dalla serie D consentendo l'incrocio delle “armi" con i cugini granata, anche loro in mezzo a storie complicate con altre trame ed altra sceneggiatura. Ma i tifosi lasciano un unico pensiero in forma di post sui social media, al quale si aggiunge il sentito appello di autorevoli storici giocatori del Marsala come Egidio Ingrosso, Ciccio Bifera, Mario Ferretti, Ciccio Marescalco e tanti altri, che in questo particolare momento non riguarda gli storici rivali trapanesi, ma si rivolge a chi “prenderà” il Marsala Calcio: Vogliamo Rispetto per i quasi 110 anni di storia di questa maglia, per chi la ha indossata e sudata, per chi ha pianto e riso sui gradoni del Municipale, per chi ha lasciato la vita e viene ricordato con maglie azzurre appese e che mai dovremmo dimenticare perché sarà per sempre “uno di noi". Chi verrà a Marsala non deve dire di amarci, deve dimostrare di rispettarci … Sempre. E perché, poi, a noi, le telenovelas non sono mai piaciute.


Oreste Pino Ottoveggio