Un “verificatore” troppo disinvolto e un utente che finisce sotto-processo con l'accusa di truffa aggravata ai danni dell'Enel Servizio elettrico.
Nonostante fino ad allora – dati Istat alla mano – avesse sempre pagato per consumi superiori rispetto a quanto consuma mediamente una famiglia siciliana. Insomma, un utente più da coccolare che da trascinare in un' aula di tribunale. Protagonista, o per meglio dire vittima di una vicenda paradossale e per certi versi anche grottesca, M. M. T. di 55 anni, libero professionista, residente durante la stagione estiva, assieme alla sua famiglia, nella frazione balneare di Bonagia, nel territorio di Valderice.
Il giudice Giordano, però, gli ha dato ragione, assolvendolo per “non aver commesso il fatto”. Il Pm, invece, aveva chiesto una condanna a sei mesi.
I fatti risalgono all'aprile del 2017, quando il libero professionista raggiungendo la sua villa estiva nota che è completamente al buio. Chiama, pertanto, il numero verde dell'Enel. Poco dopo arrivano i tecnici che cominciano ad eseguire i controlli per individuare il guasto.
Nel giardino, scoprono un cavo interrato e chiedono l'intervento del “verificatore”. Quest'ultimo non ha dubbi: è un allaccio abusivo. E qui subito una incongruenza: se l'utente avesse effettivamente rubato corrente elettrica avrebbe mai chiamato i tecnici, consentendo loro di entrare a casa? Il “verificatore”, però, non ha voluto sentire ragioni. Lui l'utente lo aveva già condannato. “Ha agito – racconta l'utente con fare arrogante. Come se fosse lo sceriffo del paese”. A Bonagia sono dovuti intervenuti anche i carabinieri. Denunciato, il libero professionista è stato rinviato a giudizio. L'Enel, che al processo non si è costituita parte civile, aveva quantificato la truffa in circa 5 mila euro. Una truffa – secondo la tesi della società – che sarebbe andata avanti dal 2013 al 2017.
Il difensore del libero professionista, avvocato Vito Sergio Sciuto, però, è riuscito a smontare il quadro accusatorio. “Abbiamo prodotto – dichiara il legale – le fatture regolarmente pagate e da una mia indagine ho anche scoperto che il mio assistito pagava di più rispetto a quanto paga mediamente una famiglia siciliana, secondo i dati Istat. Chiaramente essendo una villa estiva i consumi erano più consistenti durante la bella stagione, piuttosto che di inverno”. Emblematica, poi, la circostanza che nella fase degli accertamenti eseguiti dai tecnici il “selettore” era posizionato in modalità di consumo regolare. Il processo si è concluso con la sentenza di assoluzione. Ma la storia ha anche un altro capitolo da raccontare: il giorno dopo aver ricevuto la visita del “verificatore” l'utente si è recato all'Enel per aver ripristinata la corrente. Per usufruire di nuovo del servizio, però, è stato invitato a pagare 1700 euro ad una agenzia di riscossione indicata dalla stessa società.
Il libero professionista, ovviamente, si è rifiutato di pagare e per un mese la sua villa è rimasta al buio. “Per riavere la luce sono stato costretto a rivolgermi ad un altro gestore”. Insomma, oltre al danno anche la beffa.