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10/06/2021 17:25:00

"Così all'ospedale di Trapani si sono presi cura di mia figlia" 

È comunemente radicata nella mentalità meridionale, ormai, l’idea di un sistema sanitario del luogo inefficiente, disorganizzato, disordinato, perfino pericoloso e dannoso, da essere diventata quasi un’abitudine per la gente del sud Italia salire su un aereo e cercare negli ospedali del nord quell’assistenza, quel calore e quella tempestività nelle cure che nelle nostre strutture si è convinti di non trovare, scappando così da una terra matrigna e inaffidabile.

Sono il padre di Chiara, una ragazza di ventinove anni nata con la Sindrome di Down e un difetto settale atrio ventricolare di forma completa. Di esperienze ospedaliere, ahimè, ne abbiamo avute tante. Un’operazione agli Ospedali Riuniti di Bergamo al cuore nel 1993, l’impianto di un pacemaker a soli sei mesi di vita, il ritorno a Bergamo ogni due - cinque anni per la sostituzione della batteria, una sostituzione a Trapani nel 2014, fino allo scorso 27 maggio 2021 quando, all’ennesimo controllo di routine del pacemaker presso il reparto di cardiologia-emodinamica dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, emerge inaspettatamente la completa scarica del generatore. Il medico che da circa un anno segue mia figlia – il dottor Stefano Augugliaro – non ha esitato un attimo. Con determinazione ed estrema professionalità in brevissimo tempo ha organizzato la sua equipe per un’operazione d’urgenza, rassicurando me e mia moglie, in quel momento in uno stato di profonda ansia e agitazione, con empatia e sensibilità.

Un paio di ore dopo Chiara era già fuori dalla sala operatoria, accudita e coccolata dagli infermieri di turno e dal suo cardiologo, un gruppo coeso che ha saputo gestire l’urgenza con sangue freddo e professionalità.

Stanco di sentir parlare sempre male dei nostri medici e delle nostre strutture, invio dunque al vostro giornale la mia testimonianza, affinchè si dia una volta tanto risalto a ciò che di buono, efficiente e valido abbiamo nel nostro territorio, nello specifico mi riferisco al reparto di cardiologia ed emodinamica dell’Ospedale Sant’Antonio di Trapani, diretto dal dottor Renzo Lombardo.

È indubbio che la denuncia di ciò che non funziona vada sempre resa nota. Ritengo, altresì, corretto dare il giusto merito e il meritato plauso a tutti i medici e agli operatori sanitari che ogni giorno si prodigano per il nostro bene, nonostante le difficoltà.

Il mio ringraziamento va, dunque, al dottor Stefano Augugliaro, al Primario del reparto di cardiologia ed emodinamica Renzo Lombardo e al gruppo di infermieri.

Ad operazione ultimata, mia figlia Chiara (pacemaker dipendente) ha detto loro: “Grazie, mi avete salvato la vita”

Rinnovo il suo ringraziamento.

La nostra, è una storia a lieto fine.

E il bello, è sempre bene raccontarlo.

Ignazio