E’ ormai alle ultime battute, davanti il Tribunale di Marsala, il processo “Accardo Giuseppe + 13”, scaturito dall’operazione “Annozero” del 19 aprile 2018.
E dopo avere testimoniato una sfilza di investigatori e alcuni collaboratori di giustizia, si è deciso di ascoltare anche uno storico pentito di mafia, il mazarese Vincenzo Sinacori.
Nel frattempo, il Tribunale ha nuovamente nominato, su richiesta di accusa e difese, dei periti per la trascrizione di altre intercettazioni.
Poi, dopo le ultime testimonianze, i pm della Dda Francesca Dessì terrà la sua requisitoria. Forse, in settembre. Poi, sarà il turno degli avvocati difensori: Vito Cimiotta, Luisa Calamia, Walter Marino, Paola Polizzi, Giuseppe Pantaleo, Daniele Bernardone, Vincenzo Salvo, Maurizio Montalbano, Luca Cianferoni.
Alla sbarra degli imputati sono Gaspare Como, uno dei cognati del boss latitante Matteo Messina Denaro, al quale si contesta un ruolo di vertice, nonché Vittorio Signorello, Giuseppe Tommaso Crispino, Calogero Giambalvo, Carlo Lanzetta, Nicola Scaminaci, e Carlo Cattaneo, operante del settore delle sale giochi e scommesse on line, tutti di Castelvetrano, Dario Messina, nuovo presunto “reggente” del mandamento di Mazara, Giovanni Mattarella, genero del defunto boss Vito Gondola, Bruno Giacalone, Marco Buffa, ritenuti appartenenti alla stessa famiglia mafiosa, Vito Bono, Giuseppe Accardo, e Maria Letizia Asaro, di Campobello di Mazara.
Secondo l’accusa, Gaspare Como sarebbe stato designato dal cognato, per un certo periodo, quale “reggente” del mandamento di Castelvetrano. Nell’inchiesta, è emerso anche l’interesse del clan anche nel settore delle scommesse on line, oltre ai reati di estorsione e danneggiamenti. Tra gli investigatori già ascoltati in aula, anche il colonnello della Guardia di finanza Rocco Lo Pane.