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05/07/2021 04:20:00

Tra tonnare, resti storici e bellezza naturali, in bici in Sicilia occidentale

 «L'Italia senza la Sicilia non imprime nell'anima immagine alcuna. Soltanto qui c'è la chiave di tutto»: così nel 1787 Johann Wolfgang Goethe annotava a Palermo le sue impressioni del Viaggio in Italia, principale testimonianza letteraria della stagione del Grand Tour sette-ottocentesco. A distanza di quasi due secoli e mezzo la dichiarazione d'amore del poeta tedesco verso la maggiore isola del Mediterraneo rivive nello sbalordimento del viaggiatore moderno, che resta ancor oggi ammaliato dalla Grande Bellezza della Trinacria.

Se poi il viaggiatore ha la fortuna di muoversi in sella a una bicicletta, allora la sensazione di rapimento estatico è ancora più forte. Altro che l'abitacolo della macchina o il finestrino di un treno!

Nessun altro mezzo di trasporto consente di immergersi in un territorio come la bici. Sulle due ruote a pedali, luce, aria, suoni, colori, odori e paesaggi penetrano nell'apparato percettivo e si sedimentano, lasciando traccia indelebile nella memoria. Un viaggio in bici è per sempre. E facilmente può regalare l'emozione della “sindrome di Stendhal”.

Sulla costa della Sicilia araba
Sulla costa occidentale della Sicilia quel regalo è pressoché certo. Da Palermo ad Agrigento, pedalando sul mare, con l'azzurro negli occhi e la brezza profumata nei polmoni: 380 chilometri di godimento allo stato puro malgrado i 4000 metri di dislivello in salita, che quasi non si sentono.

L'itinerario tocca alcuni dei luoghi più belli della Sicilia: Palermo, Mondello, Castellammare del Golfo, Scopello, Trapani, le saline, lo Stagnone, Mozia, Selinunte, la Scala dei Turchi, la Valle dei Templi, passando per Terrasini, Marsala, Mazara del Vallo, Sciacca e Agrigento. Sullo sfondo il profilo delle isole Egadi: Favignana, Levanzo e Marettimo. In alto Erice, che domina Trapani e le Egadi, offrendo tramonti mozzafiato.

Il tutto pedalando su stradine asfaltate della viabilità secondaria a bassissima densità di traffico oppure su sterrati in buone condizioni o su vecchie ferrovie abbandonate.

L'itinerario è the The Best of the West, il meglio della costa occidentale siciliana, ribattezzato la Via dei Tramonti. È un “itinerario d'autore”, firmato da Giovanni Guarneri, cicloviaggiatore colto ed espertissimo, siciliano innamorato della sua terra, che ha disegnato una traccia Gpx intelligente e affidabile, pensata per mostrare la Sicilia araba costiera, evitando le strade trafficate.

La traccia può essere acquisita sul web attraverso la onlus www.ciclabilisiciliane.com, cui si affianca il tour operator www.inspiringtours.it. Entrambi i siti sono creature di Guarneri, ex dirigente d'azienda, riconvertitosi al cicloturismo. La bici più indicata è la gravel. Appropriate anche mountain bike, ibride ed e-bike. Sconsigliata la bici da corsa. Periodi ideali: aprile–maggio e settembre–ottobre.

Una “terra narrante”
La natura e l'azione dell'uomo si sono fuse e confuse qui nel corso dei millenni, modellando un paesaggio storico di straordinaria ricchezza. Il percorso conduce attraverso le meraviglie di una “terra narrante”, in cui ogni pietra racconta le gesta di fenici, greci, cartaginesi, romani, arabi, normanni, longobardi, francesi, spagnoli fino all'unità d'Italia e ai giorni nostri.

Già, i giorni nostri … È il punto debole di un itinerario per altro magnifico. I giorni nostri hanno lasciato segni non all'altezza della magnificenza del passato.

Al viaggiatore attento non sfuggono le offese del degrado, che sembra riconducibile all'accanimento di un popolo contro la propria terra. Abusivismo edilizio, costruzioni incompiute, insediamenti abbandonati in aree pregiate, immondizia ai bordi delle strade, cattiva amministrazione: la Sicilia è anche questo.

Non solo questo. C'è tanta voglia di riscatto anche grazie all'effetto di Andrea Camilleri, lo scrittore che ha contribuito a ridare ai siciliani e alla loro isola notorietà, consapevolezza e orgoglio.

Dal punto di vista delle infrastrutture cicloturistiche la Sicilia, come altre regioni d'Italia, è rimasta molto indietro. Le amministrazioni locali stentano a comprendere le potenzialità del cicloturismo come elemento di traino dell'economia del territorio.

The Best of the West sopperisce alle carenze strutturali, mettendo a disposizione una guida immateriale: la traccia Gpx. «La Sicilia – commenta Guarneri – ha tutti gli ingredienti per affermarsi come destinazione cicloturistica di rilievo».

Il mix è formidabile: clima, natura, archeologia, storia, arte, mare, montagna, vulcani e last but not least cucina. L'esordio è stato promettente. Nel 2019 la start up Inspiring Tours aveva già raggiunto la soglia dei 100.000 euro di fatturato. Poi la frenata del covid. «Ma siamo fiduciosi – dice Guarneri – che nel 2022 avremo una ripartenza piena».

La traccia è scaricabile sul navigatore da bici (tipo Garmin) e/o su smartphone. Il percorso, configurabile a piacimento, suggerisce cinque tappe: Palermo – Castellammare del Golfo – Trapani - Mazara del Vallo – Sciacca - Agrigento. Buoni i collegamenti ferroviari da Agrigento a Palermo, per chiudere l'anello.

Per chi arrivi dal Continente, Palermo può essere raggiunta in aereo, nave, auto o treno. Molto raccomandate almeno due deviazioni: Favignana ed Erice.

Sulle orme di fenici, greci e romani
Tra i punti di maggior interesse c'è Scopello, poche case intorno alla tonnara in prossimità dei faraglioni, punto iconico della Sicilia. Il villaggio sul mare è oggi un resort di lusso, che racchiude un piccolo ma interessante museo del tonno. Merita una visita anche il borgo di Scopello alta. Da lì l'accesso alla Riserva naturale dello Zingaro dista un chilometro.

Le bici non sono ammesse, ma una breve escursione a piedi almeno fino a Cala Capreria è da non perdere.

Trapani, dopo decenni di degrado, è stata in buona parte recuperata urbanisticamente. Le saline di Trapani, impianto cinquecentesco all'epoca avveniristico per l'estrazione del sale marino, sono un altro must.


Tappa obbligata anche Mozia, l'isoletta nello Stagnone fra Trapani e Marsala, ex colonia fenicia, già proprietà della famiglia Whitaker, imprenditori inglesi trapiantati in Sicilia per la produzione del Marsala e oggi sede di un piccolo museo dove è esposto il Giovinetto di Mozia, una delle statue più famose del mondo antico.

Belli il centro storico di Marsala (l'antica Lilibeo) e il museo archeologico locale con i resti di navi puniche e romane. Qui hanno sede le cantine vitivinicole Florio, dell'omonima dinastia imprenditoriale siciliana.

Un unicum in Italia è Mazara del Vallo, con la sua kasbah una sorta di enclave magrebina su suolo italiano. Di pregio l'area del centro, ben recuperato. Nel piccolo museo archeologico il Satiro danzante, altra statua di straordinaria raffinatezza, restituita dai fondali del mare. A Mazara fa base una delle maggiori flotte da pesca del nostro Paese.

Spiagge a perdita d'occhio
Il tratto fra Mazara e Sciacca è uno dei più emozionanti. Si pedala sempre sul mare lungo spiagge deserte che si estendono per chilometri. Singolare l'insediamento di Tre Fontane, che evoca un villaggio del Far West affacciato sulle dune. Ovunque c'è la possibilità di un bagno refrigerante in un mare tra il blu cobalto e il verde smeraldo con vista sulle Egadi.

La tappa a Selinunte lascia a bocca aperta. È il sito archeologico più grande d'Europa con l'acropoli a picco sul mare. Le rovine imponenti dei templi si presentano ancor oggi così come furono abbandonate dai cartaginesi che nel V secolo a. C. sotto la guida di Annibale rasero al suolo l'ex colonia greca.

Manlio Pisu, Il Sole 24 Ore - Qui il link all'articolo originale