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11/07/2021 06:00:00

Caso Denise, Angioni rilancia. Ecco le sue tre bugie, secondo la Procura 

 L’ex pm della Procura di Marsala Maria Angioni, che fu tra i primi pm ad indagare sul sequestro della piccola Denise Pipitone, e che adesso si ritrova indagata per false dichiarazioni al pm, fa sentire la sua voce con un post sul suo profilo facebook.

“Se ritrattassi, e abiurando dichiarassi che quanto ho detto al Pm non è vero, il procedimento penale a mio carico si chiuderebbe subito – scrive la Angioni, che è giudice del lavoro a Sassari - Io invece mi sto studiando e valuterò tutti gli atti, anche quelli contenuti nei numerosi stralci a mod. 44 (notizie di reato a carico di persone ignote, ndr) e mod. 45 (registro atti che non costituiscono notizie di reato, ndr) che disposi all'epoca per esigenze di particolare segretezza, e ho già depositato una denuncia penale per falsità materiale in atto pubblico. Io voglio il processo, è una cosa che devo, a me e a tante altre persone che hanno diritto a giustizia e verità”.

A seguito delle dichiarazioni rese in tv della Angioni (il magistrato ha parlato di tentativi di depistaggio e intralcio alle indagini), la Procura di Marsala convocò l’ex pm come “persona informata dei fatti” lo scorso 3 maggio.

Ai pm di Marsala, la Angioni avrebbe parlato di una rete di protezione intorno alla famiglia allargata Pulizzi-Corona, raccontando di alcuni sospettati del sequestro della bambina che sapevano di essere intercettati grazie ad esponenti della polizia giudiziaria che riferivano le mosse degli inquirenti.

Alcune circostanze riferite dalla Angioni non sono state riscontrate negli atti dell’inchiesta e per questo motivo il 4 giugno è stato emesso l’avviso di garanzia nei suoi confronti, notificato il 18 giugno, con invito a comparire di nuovo, il 23, a Marsala in veste di indagata.

Tre sarebbero gli episodi contestati alla Angioni, ma il suo legale, l’avvocato Stefano Pellegrino (deputato regionale di Forza Italia) ha dichiarato che si tratta di “cattivi ricordi in buona fede”, che sarebbero dovuti a semplice confusione determinata dalla complessità del caso e dalla distanza temporale dai fatti, oltre 17 anni.

 Questi i tre episodi contestati alla Angioni: Il primo relativo ad una intercettazione di due uomini, mai identificati, che citano il nome di Denise mentre viaggiano su un ciclomotore a Mazara del Vallo. L'ex pm aveva parlato di una telecamera disattivata poco prima della conversazione da agenti del Commissariato, ma sarebbe stata lei stessa a farla attivare, poco prima del dialogo fra i due uomini. Il secondo riguarda, invece, il posizionamento di alcune microspie, che sarebbero state poste vicino a fonti di rumore. Motivo per cui la Angioni aveva tolto il compito di intercettare gli indagati al Commissariato di Mazara, che fino ad all'allora se ne era occupato. Tuttavia, secondo i pm di Marsala, l'ex pm non avrebbe mai davvero compiuto questa operazione.

Infine, Angioni ha detto di aver sentito un dirigente di Mazara che in realtà, sempre secondo i magistrati, non fu mai ascoltato.