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23/07/2021 06:00:00

 Giù le mani (e i soldi) dall’acqua pubblica

Continua la battaglia per sancire una volta e per sempre che l’acqua, in quanto bene comune primario, è di tutti, e nessuno deve e può, farci sopra, loschi affari, sulla pelle e le tasche dei cittadini siciliani.

NESSUN PROFITTO POSSIBILE SULL’ACQUA PUBBLICA – I sindaci della provincia di Trapani non hanno ancora aggiornato il piano d'ambito e individuato la forma di gestione unica provinciale del Servizio Idrico Integrato. E tale situazione perdura già da sei anni: tanto è il tempo trascorso dall’approvazione della legge regionale 19/2015 sulla gestione delle risorse idriche che sancisce che sull'acqua non si può fare profitto. ‘Federconsumatori Sicilia’ esprime la propria preoccupazione in merito all'affidamento, su proposta dell'Assessore regionale all'Energia e Servizi di pubblica utilità, del S. I. I. in Provincia di Trapani a ‘Siciliacque Spa’. In questi Comuni, attualmente, il Servizio Idrico Integrato è gestito dall'EAS, l'Ente Acquedotti Siciliani in liquidazione dal 2004.

UN PERICOLOSISSIMO AFFIDO TRANSITORIO – Alcuni giorni fa, i 17 Comuni che fanno parte dell’Ambito Territoriale Idrico Trapani, infatti, hanno annunciato che la gestione dell’acqua pubblica in provincia sarebbe stata affidata transitoriamente a un gestore unico, per fronteggiare l'emergenza e per la normale gestione, fino all'approvazione del Piano d'ambito provinciale da parte dell'ATI. “Pur condividendo le preoccupazioni dei sindaci – fa sapere Federconsumatori Sicilia – che da anni sono obbligati, a causa di una impasse gestionale che si trascina da quando l'Ente Acquedotti Siciliani è in liquidazione, a fare fronte con le scarse risorse dei bilanci comunali a criticità ed emergenze ormai croniche, riteniamo sbagliata e illusoria la proposta del Governo regionale di affidare il S. I. I. a Trapani, a ‘Siciliacque’.

IL “SOVRAMBITO” È CONTRO LA LEGGE – Il Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA), con sentenza pubblicata in data 8 luglio 2021, ha annullato le due delibere della Regione Sicilia, con le quali venivano aggiornate le tariffe del Servizio Idrico Integrato per il periodo 2016-2019 di Sicilia Acque S.p.a. . “La sentenza – affermano da Federconsumatori Sicilia – conferma quanto avevamo ripetono da anni assieme al Forum siciliano dei movimenti per l'Acqua e i Beni Comuni : va soppresso il ‘sovrambito’, meccanismo tramite cui ‘Siciliacque SpA’ vende l’acqua all’ingrosso. La sentenza conferma anche che la tariffa applicata in base alla Convenzione con la Regione Siciliana era troppo alta”. E sottolinea, il presidente siciliano di Federconsumatori, Alfio La Rosa: “Vengano rimborsate le somme indebitamente percepite”. Secondo il CGA, poi, le tariffe devono essere stabilite dagli Ambiti Territoriali Ottimali (ora Assemblee Territoriali Idriche - ATI) e non dalla Regione Siciliana. Quindi le tariffe idriche dell’acqua all’ingrosso non possono essere decise né da una Convenzione né dal governo regionale, ma dalle ATI e dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). “Federconsumatori Sicilia – conclude La Rosa – monitorerà le ATI dei territori interessati dagli effetti della sentenza affinché si attivino nel più breve tempo possibile per richiedere le maggiori somme versate a Siciliacque dal 2016 al 2019”. La Consulta Giuridica Regionale di Federconsumatori Sicilia, inoltre, sta studiando la possibilità di predisporre eventuali azioni legali al fine di estendere i rimborsi a tutti gli utenti del Servizio Idrico Integrato, in tutto il territorio siciliano.

SOSPENDERE L’AFFIDAMENTO A SICILIACQUE – Lo ha chiesto, nei giorni scorsi, attraverso l’invio di una nota ufficiale inviata a tutti i sindaci della provincia di Trapani il ‘Forum Siciliano Acqua e Beni Comuni’, “Non stupisce – si legge nella lettera aperta – che la Regione prospetti oggi ai sindaci ex Ente Acquedotti Siciliani di affidare per tre anni la gestione a ‘Siciliacque’. Dopo aver tentato di accollare la gestione del servizio idrico direttamente ai comuni per uscire da una fase liquidatoria di EAS che perdura dal 2004, dilapidando un ingentissimo capitale pubblico che poteva essere diversamente e più oculatamente amministrato, ed avere perso innanzi al TAR su ricorso dei sindaci, la Regione ci riprova.

CON CUFFARO LA NOSTRA ACQUA ALLA MULTINAZIONALE FRANCESE – “Ricordiamo che ‘Siciliacque’ – continua il Forum – è partecipata per il 25% dalla Regione e per il restante 75% in mano alla multinazionale francese ‘Veolia’. Che l'ottemperanza al contratto di gestione e l'effettiva convenienza per i siciliani di mantenere in vita il gestore super privato del sovrambito voluto da Cuffaro non è mai stato verificato, sebbene disposto dalla legge regionale vigente; che le tariffe praticate da Siciliacque, 70 centesimi a metro cubo, sono state dichiarate illegittime dal TAR e pochi giorni fa anche dal CGA, nonché dalla stessa autorità nazionale ARERA; che Siciliacque vanta ingenti crediti da EAS in liquidazione che sarebbe bello capire chi dovrà ripianare”.

IL REFERENDUM IGNORATO E IL DISASTRO SICILIANO – “La privatizzazione del sovrambito è stato un disastro per tutta la Sicilia e sarebbe un vero sfregio alla democrazia, ricordiamo la maggioranza assoluta dei siciliani che si sono espressi con i Referendum del 2011 contro la privatizzazione del servizio idrico ed una operazione ‘contra legem’ rispetto alla legge vigente 19/15 che ribadisce in più articoli che hanno passato il vaglio della Corte Costituzionale che sull'acqua non si può fare profitto, affidare al privato per eccellenza, Siciliacque, anche solo in via temporanea il servizio idrico. È chiaro che la Regione come più volte annunciato vuole arrivare all'ATO Unico regionale per continuare a difendere interessi che non sono certo quelli delle comunità siciliane. Non è difficile immaginare a chi sarebbe affidato in quel caso il servizio. Oggi è necessaria – continua la lettera aperta – la piena assunzione di responsabilità da parte di chi amministra le comunità locali. Quello che chiediamo a tutti i sindaci siciliani ed ai sindaci del trapanese è di rispettare il voto popolare e la legge vigente.

COSTITUIRE L'ASSEMBLEA TERRITORIALIE IDRICA – “Occorre – continua la nota –che i sindaci all'interno dell'Assemblea Territoriale Idrica deliberino la gestione interamente pubblica e partecipativa; che individuino, come ha già fatto l’ATI di Agrigento, una Azienda speciale consortile quale soggetto gestore d'ambito di proprietà di tutti i comuni. I fondi della prossima programmazione EU 2021~27 e quelli del PNRR devono essere gestiti da un ente di diritto pubblico per fare gli interessi delle collettività, non quelli di una multinazionale. Ai sindaci chiediamo con forza di sospendere la decisione sulla soluzione prospettata dalla Regione, ed avviare una seria e responsabile riflessione sulla possibilità di prendere in mano le scelte strategiche per il futuro sostenibile delle proprie comunità. Il Forum – conclude la lettera aperta – si rende disponibile fin d'ora ad una auspicata discussione pubblica sul futuro della gestione del Bene Comune primario”.

NO AUTORIZZAZIONE A SICILIAQUE - «L’Assemblea territoriale idrica ha deliberato che la Regione provveda ad individuare il gestore unico per il sistema idrico integrato in prosecuzione alla gestione ex Eas. Nel rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale e del Tar, non può dunque essere accolta la proposta del Governo regionale che ha chiesto all’Assemblea idrica di autorizzare Siciliacque Spa ad essere gestore unico per i prossimi tre anni. I sindaci dei 17 Comuni componenti l’Ati idrico manifestano grande difficoltà ed amarezza e chiedono ancora una volta alla Regione di intervenire per risolvere la questione della vacatio legislativa sulla gestione delle reti idriche e provvedere immediatamente perché SIciliacque, che fornisce l’acqua in molti Comuni, aumenti i quantitativi di acqua erogati in questo periodo estivo quando l’aumento del fabbisogno determina uno stato di grave crisi idrica e se non ci saranno interventi in tempi strettissimi, i Comuni porteranno avanti altre azioni atte a tutelare i cittadini». Lo afferma il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Rizzo, in qualità di presidente dell’ambito territoriale idrico di Trapani del quale fanno parte 17 comuni serviti per il sistema idrico dall’Eas, l’ente acquedotti siciliani in liquidazione dal 2004.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo