C’è Enna, che ha deciso di aprire le sue torri campanarie da dove sembra di toccare il cielo, i saloni colmi di tesori d’arte della Prefettura e che avvia un programma prezioso per i più piccoli.
Caltagirone dove si potrà scegliere tra le mani dei ceramisti e i sontuosi salotti nobiliari, dividendosi tra laboratori, chiese e palazzi. Ci sono le cittadine in provincia di Palermo, ognuna con le sue caratteristiche: Carini, arrampicata sotto il castello, dove ogni chiesa è un merletto, ma mostra anche catacombe paleocristiane; Termini Imerese che è pronta a raccontare il suo percorso di antica capitale commerciale, finora oscurata dalla recente storia industriale. Si uniranno a Monreale che ritorna tra biblioteche dei prelati, mostra affascinanti panorami e farà perdere dietro il profumo del pane appena sfornato; e a Bagheria che l’anno scorso ha avuto un exploit meraviglioso e quest’anno minaccia di bissare il successo, con i suoi palazzi, le ville nobiliari, le chiese sconosciute, le manifatture artigianali. E ancora, Noto che ha deciso di anticipare a settembre la partecipazione per potersi immergersi nella sua luce dorata che da sola vale un viaggio; Messina che correrà fuori le mura, salirà sulle torri, aprirà collezioni private e universitarie, e condurrà sul lago Ganzirri sulle barche dei cercatori di molluschi; o Caltanissetta dove si cercherà il cuore dolce e amaro dell’isola, di mandorle e di uve, e si aprirà per la prima volta la cripta di san Domenico. Le tre ammiraglie dell’Ovest, sono sempre una sicurezza da grandi numeri: quest’anno hanno preparato un programma bellissimo, dalla nobile Trapani che corre sul mare, Marsala che cuce esperienze tra le saline e Mazara che apre antiche chiese. Le Vie dei Tesori è pronta a varare la sua nuova edizione, la quindicesima, anche se quest’anno i Borghi dei tesori hanno già fatto da apripista: 58 piccoli centri dell’isola che hanno deciso di creare una rete sotto l’egida della Fondazione Le Vie dei Tesori sposandone il format. Un successo di pubblico che si ripeterà proprio questo weekend, con tutti i borghi pronti ad accogliere un’invasione curiosa, compatta, di visitatori, alla ricerca di mani antiche, laboratori, artigiani, sapori, cose belle.
Chiusi i borghi, le città.
Da sabato 11 settembre a domenica 26, tre fine settimana per riempirsi di bellezza, poi dal 2 al 17 ottobre toccherà a due cittadine affacciate sul mare, profondamente diverse tra loro, come Sciacca e Cefalù, che è al debutto come Erice arroccata sulle rupe, Ragusa e Scicli barocca nel Val di Noro, fino alle due “capitane” Palermo, da dove tutto è cominciato, e Catania, scolpita nella lava: queste ultime due città occuperanno l’intero mese, fino al 31 ottobre.
Le Vie dei Tesori rinnova sempre la sua funzione aggregatrice: Unicredit ha confermato il suo impegno come main sponsor, ma il festival ha saputo creare sinergie e dialogo, e attivato un progetto che si compie grazie alla collaborazione di centinaia di partner pubblici e privati, tra cui la Regione siciliana, i diciannove Comuni, tre Università, Diocesi, Soprintendenze e musei, il mondo della scuola, i teatri, le associazioni, le cooperative e tutta la filiera turistico-culturale. Senza contare le aziende enogastronomiche che partecipano a un progetto satellite, Terre dei Tesori, e apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, aziende di coltivazioni di frutti tropicali, in collaborazione con il dipartimento Agricoltura della Regione siciliana.
Sarà un’edizione diversa, la seconda a tempo di Covid: e dunque, tanta attenzione alla sicurezza, dei visitatori come dei tantissimi giovani che, entusiasti, si sono messi in gioco. Di sicuro non c'è parte della Sicilia da cui non arrivi interesse a far parte del circuito, segno di una grande voglia di ripartire nel segno di una bellezza partecipata dalle comunità. Una Sicilia che si scopre a poco a poco, trasformandosi in un unico museo diffuso: otto weekend, sabato e domenica, per ricomporre il puzzle, la voglia di bellezza che ogni anno apre, racconta e mette in rete i siti della Sicilia: insieme – da visitare con un unico coupon digitale – ci sono luoghi di solito inaccessibili e grandi attrattori, siti poco conosciuti o famosi, tutti in un unico circuito con una forte vocazione da storytelling. E tanti tour ed esperienze che da qualche anno solo la vera scoperta del festival: visitare grotte, percorrere cammini religiosi, arrampicarsi sui castelli federiciani, riempirsi gli occhi del verde dei giardini, scoprire piccoli musei di charme, immergersi nel fango terapeutico delle Saline o volare in Piper.
Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione delle centinaia di giovani che ogni anno si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, esperti del territorio, giornalisti. Giardini, terrazze segrete, monasteri, palazzi nobiliari, aree archeologiche, ma anche ruderi con un passato affascinante: tutto ciò che ha una bella storia da raccontare è Vie dei Tesori. Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti: ed è cresciuto ogni anno. Riconquiste per i cittadini e occasioni imperdibili per i turisti.
“Le Vie dei Tesori – dice il presidente della Fondazione, Laura Anello – è da sempre la manifestazione di una comunità che si riprende il suo patrimonio, se ne riappropria, impara a conoscere la propria storia attraverso luoghi ed esperienze, partecipa a una semina partecipata di conoscenza. Siamo convinti che quest’anno possa essere davvero un'occasione di rinascita collettiva. E l'interesse che si moltiplica da parte di tanti Comuni e territori per il progetto ce ne dà conferma”.
L'anno scorso, in piena pandemia, quando ogni festival e rassegna rimandava o rinunciava ai suoi programmi, Le Vie dei Tesori ha deciso di provarci, riscrivendo ogni visita e ogni percorso nel segno della sicurezza, privilegiando luoghi all'aperto, sostituendo le visite guidate con audioguide d'autore ascoltabili dal proprio smartphone, registrate da giovani storici dell’arte, archeologi, studiosi del paesaggio, esperti della città e curate dagli Amici delle Vie dei Tesori. Nonostante la necessità di contingentare gli ingressi e i repentini cambiamenti di colore, il festival ha messo insieme 120 mila visitatori in meno di due mesi, e ha soltanto dovuto sospendere l’ultimo fine settimana a Palermo, che sarà recuperato a inizio festival, quest’anno. Nel 2019 i visitatori erano stati 404 mila con una ricaduta economica sul territorio di oltre 5 milioni di euro e un indice di gradimento del 91 per cento. Tutte le info su www.leviedeitesori.com/