Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/09/2021 22:00:00

Fa l'aperitivo con un killer di mafia trapanese. Pm trasferita 

 Magistrato beccato a fare l'aperitivo con un killer di mafia trapanese.

 Il Csm ne dispone il trasferimento a Firenze per motivi disciplinari.

E' avvenuto lo scorso febbraio in provincia di Modena, ma la notizia del trasferimento è diventata di dominio pubblico solo di recente.

Nella bufera è finita la pm Claudia Ferretti, sorpresa a tavolo con due uomini dai vigili urbani di Scandiano lo scorso 19 febbraio, nonostante le restrizioni anti-Covid.
In quel periodo infatti, i locali dovevano chiudere alle 18. Ma alle 18.30 il locale modenese era aperto, e nel corso dei controlli anti-Covid i carabinieri hanno identificato i tre soggetti al tavolo. C'era la Pm Ferretti, e due uomini siciliani.
Uno è Massimo D'Aprea, macellaio siciliano, da anni nel Modenese. L'altro uomo non ha documenti con sé. Viene identificato in seguito. Si tratta di Pietro Armando Bonanno, 65 anni, ergastolano condannato per associazione mafiosa, omicidio pluriaggravato, detenzione e porto abusivo di armi.  Si trova in regime di semi-libertà e lavora fuori dal carcere alla macelleria di D'Aprea.


Bonanno non è un nome di poco conto, è ritenuto uomo di spicco della mafia trapanese, arrestato nel 2005 in Argentina dopo un anno di latitanza. Era scappato dall’Italia il giorno dopo la sentenza di condanna all’ergastolo resa definitiva dalla Corte di Cassazione per l’omicidio (avvenuto nell’1989 a Trapani) di Pietro Ingoglia. Faceva parte del gruppo di fuoco del boss mafioso Vincenzo Virga.


 La Ferretti spiega ai vigili urbani che non si erano accorti dell’orario. Si erano dilungati a chiacchierare. Il gestore del locale, aggiunge, li aveva tenuti al tavolo per pura cortesia. Ma non sono le norme anti-covid violate a destare sospetti, quanto, ai vigli la circostanza che un magistrato fosse seduto al tavolo con un killer di mafia. Tant'è che il caso finisce al Csm che parla di «anomala frequentazione».
La Ferretti spiega loro di essere un magistrato e di conoscere da tempo il macellaio e Bonanno. Li aveva incontrati e voleva salutarli dato che stavano per partire per la Sicilia. Poi si erano messi a chiacchierare perdendo di vista l’orario.
Il procedimento a carico del sostituto procuratore è stato poi archiviato dopo che la stessa Ferretti, che a dicembre andrà in pensione, aveva chiesto il trasferimento in un altro distretto, facendo così venire meno l'incompatibilità ambientale. La comunicazione al Csm è stata fatta dalla procura generale presso la Corte d'Appello di Bologna. Il 17 giugno il Csm ha disposto il trasferimento al tribunale di Firenze con funzioni di giudice. Ferretti interpellata in merito ha precisato che "si tratta di una sciocchezza e non è un provvedimento definitivo".