Ieri mattina Luca Morisi ha chiesto scusa con una nota che recita così: «Non ho commesso alcun reato ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo: chiedo innanzitutto scusa per la mia debolezza e i miei errori a Matteo Salvini e a tutta la comunità della Lega».
Poco dopo è arrivato un post su Facebook di Salvini. «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a sé stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto», ha scritto il leader della Lega. «Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre». Il tutto sopra una foto con i due insieme sorridenti.
«Tutto comincia a metà agosto quando, in un posto di blocco, vengono fermati tre giovani: nell’auto hanno un flacone di droga liquida. La versione ufficiale racconta che sono loro ad accusare Morisi di avergliela ceduta. Il sospetto è che il 47enne fosse sotto osservazione da alcune settimane e il controllo, apparentemente casuale, sia scattato monitorando i suoi contatti. Una “soffiata” che si rivela fondata. I carabinieri, poco dopo, perquisiscono l’abitazione di Morisi e trovano altra droga nella sua casa. Si tratta di 2 grammi di cocaina. Lo stupefacente non era nascosto, viene trovato piuttosto facilmente dagli investigatori: una quantità compatibile con l’uso personale, e quindi un illecito di tipo amministrativo. Il quantitativo modesto non evita però l’accusa di spaccio, il fatto che i tre lo abbiano indicato come colui che gli ha ceduto la sostanza, fa scattare l’iscrizione per cessione e annulla la semplice detenzione. Morisi finisce dunque nel registro degli indagati» racconta il Messaggero.
A scaldare il clima politico ci pensa ha pensato Matteo Renzi nella sua e-news: «Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Luca Morisi è il padre della Bestia, la struttura social di Matteo Salvini e della Lega. Lui è stato il cervello ideatore di tutte le aggressioni personali contro di me e contro di noi nella scorsa legislatura […] Invito tutti a mostrarsi per quello che siamo: diversi da chi sparge odio sui social».