I banchi monoposto anticovid delle scuole non sono a norma. Se ne accorgono solo ora, dopo aver speso milioni di euro di soldi pubblici. Un anno fa, l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e Domenico Arcuri li osannavano. L'idea si è rivelata fin da subito fallimentare e i banchi erano divenuti pressoché inutili, accantonati lontani dalle classi non solo a causa della loro scomodità, ma specialmente perché non erano a norma di legge e, come si è scoperto ultimamente, non rispettavano nemmeno le norme antincendio.
Tra queste tipologie di banchi non a norma troviamo quelli della Nautilus, una delle tredici aziende che si era conquistata l’appalto ma che, come confermato dal generale Figliuolo durante un vertice al ministero dell’Istruzione dello scorso luglio, non sono nemmeno minimamente recuperabili ed utilizzabili. Pertanto, i banchi della Nautilus dovranno essere ritirati da tutte le scuole del Paese e questo comporterà una spesa di 170mila euro che vanno ad aggiungersi ai 9 milioni di euro spesi invano un anno fa per il loro acquisto.
Il problema per cui i banchi della Nautilus non sono a norma di legge era stato già sottolineato l’anno scorso da presidi e insegnanti di alcune scuole: “Sono lunghi 74 centimetri, quando noi abbiamo previsto una misura massima di 60 centimetri. Così non possiamo garantire la distanza tra gli alunni”. Anche il commissario Figliuolo ha rimarcato il concetto della non conformità di questi banchi che va in contrasto con le norme predisposte: “A seguito di specifiche analisi merceologiche è emerso che gli arredi scolastici forniti dalla ditta Nautilus hanno evidenziato la non conformità degli stessi alle normative in materia di sicurezza antincendio, impedendone l’uso ed imponendone il ritiro dagli istituti scolastici ove erano stati distribuiti al fine di eliminare i possibili rischi in caso di incendio”, ha spiegato il generale Figliuolo.