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10/11/2021 06:00:00

Marsala, se nella città degli obiettori di coscienza sono gli uomini a difendere il diritto all'aborto...

Poche sono le donne presenti in consiglio comunale a Marsala, appena 4, di cui una è vice presidente dell’aula, si tratta di Eleonora Milazzo.

Da giorni è tornata alla ribalta la legge 194 del 78, che tutela la libertà di scelta di una donna che può decidere di abortire entro i termini indicati.
La legge non è perfetta e va certamente carata e calata in una contemporaneità che non è quella del 1978, ma il vero problema è quello degli obiettore di coscienza, che di fatto limitano l’esercizio di un diritto.
La Sicilia è messa male, i medici obiettori di coscienza sono oltre il 70% mentre a Marsala sono il 100%. Questo significa che se una donna, qualunque siano le sue ragioni molto intime e certamente personali, decide di non portare avanti una gravidanza dovrà emigrare in altre città o in altre province, senza escludere i casi di aborto clandestino.


Un percorso che necessita anche di un accompagnamento psicologico per le donne che non scelgono a cuor leggero. Eppure in consiglio comunale a Marsala a farsi carico del problema sono gli uomini, c’è un atto di indirizzo depositato che ha visto come promotore e primo firmatario il consigliere Piero Cavasino, gli altri sottoscrittori sono tutti uomini: Michele Accardi, Gabriele Di Pietra, Leo Orlando, Nicola Fici, Rino Passalacqua, Mario Rodriquez, Massimo Fernandez, Pier Giorgio Giacalone e Gaspare Di Girolamo. Nessuna delle donne presenti in consiglio (Rosanna Genna, Elia Martinico, Vanessa Titone, Eleonora Milazzo) ha ritenuto opportuno e giusto sottoscrivere l’atto, qualunque sia la ragione è doveroso tutelare e essere vicine alle donne che ritengono di non diventare madri, perché il diritto all’autodeterminazione non può mai venire meno, né tantomeno quello alla salute.


Attraverso l’atto di indirizzo i consiglieri chiedono che la legge trovi applicazione nell’esercizio di un diritto, senza rischiare la scadenza dei termini entro i quali è possibile interrompere legittimamente la gravidanza.


Le difficoltà in atto esistenti portano alcune donne a ricorrere all’uso della pratica molto pericolosa dell’ aborto clandestino, o emigrare in altre località.
I consiglieri proponenti chiedono al sindaco Massimo Grillo e all’assessore con delega alla Sanità, Michele Gandolfo, di avviare un serio dialogo con i vertici dell’ASP di Trapani e con il governo regionale al fine di garantire finalmente alle donne della città di Marsala di procedere all’interruzione volontaria di gravidanza, poiché ad oggi la legge 194 si può dire completamente disattesa, allo stesso tempo si chiede di avviare una campagna di informazione e sensibilizzazione per potenziare i consultori, va da sé che nessuna donna può essere lasciata sola.
L’auspicio è che il Paolo Borsellino di Marsala, Dea di primo livello solo sulla carta, possa avere del personale medico non obiettore di coscienza.

L’atto di indirizzo ha una valenza sociale e umana importante, affronta la questione in punta di diritto e traccia la rotta del presente, che nessuna delle 4 donne presenti in consiglio abbia avuto un sussulto di coscienza e di responsabilità apponendovi la firma è grave.


Magari nessuna di loro è pro aborto ma ognuna di loro riveste un ruolo pubblico, bisogna lottare e schierarsi a fianco di tutte le donne che devono essere messe nelle condizioni di esercitare un diritto sancito per legge. Ci sono occasioni che non si possono mancare e se si mancano bisognerebbe poi vergognarsi.

Rossana Titone